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RETE GIU’ IN RUSSIA: SOLO UN GUASTO?

Nella giornata di ieri (per la precisione, fino alle 14,45 ora locale) la Rete russa ha vissuto un down di proporzioni inedite. Il 92% degli utenti di Rostelekom, il maggiore prevede Internet di Russia, ha denunciato difficoltà di funzionamento. Per ore sono stati irraggiungibili i siti della Presidenza, del Governo, del Primo Ministro, del Comitato Investigativo, di Rockomnadzor (l’Agenzia federale per i diritti del consumatore e la protezione del malato), della Procura generale di Russia, della Duma (camera bassa del Parlamento), del ministero dell’Industria e del Commercio, del Consiglio di Sicurezza e del ministero dello Sviluppo Economico. Sono rimasti bloccati gli Internet banking di Alfa Bank, Qiwi, BTB e delle Poste russe. Altre aziende e istituzioni (per esempio l’agenzia Tass o il motore di ricerca Yandex, il più frequentato del Paese) hanno patito grosse difficoltà.  Così a lungo, e soprattutto in modo così mirato ai centri decisionali, la Rete russa non era mai stata a terra. Identico problema in molte regioni: Rete fuori uso per i siti del Governo locale, della magistratura e delle forze dell’ordine di Celyabinsk, Kusk e Murmansk, difficoltà in molti altri centri.

Questi i fatti, come peraltro riportati senza significative variazioni da tutti media russi, compresi quelli specializzati nell’analisi del funzionamento della Rete. Ora restano le interpretazioni. La più semplice, e forze anche la più realistica, è quella di una guasto. Rostelekom, che attraverso  società parallele garantisce i collegamenti in Rete del Cremlino e del Governo, ha imputato la paralisi a un imprecisato “malfunzionamento delle apparecchiature”. E a “spingere” questa interpretazione ha contribuito Dmitrij Peskov, portavoce del presidente Putin. Interpellato dai giornalisti, Peskov è caduto dal pero e ha detto di non saperne nulla e che anzi, nel suo ufficio, tutto funzionava normalmente. Resta da spiegare, però, che cosa sia successo a tutti quei siti che non si appoggiano a Rostelekom.

Non tutti, ovviamente, la pensano così. C’è chi, per esempio, ha messo il “guasto” in relazione al provvedimento preso da Roskomnadzor contro Twitter, il social giudicato colpevole di non aver cancellato, nonostante una lunga serie di avvertimenti, una quantità di messaggi considerati illegali dalla legislazione russa, tra cui incitazioni al suicidio, propaganda di sostanze stupefacenti, immagini pedopornografiche e post legati alle proteste non autorizzate a favore di Navalny del gennaio scorso. Per Twitter la punizione è stata il rallentamento del suo traffico: del 100% sui dispositivi mobili e del 50% su quelli fissi. L’avvocato Stanislav Seleznyov, per esempio, ha presentato un esposto alla Procura generale per chiedere l’apertura di un’indagine sulle decisioni di Roskomnadzor e sulle azioni di Rostelekom. L’ipotesi di Seleznyov è che siano stati proprio i provvedimenti contro Twitter, e le modifiche tecniche necessarie a realizzarli, a provocare il down della Rete russa, con grave danno per i cittadini e i consumatori. Ricordiamo che in Russia almeno metà della popolazione fa uso quotidiano della Rete e dei social.

E poi, naturalmente, c’è chi vede nei problemi della Rete una prima manifestazione di quei cyber attacchi che, secondo il New York Times, l’amministrazione Biden avrebbe deciso di lanciare contro la Russia come reazione alle presunte o reali interferenze degli hacker del Cremlino nelle elezioni presidenziali americane e alle intrusioni degli stessi nei siti di ministeri e grandi aziende Usa. È il caso, per fare un solo nome, del senatore Andrey Klimov, che al Consiglio della Federazione presiede il Comitato contro le interferenze esterne. “Il massiccio collasso dei siti web delle autorità russe”, ha detto appunto Klimov al giornale russo online Open Media, “potrebbe essere dovuto agli attacchi informatici degli Stati Uniti di cui ha recentemente parlato anche il New York Times. Minacce dirette contro i siti web delle agenzie governative russe sono state proferite molte volte a Washington, quindi non posso escludere una tale possibilità”.

Può darsi che il ruolo faccia un po’ velo alla capacità giudizio di Klimov, chissà… Resta il fatto che questo improvviso collasso dei siti governativi, sia di livello nazionale sia di livello locale, lascia perplessi. E che le spiegazioni date finora convincano pochi, come dimostrato anche dal dibattito che si è svolto tuttora si svolge sui canali specializzati. 

È proprio in questo dibattito che si ascolta più frequentemente una critica. Impossibile capire che cosa succede davvero alla Rete, dicono gli esperti russi, con questa penuria di informazioni, con il segreto che avvolge tutto quanto viene definito essenziale per la sicurezza nazionale. Ma questa è ancora un’altra storia.

Lettera da Mosca

 

 

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