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ISRAELE: LE ARMI DI HEZBOLLAH ALL’UCRAINA

di Giuseppe Gagliano – La proposta del viceministro degli Esteri di Israele Sharren Haskel di trasferire all’Ucraina armi di fabbricazione russa sequestrate a Hezbollah rappresenta un cambio di paradigma nella politica estera e di difesa di Tel Aviv. Israele, tradizionalmente neutrale rispetto al conflitto russo-ucraino, potrebbe ora allinearsi più apertamente al fronte occidentale, rompendo un equilibrio delicato che ha caratterizzato le sue relazioni con Mosca.

La mossa riflette un intreccio complesso di interessi strategici. Da un lato, Israele deve affrontare la crescente minaccia rappresentata dalla collaborazione militare tra Iran e Russia. Questa partnership, consolidatasi durante la guerra in Ucraina, include la fornitura di droni iraniani alle forze russe e di tecnologie militari avanzate. Tale alleanza non solo rafforza Mosca ma consente a a Teheran di acquisire know-how strategico che potrebbe essere utilizzato contro Israele. Dall’altro lato, Israele si trova in una posizione difficile: Mosca ha mantenuto un ruolo chiave in Siria, dove l’esercito israeliano conduce operazioni regolari contro Hezbollah e le milizie iraniane. Un deterioramento delle relazioni con il Cremlino potrebbe compromettere i meccanismi di deconfliction con le forze russe, aumentando il rischio di incidenti o escalation.

Implicazioni militari

L’eventuale trasferimento delle armi sequestrate all’Ucraina avrebbe significative conseguenze militari. In primo luogo, l’impatto tattico per l’Ucraina. Gli armamenti, tra cui missili anticarro Metis-M e Kornet, nonché sistemi MANPADS, potrebbero migliorare le capacità difensive e offensive delle forze ucraine. In particolare, i Kornet, noti per la loro capacità di penetrare le corazze più avanzate, rappresentano un asset strategico contro i carri armati russi. In secondo luogo, la dimostrazione tecnologica israeliana. Trasferire armi di fabbricazione russa potrebbe anche permettere a Israele di dimostrare la superiorità delle sue contromisure elettroniche e delle tecnologie difensive, mostrando al mondo la sua capacità di integrare e migliorare armi straniere.

In terzo luogo, le possibili ritorsioni russe. Mosca potrebbe rispondere aumentando il sostegno a Iran, Hezbollah o persino Hamas, complicando ulteriormente lo scenario di sicurezza di Israele. Questo potrebbe tradursi in forniture di armamenti più avanzati a Teheran o in un supporto politico più deciso nelle sedi internazionali contro Tel Aviv.

Dimensione strategica globale

L’iniziativa israeliana non si limita al contesto regionale, ma assume una rilevanza globale. Inviare armi russe sequestrate all’Ucraina significherebbe schierarsi chiaramente nel conflitto, contribuendo al rafforzamento dell’asse occidentale guidato da Stati Uniti e NATO. Ciò potrebbe favorire un maggiore sostegno da parte dell’Occidente alle esigenze di sicurezza israeliane, soprattutto considerando l’instabilità in Medio Oriente. Tuttavia, il rischio di alienarsi Mosca rimane elevato. La Russia è ancora un attore di peso nel sistema internazionale, capace di influenzare le dinamiche globali, in particolare nelle aree in cui Israele ha interessi strategici.

Opportunità e rischi

La proposta di trasferire armi russe sequestrate all’Ucraina rappresenta un’opportunità per Israele di rafforzare i legami con Kiev e gli alleati occidentali, ma non è priva di rischi. L’abilità diplomatica di Tel Aviv sarà cruciale per evitare che questa mossa provochi un deterioramento irreversibile delle relazioni con Mosca, mantenendo al contempo la sua capacità di contrastare le minacce provenienti da Hezbollah e dall’Iran. In un mondo sempre più polarizzato, Israele cammina su un filo sottile, dove ogni passo avrà implicazioni strategiche di vasta portata.

di Giuseppe Gagliano

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