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INVESTIMENTI ESTERI IN FUGA NEL 2020

Il volume degli investimenti diretti esteri in società russe alla fine del 2020 è diminuito di oltre 20 volte rispetto al 2019: 1,4 miliardi di dollari contro i 28,9 miliardi di dollari dell’anno precedente. Lo riporta la Banca Centrale di Russia. Nel primo e nel quarto trimestre dello scorso anno è stato registrato un deflusso di fondi, pari rispettivamente a 4,1 e 0,9 miliardi di dollari. Nel secondo e terzo trimestre le perdite sono state compensate, perché dall’estero sono arrivati investimenti in società russe per 5,9 miliardi e 0,5 miliardi di dollari. Ma anche con la parziale ripresa degli indicatori, il risultato è stato il peggiore dalla metà degli anni Novanta, in particolare nel 1994 quando fu di soli 0,634 miliardi di dollari. Male anche nel 1998 e nel 1999, con 2,5 e $ 2,8 miliardi di dollari. Il record di investimenti diretti esteri è stato invece registrato nel 2008, con un ammontare di 65 miliardi. Un altro anno molto positivo è stato il 2013, quando l’afflusso di capitali è stato di 60 miliardi di dollari.

Altre note dolenti per il 2020. Il deflusso netto di capitali dalla Russia alla fine dell’anno scorso è aumentato di 2,2 volte rispetto al 2019, fino a toccare quota 47,8 miliardi di dollari. Gli investimenti in titoli di società sono diminuiti di 14,1 miliardi, mentre i capitali in uscita nel secondo trimestre (7,3 miliardi) hanno superato per importo quelli dell’intero 2019 (4,2 miliardi).

Il netto calo degli investimenti esteri durante il 2020 è stato provocato da una serie di eventi interni ed esterni alla Russia. In primavera, gli investitori stranieri hanno drenato denaro alla Russia con il deprezzamento del rublo, il crollo dell’accordo OPEC + (Russia e Arabia Saudita andarono alla guerra dei prezzi del petrolio dopo il mancato accordo sui volumi di produzione) e il calo dei prezzi del greggio, dicono gli esperti di BCS Global Marketing. In autunno, gli investitori sono stati invece colpiti dalla storia dell’avvelenamento dell’oppositore Aleksei Navalny e dalla prospettiva di nuove sanzioni contro la Russia. Le decisioni di ritirare i fondi potrebbero essere state influenzate anche dai risultati delle elezioni presidenziali statunitensi. Gli americani hanno scelto Joseph Biden, da quale ci si attende una politica ancor più ostile alla Russia. Gli investitori hanno inoltre reagito negativamente alla decisione delle autorità russe di aumentare le tasse per le società che operano nel settore delle materie prime.

Nonostante tutto ciò, l’economia russa ha chiuso il 2020 con meno perdite del previsto. Secondo il ministro delle finanze Anton Siluanov, alla fine dell’anno il deficit di bilancio è stimato al 3,9% del PIL, mentre in precedenza il ministero delle Finanze aveva previsto che questa cifra sarebbe stata dal 4% al 5% del PIL. Secondo il FMI, gli Stati Uniti hanno perso il 4,3% del PIL a fine anno, l’Unione Europea ha perso ancora di più – 8,3%, principalmente a causa del calo delle economie di Spagna (-12,8%), Italia (-10,6%) Francia ( -9,8%) e Germania (-6%). L’unico grande Paese il cui PIL è aumentato nel 2020 è la Cina. L’economia del Paese ha guadagnato il 2,1%, anche se questo, per l’economia cinese, è un dato estremamente basso rispetto agli anni precedenti.

Lettera da Mosca

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