Succedeva l’8 dicembre del 1991, in una dacia nella foresta di Belovezha, in Bielorussia. Boris Eltsin per la Repubblica russa, Leonid Kravchuk per quella ucraina e Stanislav Shushkevic per quella bielorussa proclamavano la fine dell’Unione Sovietica “come entità giuridica e politica”. Ma in realtà succede ogni giorno, perché la fine dell’URSS non è mai finita.
Posts published in “Editoriali”
25 luglio 2019. Data cruciale nei rapporti tra la Federazione Russa, e soprattutto i suoi turisti, e le isole Maldive. Da quel giorno, infatti, i cittadini russi non hanno più avuto bisogno del visto per recarsi nel paradiso del mare e dell’abbronzatura.
L’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, la discussa agenzia di stampa che da molti anni ormai opera dal Regno Unito, ha diffuso una serie di dati relativi all’impiego come mercenari, da parte della Turchia, di jihadisti reclutati nelle zone di conflitto in Siria.
Il 27,9% degli ucraini sarebbe pronto a trasferirsi a vivere per sempre negli Stati Uniti o in uno dei Paesi dell’Unione Europea se potesse ottenere una piena cittadinanza, mentre il 68,7% non vorrebbe in nessun caso emigrare. È il risultato di un sondaggio svolto dall’Istituto Internazionale di Sociologia di Kiev (KIIS).
E così, un buon 42% dei russi, almeno secondo il sondaggio del Levada Center di Mosca, ha una buona opinione degli Usa, non li vede come un nemico, prova per loro una certa simpatia, tiene alto il gradimento Usa in terra di Russia. Per contro, una quota qui identica (46%) ha degli Usa un’opinione negativa.
Davanti all’ ambasciata dell’Armenia e a quella dell’Azerbaigian, a Mosca, sono sorti memoriali spontanei per onorare i caduti nella guerra cominciata il 27 settembre con l’offensiva delle truppe azere. I cittadini di origine armena e azera che abitano nella capitale russa hanno raggiunto la propria ambasciata per deporre mucchi di fiori e appendere ai muri fotografie dei giovani soldati caduti durante gli scontri.
Un sondaggio di Romir, società russa d’indagine dell’opinione pubblica, ha censito i personaggi pubblici ai quali i russi sono più disposti a dare fiducia. Al primo posto Vladimir Putin, ovvio. Al secondo Sergej Lavrov, il ministro degli Esteri che scavalca il leader nazionalista Vladimir Zhirinovskij, scivolato così al terzo posto. Al quarto, sorpresa sorpresa, il blogger e oppositore Aleksej Navalnyj, fresco reduce di un tentativo di avvelenamento di cui accusa direttamente Putin.
In Russia ci si sposa molto più che altrove: 6,3 matrimoni ogni mille abitanti (e nel 2018 ancor più: 7,1 ogni mille), quando in Italia siamo al 3,2 per mille, in Francia al 3,5 e nell’Unione Europea a una media di 4,3. In Russia, però, si divorzia anche, e molto più che altrove: 4,3 divorzi ogni mille abitanti, mentre l’Irlanda è allo 0,7 per mille, la Grecia all’1, la Romania all’1,5, l’Italia all’1,53, Finlandia e Svezia al 2,43, l’Estonia al 2,47, la Lituania al 3,07 e la Lettonia al 3,1. Insomma, il 63% dei matrimoni in Russia finisce con un divorzio.
Proprio mentre l’Unione Europea sta discutendo nuove sanzioni da infliggere alla Russia per il “caso Navalnyj”, un gruppo di giornalisti occidentali e russi non banali dibatte in Rete questo tema: le sanzioni non fanno che rafforzare Vladimir Putin e i suoi, per battere la loro narrazione sulla “russofobia” dell’Occidente bisognerebbe concedere libero ingresso nella Ue ai giovani russi sotto i 25 anni.
Il Levada Center, forse il più prestigioso e affidabile istituto di studio della pubblica opinione in Russia, ha realizzato il classico sondaggio su quelli che…