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YANDEX E IL VACCINO AGLI STRANIERI

Tutti conoscono Yandex come la società informatica fondata nel 1997 (oggi quotata alla Borsa di New York e a quella di Mosca) e titolare del motore di ricerca che controlla il 65% del mercato russo. Yandex, però, ha diverse altre attività, tra cui quelle di taxi, car sharing e food delivery. Proprio in quest’ultima veste l’azienda si è fatta promotrice di un appello al sindaco di Mosca,  Sergej Sobianin, affinché inserisca i tassisti e i corrieri del cibo tra le categorie a cui distribuire in maniera prioritario Sputnik V, il vaccino antiCovid di produzione russa che è già stato inoculato in più di un milione di persone.

L’ufficio stampa di Yandex, inoltre, ha chiesto che la vaccinazione sia disponibile anche a tutti coloro, particolarmente numerosi appunto tra i tassisti e i corrieri (che, dice appunto Yandex, “entrano in contatto con un gran numero di persone, anche durante la pandemia“), che sono stranieri e ancora non hanno ottenuto la residenza a Mosca. Senza quella, gli immigrati non possono godere dell’assicurazione medica, e quindi non possono accedere al vaccino. E Anna Popova, direttrice di Rospotrebnadzor (l’agenzia federale di protezione del consumatore) ha già detto chiaramente che il primo obiettivo è vaccinare i cittadini russi. Gli stranieri che vivono e lavorano in Russia riceveranno il vaccino, ma più avanti, chissà quando.

Con la sua presa di posizione Yandex non solo ha cercato di difendere il diritto alla salute dei suoi dipendenti, ma ha anche sollevato una questione assai delicata. C’è del razzismo in quelle disposizioni? Il Sindacato dei lavoratori migranti, attraverso il suo presidente Renat Karimov, ha detto che la direttiva della Popova è “discriminatoria, perché di fronte al virus, le persone non dovrebbero essere divise per cittadinanza o tipo di impiego. Gli stranieri vivono fianco a fianco con i cittadini russi, viaggiano sui loro stessi mezzi di trasporto, lavorano con loro. Mi sembra che vaccinare i cittadini russi e non vaccinare i cittadini stranieri sia almeno strano”.

Lettera da Mosca

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