Press "Enter" to skip to content

Posts published in “Editoriali”

Il vaccino che tanto dispiace ai russofobi

Nei giorni scorsi Lettera da Mosca ha fatto un ragionamento semplice semplice, persino scontato. Sputnik V, il vaccino russo anti-Covid che l’anno scorso (fu annunciato in agosto) era stato accolto con scetticismo dalla comunità scientifica e con ironia da molti osservatori ed espetti improvvisati, ed era stato ignorato da tutti gli altri Governi, è infine entrato nel salotto buono. Quattordici Paesi (tra cui Israele, Ungheria, Pakistan e Argentina) l’hanno acquistato o approvato. La Turchia ha stretto un accordo con la Russia per produrlo in proprio. La Germania si è fatta avanti per un progetto simile a quello turco. E la Ue, su richiesta russa, si è detta disposta ad attuare una “rolling review” (in pratica, una verifica in evoluzione) sullo Sputnik V, in vista ovviamente di una sua approvazione anche in ambito europeo. Ultimo ma non ultimo, l’ambasciatore d’Italia in Russia,  Pasquale Terracciano, si è fatto vaccinare con Sputnik V e non l’ha certo nascosto.

Protesta pro-Navalny, due lezioni da studiare

di Fulvio Scaglione    Circola una statistica, nei media russi, secondo cui il 42% di tutti coloro che ieri sono scesi in strada nella protesta a favore di Aleksej Navalny partecipavano per la prima volta a una manifestazione di protesta. Vero o no che sia, nessuno può sottostimare o, peggio, ignorare la lezione di quanto è successo ieri in 111 città della Russia.

Guarda guarda, ora Sputnik V ci piace

di Fulvio Scaglione         Non si vorrebbe infierire ma i fatti parlano da soli. Ricordate i broncetti e i ditini alzati quando, l’11 agosto scorso, Vladimir Putin annunciò che la Russia aveva prodotto il primo vaccino anti-Covid, battezzato Sputnik V? Giù tutti a dire che avevano fatto troppo in fretta, che non era possibile, che era una truffa. E pazienza l’Oms, che voleva vederci chiaro: è il suo mestiere. E pazienza gli scienziati, che hanno comunque dei doveri e ai quali magari non faceva piacere che un russo qualunque, magari dentro un laboratorio militare, fosse arrivato al traguardo prima di loro. Ma tutti gli altri? Finti esperti, giornalisti che di vaccini non sanno un tubo ma pontificano? Tutti belli in riga a cantare la solita canzone: che Putin è cattivo, la Russia è l’impero del male, quindi da lì non può arrivare nulla di buono. E vai con l’ironia sul nome Sputnik V, che riprende quello del primo satellite artificiale messo in orbita intorno alla Terra, dall’Urss nel 1957… Ancora il mese scorso, un autorevole quotidiano economico italiano definiva la vaccinazione di massa in Russia, in quel momento appena annunciata, “una fuga in avanti”.

INVESTIMENTI ESTERI IN FUGA NEL 2020

Il volume degli investimenti diretti esteri in società russe alla fine del 2020 è diminuito di oltre 20 volte rispetto al 2019: 1,4 miliardi di dollari contro i 28,9 miliardi di dollari dell’anno precedente. Lo riporta la Banca Centrale di Russia. Nel primo e nel quarto trimestre dello scorso anno è stato registrato un deflusso di fondi, pari rispettivamente a 4,1 e 0,9 miliardi di dollari. Nel secondo e terzo trimestre le perdite sono state compensate, perché dall’estero sono arrivati investimenti in società russe per 5,9 miliardi e 0,5 miliardi di dollari. Ma anche con la parziale ripresa degli indicatori, il risultato è stato il peggiore dalla metà degli anni Novanta, in particolare nel 1994 quando fu di soli 0,634 miliardi di dollari. Male anche nel 1998 e nel 1999, con 2,5 e $ 2,8 miliardi di dollari. Il record di investimenti diretti esteri è stato invece registrato nel 2008, con un ammontare di 65 miliardi. Un altro anno molto positivo è stato il 2013, quando l’afflusso di capitali è stato di 60 miliardi di dollari.

