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Posts published in “Editoriali”

L’Estonia balla da sola. Con cautela.

Interessante presa di posizione di Kaja Kallas, prima ministra dell’Estonia: “Forse la Russia sta usando il vaccino Sputnik V per raggiungere obiettivi politici”, ha detto la Kallas, “infatti non vaccina la propria popolazione ma offre il vaccino ad altri Paesi per accrescere la propria influenza. La Cina sta facendo la stessa cosa. Ma la domanda è: se l’Agenzia Europea per i Medicinali dice che questo è un buon vaccino, allora per noi è un vaccino come qualunque altro. Non dobbiamo farne uno strumento politico, le persone devono essere vaccinate”.

Cicvarkin, il vino e l’affitto di Navalny

15.580 euro. Tanto è costato l’affitto dell’appartamento di Friburgo (Germania) in cui Aleksej Navalny ha vissuto per diversi mesi dopo essere uscito dall’Ospedale Charitè di Berlino dove era stato curato per l’avvelenamento dell’estate scorsa a Omsk. E chi ha pagato, questo e altro? Evgeny Cicvarkin, che ha peraltro di buon grado confermato la notizia ai giornalisti di RBK.

Nord Stream 2 e la logica della Germania

Circola un po’ di stupore per la tenacia con cui la Germania difende il progetto del gasdotto Nord Stream 2. Riuscendo, in quel modo, a fare due dispetti nello stesso tempo. Uno alla Russia, che dalla Merkel viene di continuo attaccata sull’Ucraina e sui diritti civili (vedi alla voce Navalny, curato in quella Germania che è stata molto decisa nel denunciare l’avvelenamento da Noviciok). E l’altro agli Usa, che da Trump a Biden non cessano di manifestare il proprio scontento per l’avanzamento del gasdotto, ormai pronto al 90%.

PARLER, LA CHAT DI TRUMP PARLA RUSSO

Jon Matze, amministratore delegato e co-fondatore del servizio di instant messaging Parler, è stato licenziato dal consiglio di amministrazione, a sua volta presieduto da Rebekah Mercer, imprenditrice molto vicina al Partito repubblicano. La motivazione ufficiale è quella tipica in questi casi: divergenze sullo sviluppo del prodotto. Pare però che il contrasto più serio sia avvenuto sul modo di moderare i contenuti. Ricordiamo che Parler, diventato il rifugio della destra trumpiana dopo che il Presidente era stato “espulso” dai social network tradizionali, era stato poi boicottato da Amazon (che aveva disabilitato i server che lo ospitavano) come da Apple e Google, che avevano eliminato la app del social network dai loro store. A Parler, inoltre, veniva rimproverato di essere servito da strumento organizzativo a molti dei gruppi che, il 6 gennaio scorso, avevano dato l’assalto al Campidoglio di Washington.

Vaccino russo, il prezzo del pregiudizio

di Fulvio Scaglione    Lettera da Mosca negli ultimi tempi si è occupata due volte di Sputnik V, il discusso (in Occidente) vaccino russo anti-Covid. Si veda qui e qui. L’intento degli interventi non era di stabilire se il vaccino russo funzionasse o meno: non siamo scienziati e non ci permetteremmo mai un simile abuso. Si voleva invece sottolineare che Sputnik V era stato fin dall’inizio dismesso e giudicato inaffidabile non tanto per ragioni medico-scientifiche ma piuttosto per ragioni geopolitiche. Era stato considerato un bluff propagandistico nazionalistico di Vladimir Putin, nulla più. Se alla base ci fossero state ragioni diverse, ci si sarebbe almeno premurati di prendere contatto con Mosca per saperne di più, per capire. Primo, perché i laboratori russi (ancor più quelli militari) non vanno presi sotto gamba. Secondo, perché se per combinazione il vaccino russo fosse stato promettente, c’era modo di salvare qualche (forse tante) vite in più.

YANDEX E IL VACCINO AGLI STRANIERI

Tutti conoscono Yandex come la società informatica fondata nel 1997 (oggi quotata alla Borsa di New York e a quella di Mosca) e titolare del motore di ricerca che controlla il 65% del mercato russo. Yandex, però, ha diverse altre attività, tra cui quelle di taxi, car sharing e food delivery. Proprio in quest’ultima veste l’azienda si è fatta promotrice di un appello al sindaco di Mosca,  Sergej Sobianin, affinché inserisca i tassisti e i corrieri del cibo tra le categorie a cui distribuire in maniera prioritario Sputnik V, il vaccino antiCovid di produzione russa che è già stato inoculato in più di un milione di persone.

