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Posts tagged as “russia”

ARMENIA, IL VOTO SULLE FERITE DELLA GUERRA

di Maurizio Vezzosi da Erevan (Armenia) – Arrivata alle elezioni politiche, l’Armenia si trova a fare i conti con una situazione assai complessa: la piccola Repubblica ex sovietica è andata al voto in un clima di forte risentimento nei confronti della propria classe politica e al tempo stesso di disillusione. La sconfitta nella guerra dello scorso autunno con il vicino Azerbaijan ha lasciato ferite profonde a livello sociale, politico ed economico. L’affermazione azera nella regione del Karabakh ha provocato la perdita del controllo di centrali idroelettriche e di vaste aree di territorio agricolo particolarmente fertile, oltre che importanti sotto un profilo simbolico e culturale.

Biden e Putin, tutto torna al suo posto. Anche la Cina

Alla fin fine, la grande politica internazionale è una cosa semplice. È complicata nelle tattiche, nelle manovre, nei trucchi. Lo è molto meno nelle strategie. Alla vigilia del summit tra Joe Biden e Vladimir Putin questa realtà si è affermata con lampante chiarezza. La strategia degli Stati Uniti è quella tipica di tutti gli imperi: divide et impera. La nuova amministrazione prima ha molto lavorato per dividere l’Europa dalla Russia, tentando fino all’ultimo di minare anche il ridotto della Germania e della sua ostinazione nel mantenere con Mosca l’accordo sul gasdotto Nord Stream 2. Poi, dopo aver dichiarato in ogni dove che la Russia era come sempre l’impero del male assoluto (Possiamo dire che Putin è un assassino? Sì sì), è passata a cercare di dividerla della Cina, che è il vero avversario strategico degli Usa, dicendo quanto sarebbe bello avere un buon rapporto con Putin (“Un avversario degno”) e i suoi hacker-sicari-torturatori. Non a caso Biden si presenta a Ginevra con un dono ben augurale: la dichiarazione che l’Ucraina non è pronta a entrare nella Nato. Il che, detto di passaggio, dimostra (se ve ne fosse stato bisogno) che nella strategia americana Kiev è una pedina da giocare secondo necessità. Molto più di quanto lo sia la Bielorussia per la Russia. Il che rende plasticamente  la differenza di potere reale tra i due Paesi.

OLANDA, FESTA FINITA CON I SOLDI RUSSI

La Russia ha avviato una politica di radicale contrasto alla delocalizzazione dell’economia. Così va interpretata la recente decisione di denunciare l’accordo fiscale con l’ Olanda. Il risultato dovrebbe essere che le aziende più grandi inizieranno a pagare molte più tasse al bilancio russo e i loro profitti non andranno più dalla Russia verso Occidente. Tuttavia, ciò che sta accadendo ha anche le sue insidie. La necessità di denunciare l’accordo intergovernativo con l’ Olanda, costruito per evitare la doppia imposizione fiscale e firmato nel lontano 1996, deriva dal fatto che la parte olandese non ha accettato le condizioni proposte dalla Russia per rivedere l’accordo come è stato già fatto con Cipro, Lussemburgo e Malta. Siamo riusciti a concordare con questi Paesi di portare l’aliquota fiscale di base al 15%, mentre in precedenza era quasi pari a zero.

LA DUMA ALL’ATTACCO DI MCDONALD’S

Oltre a Nestlé e Coca-Cola, è necessario “fare i conti” anche con McDonald’s, che influisce negativamente sulla cultura alimentare dei russi. Lo sostiene Gennady Onishchenko, primo vice presidente della Commissione per l’istruzione e la scienza della Duma. Secondo Onishchenko, inoltre, che la Russia dovrebbe gradualmente abbandonare l’uso di contenitori di plastica, passando a materiali biodegradabili. “Per quanto riguarda Nestlé”, dice, “non è che devi prendere e metterla al bando. Si può però fare loro questa proposta: o cambi la tua politica o semplicemente ti cacciamo dal nostro mercato. Dopo tutto, questi non sono prodotti essenziali. E poi dobbiamo occuparci anche di McDonalds. Questo fast food in poco tempo ha praticamente distrutto una cultura alimentare vecchia di secoli. Oggi, grazie a McDonald’s, il pasto asciutto, tipo le patatine mangiate alla fermata dell’autobus, è considerato quasi la norma”.