Reati in aumento nel 2020. E in Rete…

Irina Volk, portavoce del ministero degli Interni della Federazione Russa, ha diffuso alcune statistiche sulla criminalità in Russia nel periodo gennaio-novembre 2020. Nel Paese si è avuto in quel periodo un leggero aumento dei reati, pari all’1,2%, con un dato più preoccupante per i crimini, cresciuti del 17,4%. L’aumento è stato registrato in 50 degli 85 soggetti della Federazione, con la punta più negativa nella città a statuto speciale di Sebastopoli, dove i reati sono cresciuti del 40%.

Kirill: “Negare il Covid è come perdere la fede”

È andato giù piatto, il patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill, nel prendersela con i negazionisti del Covid-19. E lo ha fatto dal pulpito della cattedrale di Cristo Salvatore, a Mosca. Ovvero dal luogo che è un tempio della fede ortodossa ma anche dell’orgoglio nazionale, essendo stata ricostruita negli anni Novanta laddove sorgeva quella costruita nell’Ottocento per ringraziare il Signore della vittoria su Napoleone nel 1812.

COSI’ I MOVIMENTI DI PUTIN FINIVANO IN CHAT

Qualche giorno fa abbiamo dato conto, in queste pagine, della trascuratezza di molti ufficiali dei servizi segreti russi rispetto alle norme di sicurezza per le comunicazioni. Trascuratezza emersa in modo clamoroso nel “caso Navalnyj”. A giudicare da una recente inchiesta di BBC Russia, si tratta di un’abitudine consolidata a molti livelli. Pare infatti che anche Valerij Nikolaevic Ermakov, colonnello della Polizia e soprattutto direttore del Centro speciale per la sicurezza dei movimenti su strada (qui CSSMS) del ministero degli Interni, sia finito nei guai. Ma prima di dire perché, chiariamo di che cosa si occupa il Centro da lui diretto.

COVID, LA RUSSIA HA MENTITO? FORSE SI’, FORSE NO

di Fulvio Scaglione  Avvertenza: qui si parla male di noi e anche della Russia. Comunque… Il notizione di fine anno è stato questo: la Russia ha mentito, ha truccato i dati sui morti da Covid. Rosstat, l’istituto federale di statistica, ha reso noto che le vittime del virus sarebbero 186 mila, contro le 56 mila di cui si parlava fino a pochi giorni fa. Il triplo, insomma. Dando poi retta ai calcoli di Aleksej Raksha, demografo di Rosstat invitato a dimettersi nell’estate scorsa, i morti da Covid sarebbero addirittura 240 mila. Lui dice che nel 2020 ci sono stati in Russia 300 mila morti più che nel 2019 e che (non si sa bene in base a quale ragionamento) l’80% di questi morti in più sono dovuti al virus. Raksha aggiunge che la truffa statistica sarebbe stata organizzata per favorire la propaganda putiniana per il referendum costituzionale, in un primo tempo previsto per il 22 aprile e poi, proprio a causa del Covid, spostato al 25 giugno.

Dagli hacker onnipotenti agli avvelenatori fessi

di Fulvio Scaglione  Di quale Russia stiamo parlando? D’ora in poi bisognerà premettere questa domanda a qualunque cosa si voglia dire o scrivere. Perché è chiaro che la Russia degli hacker onnipotenti, quelli che penetrano come fosse burro anche i segreti del Pentagono o dell’agenzia atomica degli Usa (i quali proprio indietro come tecnologia non sono, e poi sono anni che la menano con ‘sti hacker, avranno pur preso qualche precauzione), non s’accoppia bene con quella degli avvelenatori fessi. Ma fessi assai, visto che non riescono a far fuori né un vecchio doppiogiochista inutile e ininfluente come Skripalun furbone come Navalnyj, ci mettono la firma (l’uso del noviciok, una specie di neon con la scritta “è stato il Cremlino”) e se non basta la raccontano pure al telefono.

Ljubov’, testimone della vittoria

È morta all’età di 100 anni a Gomel’, in Bielorussia, Ljubov’ Alekseevna Netupskaja. Era stata la prima testimone di un evento storico: la vittoria contro il nazismo, la resa senza condizioni della Germania hitleriana, firmata nella notte tra l’8 e il 9 maggio 1945 a Berlino, nel quartier generale del comandante delle truppe sovietiche, maresciallo Georgij Zhukov, dal feldmaresciallo Wilhelm Keitel.