di Anna Nikolaeva Martedì scorso, in Russia, è stato registrato un altro record di contagi da Covid: 34.325 nuovi casi. In termini di mortalità giornaliera siamo ai primi posti nel mondo, muoiono circa mille persone ogni giorno. Secondo i calcoli dei demografi, il calo naturale della popolazione negli ultimi dodici mesi ha raggiunto un milione di persone. Questa è la cifra annuale più alta dalla Grande Guerra Patriottica. Ma se l’Unione Sovietica vinse la lotta contro il fascismo, allora la Russia moderna sembra aver perso la battaglia contro il Covid.
L’11 agosto 2020 il nostro Paese è stato il primo al mondo a registrare un vaccino contro il Covid. Sì, inizialmente la comunità scientifica mondiale aveva dei dubbi sulla “precoce” registrazione del farmaco: ciò era consentito dalle regole russe, quelle europee e americane erano più severe e le vaccinazioni furono introdotte poco dopo. Ma ad oggi le domande sull’efficacia dello Sputnik V sono scomparse: anche i critici più implacabili riconoscono la sua capacità di salvare le persone dalle complicazioni mortali del Covid. Sono stati condotti studi su larga scala, milioni di persone in Paesi stranieri sono state vaccinate con il vaccino russo, dall’Argentina in Sud America a San Marino in Europa.
Mentre nell’Unione Europea le persone continuano a iscriversi alle varie campagna vaccinati, da noi il vaccino viene offerto a ogni passo. Lo offrono nei centri commerciali, nei centri sanitari, le unità mobili rggioungono gli angoli più remoti. Come funziona lo Sputnik, perché non può in alcun modo causare infertilità o cambiare il genoma umano è ormai noto a tutti. E qual è il risultato? La Russia è all’87° posto nel mondo per tasso di vaccinazione. E il primo per mortalità da Covid. Gli esperti sono inorriditi: è estremamente difficile convincere la popolazione a vaccinarsi contro il coronavirus. Perché?
Anche persone che nulla hanno a che vedere con l’opposizione ormai ammettono che lo Stato ha perso la guerra dell’informazione contro il Coronavirus. Dicono che le persone non hanno fiducia nel vaccino, non ci sono statistiche sulle complicanze, mentre il passaparola diffonde notizie sui malati dopo la vaccinazione. Il fatto che anche le persone vaccinate possano infettarsi e ammalarsi ormai viene detto e scritto ovunque, nessuno lo nasconde. E questo è normale per la maggior parte dei vaccini respiratori. La vaccinazione contro il Covid, però, salva dalle complicanze più gravi e dalla morte, mentre la malattia nei vaccinati si chiama “rinite da vaccino”.
D’altra parte, abbiamo davvero pochissime informazioni e spiegazioni sulle reazioni post-vaccinazione, che sono comunemente chiamate “effetti collaterali”. Gli specialisti menzionano brevemente “un leggero aumento della temperatura” e dolore nel punto di iniezione. “Mio figlio, uno studente, uno che non sragiona, dopo lo Sputnik è rimasto a letto per tre giorni con una temperatura di 39,5 e dolori su tutto il corpo”. Di storie simili sono pieni i social network. Sì, dopo un po’ è passato tutto, ma perché ci dicono ovunque che la vaccinazione può dare solo una leggera febbre?! – chiede la gente. Forse ciò significa che possono tacere su altre cose, ad esempio complicazioni più lontane dopo la vaccinazione. Il russo scuote la testa. Questo è come ragionano le persone che non hanno perso la testa e non pensano che i vaccini siano “truccati” ma si fidano della scienza e della medicina. Sarebbero pronte a vaccinarsi ma hanno paura.
“Se fossi il Governo, inizierei costruendo relazioni aperte con la gente del mio Paese. Investirei nella promozione della vaccinazione. Attraverso l’esempio personale, le celebrità, attraverso gli esempi di alti funzionari, deputati. Attraverso la televisione e la radio, ovviamente. Darei statistiche quotidiane sugli ospedali. In modo che le persone possano vedere cosa sta succedendo “, ha scritto Vasily Kupreichik, un medico della “zona rossa” di un ospedale Covid a Kommunarka, sulla sua pagina sui social media. E non si può che essere d’accordo con lui. Al contrario, cresce il numero degli esperti convinti che, nella situazione attuale, quando il Covid sta battendo record dopo record, sia necessario utilizzare la frusta. Introdurre codici per visitare la maggior parte dei luoghi pubblici, impedire a coloro che non hanno un certificato di vaccinazione (ad eccezione di coloro che hanno controindicazioni) l’accesso ai mezzi pubblici, imporre il test alle persone non vaccinate e, in caso di rifiuto, allontanare dal luogo di lavoro e da scuole e università.
Pyotr Tolstoj, deputato e vice-presidente della Duma, ha accusato lo Stato del fallimento e, in linea di principio, ha detto cose giuste. “Lo Stato ha perso la campagna di informazione per combattere il Covid e spiegare alle persone la necessità della vaccinazione … Nessuno risponde alle domande sul perché ci sono complicazioni, perché le persone vaccinate possono ammalarsi comunque”, ha affermato il rispettato politico e giornalista televisivo, precisando che scienziati ed esperti non sono stati all’altezza della situazione. Ma poi si è scoperto che in precedenza lo stesso Tolstoj si era opposto ripetutamente alle vaccinazioni.
Pubblicato da Komsomol’skaya Pravada
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