Una Bielorussia e tre misteri

Intorno alla Bielorussia, ai suoi pasticci e alle sue tragedie, s’intrecciano quelli che per me sono tre misteri assoluti, soprattutto dopo il”caso Protasevich” e il dirottamento del volo Ryanair. Primo mistero: perché Lukashenko ha scelto l’isolamento internazionale pur di mettere le mani su Roman Protsevich? Che l’Europa avrebbe reagito era scontato: una compagnia aerea irlandese, un volo tra due capitale europee (Atene e Vilnius). Inevitabile prendere provvedimenti. È stato decretato il blocco dei voli per e sulla Bielorussia, forse arriverà anche un quarto round di sanzioni. Ma qualunque provvedimento fosse stato preso, il risultato sarebbe stato quello: isolare ancor più la Bielorussia. Ne valeva la pena? Che cos’aveva di tanto importante quel fascistello di Protasevich, che viveva in esilio già da un paio d’anni, per giustificare tutto questo?

ARTICO, LA NUOVA E LA VECCHIA RUSSIA

UE E RUSSIA, EPPUR SI PARLANO

di Ivan Timofeev     Si dà ormai per scontato che le relazioni tra la Russia e la Ue siano in uno stato deplorevole da almeno sette anni. Le ragioni del deterioramento emergono con frequente regolarità, formando un fantasioso salvadanaio di risorse tossiche: la crisi ucraina, il caso Skripal, gli incidenti informatici e ora il caso Navalny, insieme a disaccordi su democrazia e diritti umani. Il Parlamento europeo chiede periodicamente che vengano prese misure più dure nei confronti di Mosca. Tra le misure proposte vi sono le sanzioni contro la “cerchia ristretta” del Presidente russo, il blocco del Nord Stream 2, il coordinamento delle politiche di contenimento con gli Stati Uniti, la promozione della democrazia e la cooperazione con le cosiddette “forze democratiche” all’interno della Russia. Le nostre relazioni sono periodicamente scosse da esplosioni di retorica accusatoria e minacce di porre fine al dialogo o ridurlo al minimo. Tuttavia, questo non è avvenuto. Si è scoperto che le relazioni tra Russia e UE hanno una struttura solida e funzionale, caratterizzata da diversi elementi importanti.

VISTO DA MOSCA: AMICI DELLA CINA, NON ALLEATI

di Vladimir Vinokurov    Nella comunità internazionale degli esperti di geopolitica è molto cresciuto l’interesse per il riavvicinamento tra Cina e Russia. La discussione è iniziata con il ministero della Difesa giapponese, che ha pubblicato il suo Libro Bianco della Difesa nell’estate del 2020. In esso si dice che i ministeri degli Esteri di entrambi i Paesi rifiutano l’idea di una “alleanza militare”. Ma anche che, visto il rafforzamento dell’interazione tra i due Stati, è necessario monitorare lo sviluppo della cooperazione russo-cinese. Nel marzo del 2021, il segretario di Stato americano Anthony Blinken, in una riunione dei ministri degli esteri della NATO, ha chiesto una partnership “nell’area delle nostre preoccupazioni su Russia e Cina”. Poco dopo l’Alto rappresentante dell’Unione europea per la politica estera Josep Borrell ha accusato Mosca e Pechino di usare un linguaggio molto simile quando parlano dell’Occidente e degli Stati Uniti. A loro volta gli analisti dell’Atlantic Council, in un recente rapporto, The China Plan: A Transatlantic Blueprint for Strategic Competition, notano che le relazioni militari tra Cina e Russia potrebbero rappresentare un grave problema per la NATO. Finora gli esperti hanno escluso la possibilità di un’alleanza militare ufficiale. Ma entrambi i Paesi, a loro avviso, non sono contrari a speculare su una simile prospettiva.

LA VITA SEGRETA DEGLI ESORCISTI RUSSI (2)

di Anastasia Lotareva  (2 fine)   Tra i segni specifici della possessione demoniaca, viene menzionato solo il “timore delle cose sante”, cioè una reazione dolorosa al contatto fisico con la croce, l’acqua santa, le reliquie e così via. Gli autori del documento parlano anche di “inammissibilità della partecipazione al rito di esorcismo di persone con idee distorte sulla vita spirituale, che raffigurano una falsa possessione demoniaca”. Tuttavia non chiariscono in base a quali segni gli esorcisti possano distinguere la falsa possessione demoniaca da quella reale . Il teologo Andrei Shishkov, che ha lavorato dal 2015 al 2020 come segretario della Commissione per la Teologia e l’Educazione teologica, afferma che la ragione della comparsa di questo documento è “una tendenza a regolare tutto” tipica dello stile del patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Russia. “L’episcopato vuole controllare tutte queste pratiche”, spiega Shishkov. “Da molti anni operano in Russia molti confessori carismatici che diventano spesso incontrollabili come, per esempio, lo scomunicato Sergyj (Romanov), che continuò a fare esorcismi, alla luce del sole, anche dopo la diocesi gli aveva vietato la pratica del sacerdozio.  Intorno a questi confessori si sta formando una potente comunità fortemente ideologizzata”.