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EUROPA ALLA CANNA DEL GAS… RUSSO

di Giuseppe Gagliano     L’Agenzia di stampa russa Tass ha sottolineato alcuni dati di grande rilievo relativi alle importazioni europee di gas russo e, in particolar modo, relativi alla multinazionale russa Gazprom. In primo luogo, nel primo trimestre del 2021 l’Europa ha importato 65 miliardi di metri cubi di gas, un dato questo altissimo rispetto al passato, dovuto all’abbassamento delle temperature di gran parte dei Paesi europei. Infatti, proprio a seguito del fenomeno meteorologico, la multinazionale russa ha implementato le forniture di gas al 32% per la Germania, al 77% per la Francia e per il nostro Paese fino al 100% a dimostrazione di quanto sia rilevante per l’Italia il legame con la Russia in un settore così delicato e strategico qual è quello energetico.

In secondo luogo, per quanto riguarda l’Europa nel suo insieme, i dati dicono molto chiaramente che solo nel mese di febbraio l’Europa è arrivata a consumare oltre 1 miliardo di metri cubi di gas al giorno e questo induce la società multinazionale russa a prevedere che la domanda europea per la stagione invernale del 2022 potrebbe aggirarsi intorno ai 24 miliardi di metri cubi con un incremento di quasi il 57% rispetto ai due anni precedenti.

È superfluo osservare che questo incremento di produzione da parte di Gazprom consentirà alla società multinazionale russa un incremento dei ricavi, soprattutto se si considera che grazie all’accordo OPEC + la multinazionale russa ha la possibilità di portare il costo del gas da 170 a 200 dollari. In buona sostanza ciò significa che Russia e Arabia Saudita hanno nelle mani la produzione energetica a livello globale ma soprattutto significa che la Russia ha nelle mani quella europea, se teniamo conto del fatto che Germania, Gran Bretagna e Italia sono in assoluto i maggiori consumatori europei di gas.

Proprio per questa ragione il completamento del Nord Stream 2 svolgerebbe un ruolo di estrema rilevanza non solo per la crescita degli introiti della multinazionale russa ma soprattutto perché ciò consentirebbe l’aumento dell’importanza a livello strategico che avrebbe la Russia nello scacchiere europeo a danno degli Stati Uniti, il cui gas naturale liquefatto non è certamente competitivo come quello russo soprattutto sul fronte dei prezzi.

Sotto il profilo squisitamente economico l’Europa ha dunque tutto l’interesse — a differenza degli Stati Uniti — affinché il Nord Stream 2 — avviato nell’ottobre del 2012 — possa essere portato a compimento. Con buona pace di Trump e di Biden.

di Giuseppe Gagliano

Pubblicato da StartMagazine

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