Il vaccino che tanto dispiace ai russofobi

Nei giorni scorsi Lettera da Mosca ha fatto un ragionamento semplice semplice, persino scontato. Sputnik V, il vaccino russo anti-Covid che l’anno scorso (fu annunciato in agosto) era stato accolto con scetticismo dalla comunità scientifica e con ironia da molti osservatori ed espetti improvvisati, ed era stato ignorato da tutti gli altri Governi, è infine entrato nel salotto buono. Quattordici Paesi (tra cui Israele, Ungheria, Pakistan e Argentina) l’hanno acquistato o approvato. La Turchia ha stretto un accordo con la Russia per produrlo in proprio. La Germania si è fatta avanti per un progetto simile a quello turco. E la Ue, su richiesta russa, si è detta disposta ad attuare una “rolling review” (in pratica, una verifica in evoluzione) sullo Sputnik V, in vista ovviamente di una sua approvazione anche in ambito europeo. Ultimo ma non ultimo, l’ambasciatore d’Italia in Russia,  Pasquale Terracciano, si è fatto vaccinare con Sputnik V e non l’ha certo nascosto.

Protesta pro-Navalny, due lezioni da studiare

di Fulvio Scaglione    Circola una statistica, nei media russi, secondo cui il 42% di tutti coloro che ieri sono scesi in strada nella protesta a favore di Aleksej Navalny partecipavano per la prima volta a una manifestazione di protesta. Vero o no che sia, nessuno può sottostimare o, peggio, ignorare la lezione di quanto è successo ieri in 111 città della Russia.

Guarda guarda, ora Sputnik V ci piace

di Fulvio Scaglione         Non si vorrebbe infierire ma i fatti parlano da soli. Ricordate i broncetti e i ditini alzati quando, l’11 agosto scorso, Vladimir Putin annunciò che la Russia aveva prodotto il primo vaccino anti-Covid, battezzato Sputnik V? Giù tutti a dire che avevano fatto troppo in fretta, che non era possibile, che era una truffa. E pazienza l’Oms, che voleva vederci chiaro: è il suo mestiere. E pazienza gli scienziati, che hanno comunque dei doveri e ai quali magari non faceva piacere che un russo qualunque, magari dentro un laboratorio militare, fosse arrivato al traguardo prima di loro. Ma tutti gli altri? Finti esperti, giornalisti che di vaccini non sanno un tubo ma pontificano? Tutti belli in riga a cantare la solita canzone: che Putin è cattivo, la Russia è l’impero del male, quindi da lì non può arrivare nulla di buono. E vai con l’ironia sul nome Sputnik V, che riprende quello del primo satellite artificiale messo in orbita intorno alla Terra, dall’Urss nel 1957… Ancora il mese scorso, un autorevole quotidiano economico italiano definiva la vaccinazione di massa in Russia, in quel momento appena annunciata, “una fuga in avanti”.

INVESTIMENTI ESTERI IN FUGA NEL 2020

Il volume degli investimenti diretti esteri in società russe alla fine del 2020 è diminuito di oltre 20 volte rispetto al 2019: 1,4 miliardi di dollari contro i 28,9 miliardi di dollari dell’anno precedente. Lo riporta la Banca Centrale di Russia. Nel primo e nel quarto trimestre dello scorso anno è stato registrato un deflusso di fondi, pari rispettivamente a 4,1 e 0,9 miliardi di dollari. Nel secondo e terzo trimestre le perdite sono state compensate, perché dall’estero sono arrivati investimenti in società russe per 5,9 miliardi e 0,5 miliardi di dollari. Ma anche con la parziale ripresa degli indicatori, il risultato è stato il peggiore dalla metà degli anni Novanta, in particolare nel 1994 quando fu di soli 0,634 miliardi di dollari. Male anche nel 1998 e nel 1999, con 2,5 e $ 2,8 miliardi di dollari. Il record di investimenti diretti esteri è stato invece registrato nel 2008, con un ammontare di 65 miliardi. Un altro anno molto positivo è stato il 2013, quando l’afflusso di capitali è stato di 60 miliardi di dollari.