Press "Enter" to skip to content

Posts published in “Società”

RUSSIA 9/5: IL SIGNIFICATO DI UNA FESTA

di Marco Bordoni    Oggi i Russi celebrano la loro festa civile più importante, che ricorda la vittoria sovietica nella seconda guerra mondiale. Dalle nostre parti se ne parla poco. Forse vedrete un servizietto in TV con qualche immagine della spettacolare parata, chiosata dal solito commento velenoso:  Putin spende e spande per sogni di grandeur mentre la gente fa la fame. Oppure troverete sui social il commento estasiato di qualche fan all’amatriciana, innamorato dell’uomo forte che arringa le truppe in marcia a bandiere spiegate.

NAVALNY E LA SVOLTA DEL CREMLINO

di Giovanni Pigni   L’ora più buia  sembra giunta per Aleksey Navalny e i suoi sostenitori. La Procura di Mosca vuole bollare come “estremista” l’organizzazione del principale dissidente russo, di recente condannato a due anni e otto mesi di carcere. Secondo l’accusa, “nascondendosi dietro slogan liberali”, il movimento mirerebbe a “destabilizzare la situazione sociale e politica del Paese”. Per le organizzazioni estremiste sono previste condanne penali non solo per organizzatori e membri, ma anche per i finanziatori e per chi diffonde materiale online. In sostanza, in caso di sentenza sfavorevole, il movimento di Navalny verrebbe messo fuorilegge: un colpo durissimo, se non fatale, per l’opposizione non sistemica – termine che indica i movimenti al di fuori dell’establishment politico leale al Cremlino – di cui Navalny è diventato di fatto il leader.

CLASSE MEDIA, SCONTENTA MA ANCORA FEDELE

di Jake Cordell    Dopo anni di rapida espansione durante il primo mandato presidenziale di Vladimir Putin, la classe media russa si è contratta a partire dal suo ritorno in carica nel 2012. Il duro confronto con l’Occidente dopo l’annessione della Crimea, le conseguenti sanzioni e l’attenzione del Cremlino alla stabilità macroeconomica a scapito dello sviluppo hanno consolidato una stagnazione che ha colpito duramente i ceti medi. Secondo recenti ricerche, la classe media russa si è ridotta del 20% durante la crisi economica degli anni successivi.

GLUSHKOV, OPPOSITORE O TRUFFATORE?

La London Coroner’s Court ha concluso che Nikolay Glushkov, ex socio d’affari di Boris Berezovsky (trovato morto impiccato nel 2013 nella sua casa inglese) ed ex top manager di Aeroflot, residente nel Regno Unito dal 2010 dopo aver ricevuto asilo politico, fu ucciso e strangolato nel 2018. Il 12 marzo di quell’anno Glushkov doveva presentarsi in Tribunale per difendersi dalla richiesta di estradizione emessa dalle autorità russa, dopo che un Tribunale di Mosca l’aveva condannato a 8 anni di prigione con l’accusa di aver sottratto 132 milioni di dollari alla compagnia Aeroflot. Fu invece trovato morto dalla figlia Natalya. Secondo il coroner inglese, dunque, Glushkov fu assassinato. E non è sfuggito a nessuno il fatto che l’omicidio di Glushkov, a quanto pare, avvenne una settimana dopo il tentativo di avvelenamento ai danni di Sergey Skripal e della figlia a Salisbury, sempre nel Regno Unito.

PERCHÈ LA MAGGIORANZA STA CON PUTIN

di Andrey Kolesnikov   Il russo medio non è contento della situazione nel Paese, ma il malcontento non lo spinge a unirsi all’opposizione o ai movimenti della società civile. Al contrario, come ho provato a spiegare nell’articolo precedente, si sente infastidito quando un leader come Aleksey Navalny o chiunque altro sfida la sua visione del mondo, nella misura in cui il conformismo a volte si trasforma in un rifiuto aggressivo di tutti quei segmenti della società che sono critici verso il Governo. Questo articolo proverà a esaminare che cosa ha influenzato l’umore della maggioranza silenziosa e se un cambiamento sia ora possibile, dopo le proteste di gennaio e febbraio e prima dell’ipotetica campagna di protesta di primavera.

PERCHÈ IL RUSSO MEDIO NON SEGUE NAVALNY (1)

di Andrey Kolesnikov      Secondo un recente sondaggio, l’avvelenamento, il ritorno in Russia e la successiva prigionia hanno solo aumentato la sfiducia e la disapprovazione del pubblico russo nei confronti di Aleksey Navalny, come dimostra un recente sondaggio. La spiegazione non potrebbe essere più banale: in questo caso l’ambasciatore porta pena. Con le sue indagini sugli alti funzionari e il film sul “palazzo di Putin”, Navalny ha presentato nuove prove della corruzione e del fallimento morale della leadership del Paese. Ma la maggioranza silenziosa, il russo medio, non vuole sapere e preferisce rimuovere le informazioni negative e compromettenti sul proprio Paese.

ANNA KIKINA, DALLA BARBIE ALLO SPAZIO

Nel gruppo dei cosmonauti russi, oggi, c’è solo una donna: Anna Kikina. In questa intervista racconta di sé, della propria professione. E offre qualche consiglio a coloro che volessero ripercorrere la sua strada. “Il cosmonauta donna”, dice Anna, “segue lo stesso programma di addestramento del cosmonauta uomo. A bordo di un navicella spaziale la donna è, prima di tutto, una professionista che svolge i compiti  che le sono stati assegnati. Oggi tutti i cosmonauti sono “universali”, e non sono più divisi tra “pratici” e “teorici” come prima. Sia gli uomini sia le donne devono superare con successo tutti gli esami, possedere conoscenze teoriche che soddisfano i requisiti più elevati e allenarsi regolarmente, affinando le abilità acquisite e praticandone di nuove”.

LA RUSSIA NON È UN PAESE PER GIOVANI?

Sette datori di lavoro su dieci non assumerebbero giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni perché pensano che questi mostrino scarso senso di responsabilità nei confronti del lavoro. È uno dei risultati dell’inchiesta che Rabota.ru, il più importante portale russo per la ricerca e l’offerta di lavoro, ha svolto in mille aziende del Paese. Il 56% (scelta multipla) dei rappresentanti d’azienda cita anche l’indisciplina come uno dei motivi per non considerare candidati di quella fascia d’età, e un altro 45% degli intervistati cita le aspettative troppo alte in relazione al salario.

MANIZHA, SCANDALO ALL’EUROVISIONE

di Alexandra Curtis      L’8 marzo Manizha ha eseguito la sua canzone “Russian Women” in TV e, attraverso un televoto nazionale, si è guadagnata l’opportunità di rappresentare la Russia sulla scena internazionale, all’Eurovision Song Contest che si svolgerà a Rotterdam (Olanda) il 18, 20 e 22 maggio. La canzone, che sostiene fortemente l’emancipazione e l’affermazione delle donne, è andata particolarmente bene anche perché l’esibizione è avvenuta in coincidenza con la Giornata internazionale della donna.