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Kirill: “Negare il Covid è come perdere la fede”

È andato giù piatto, il patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill, nel prendersela con i negazionisti del Covid-19. E lo ha fatto dal pulpito della cattedrale di Cristo Salvatore, a Mosca. Ovvero dal luogo che è un tempio della fede ortodossa ma anche dell’orgoglio nazionale, essendo stata ricostruita negli anni Novanta laddove sorgeva quella costruita nell’Ottocento per ringraziare il Signore della vittoria su Napoleone nel 1812.

Ecco le parole che il patriarca Kirill si è concesso al termine dell’omelia: “”So che ci sono persone che non credono in nulla. Non credono nella malattia o nel pericolo che essa comporta, ignorano le precauzioni sanitarie. Ma noi credenti sappiamo che nel mondo  ci sono non solo persone stupide – possiamo proprio chiamarle così – come queste ma persino molte persone che non credono in Dio. È pericoloso quando le persone non credono in Dio, è un rischio mortale. Così come è pericoloso oggi se le persone non credono nella diffusione del virus e non si proteggono dall’infezione”.

L’atteggiamento del Patriarcato e del patriarca Kirill, come si vede apertamente ostile ai “negazionisti” del Covid-19, ha destato molte polemiche anche all’interno della comunità dei fedeli ortodossi, oltre alle solite accuse di sostegno alla politica (in questo caso, quella sanitaria) del Cremlino. Ci torneremo su tra brevissimo. Va peraltro notato che numerose sono state le vittime tra i sacerdoti e i monaci, nelle parrocchie come nei monasteri.

Resta qui da notare che già nel marzo scorso, cioè durante la prima ondata, Kirill aveva invitato i fedeli russi ad “astenersi dal frequentare le chiese” per contrastare la diffusione del virus. E che in aprile, nel tradizionale messaggio al Papa e ai responsabili delle Chiese non ortodosse, aveva definito il Covid-19 “una disgrazia globale”. E aveva poi sottolineato che in passato “gravi epidemie colpirono popoli, grandi e piccoli, e persino continenti, ma esistevano sempre luoghi salvifici nel mondo dove c’era la garanzia di non ammalarsi o morire. Oggi non ci sono praticamente posti simili, perché stiamo affrontando un’infezione globale”. Lo stesso Kirill, in ottobre, era stato costretto all’autoisolamento dopo essere entrato in contatto con una persona positiva al virus.

Lettera da Mosca

 

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