di Giuseppe Gagliano – La narrativa ufficiale costruita da NATO e Unione Europea attorno al conflitto in Ucraina si scontra, oggi, con una realtà che nemmeno i suoi stessi protagonisti sembrano più poter ignorare. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, durante una videoconferenza con i lettori di Le Parisien, ha affermato che, “de facto, i territori del Donbass e della Crimea sono oggi controllati dai russi. Non abbiamo la forza di riconquistarli. Possiamo contare solo sulla pressione diplomatica”. Questa dichiarazione, lontana dalla retorica bellicista del passato, segna un importante cambiamento: una presa d’atto che mina anni di propaganda occidentale.
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di Giuseppe Gagliano – Con l’intensificarsi del conflitto siriano, segnato dalla recente offensiva jihadista ad Aleppo del 27 novembre 2024, la Russia ha scelto di…
di Giuseppe Gagliano – Nel 2022, molti analisti occidentali hanno sottovalutato gli avvertimenti di Vladimir Putin, non ritenendo plausibile un’invasione dell’Ucraina. Tale valutazione si basava su un ragionamento “occidentale”, dove la politica, l’economia e la logica militare avrebbero suggerito che una simile azione fosse controproducente. Tuttavia, l’errore di prospettiva è stato evidente: per Putin, l’economia e il consenso elettorale non erano prioritari rispetto agli obiettivi geopolitici. Ignorando i costi economici previsti, il presidente russo ha deciso di lanciare quella che ha definito un’”operazione speciale”.
È arrivata la notizia che Francia, Gran Bretagna e, ancor più importante, gli Usa tuttora presieduti da Joe Biden, hanno ritirato le limitazioni sull’uso dei missili a lunga gittata finora imposte all’Ucraina. Le forze armate di Kiev, quindi, potranno colpire “in profondità” il territorio russo. L’ipotesi era sul tavolo da diversi mesi e può quindi essere interessante recuperare la dichiarazione che Vladimr Putin, discutendo appunto la possibilità che gli ucraini ottenessero tale possibilità, aveva rilasciato il 12 settembre 2024.
Improvvisa crisi nei rapporti tra la Russia e l’autoproclamata Repubblica di Abkhazia, riconosciuta finora solo appunto dalla Russia (nel 2998, dopo la guerra con la Georgia), Nauru, Nicaragua, Siria e Venezuela. La Russia ha deciso di sospendere dal 1° settembre tutta una serie di finanziamenti diretti e indiretti che favorivano l’autonomia della piccola, povera e piuttosto turbolenta Repubblica caucasica. “È ovvio che recentemente si è accumulato molto malcontento tra i nostri alleati”, ha laconicamente commentato il ministero degli Esteri abkhazo.
di Giuseppe Gagliano – Alla vigilia del vertice tra Vladimir Putin e Kim Jong-un a Pyongyang, l’analisi delle motivazioni strategiche che guidano l’avvicinamento tra Russia e Corea del Nord assume una rilevanza cruciale per comprendere le dinamiche geopolitiche emergenti. La cooperazione militare tra i due Paesi è senza dubbio significativa, ma l’interesse di Pyongyang sembra andare oltre la semplice acquisizione di tecnologia militare avanzata in cambio delle proprie armi. La Corea del Nord potrebbe infatti perseguire obiettivi strategici a lungo termine che includono la creazione di un sistema economico alternativo, indipendente dall’influenza occidentale e centrato sulla partnership con Mosca.
E così, dopo il G7, si è conclusa anche la Conferenza di pace sull’Ucraina in Svizzera. Il tono è sempre quello “vincere, e vinceremo!” e…
di Giuseppe Gaglliano – Le definizioni di terrorismo di stato fornite dagli esperti internazionali convergono su alcuni elementi chiave che delineano questo fenomeno. Secondo Robert Pape, il terrorismo di stato si manifesta attraverso l’uso deliberato della violenza contro civili da parte di uno Stato per ottenere obiettivi politici, economici o ideologici. Questa definizione sottolinea l’intenzionalità della violenza diretta contro civili innocenti per raggiungere scopi specifici. Noam Chomsky approfondisce questo concetto, descrivendo il terrorismo di stato come l’uso della violenza da parte di uno stato per intimidire o coartare una popolazione o un gruppo di popolazioni, al fine di ottenere conformità o sottomissione. Il focus è posto sull’intimidazione e sulla coercizione come strumenti per controllare la popolazione.
Dorota Kawecka, capo dei Servizi segreti militari polacchi (SWW), è stata promossa a marzo dal primo ministro Donald Tusk, nel contesto della guerra di intelligence che si combatte sul fronte orientale della NATO. La sua nomina segue una serie di scandali e defezioni, inclusa quella del giudice Tomasz Szmydt, fuggito in Bielorussia con informazioni compromettenti.