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LA POLONIA BLOCCA GLI UCRAINI, LA UE TACE

Arriva da Reuters la notizia che i camionisti e gli agricoltori polacchi hanno iniziato un blocco 24 ore su 24 del valico di frontiera di Medyka, uno dei più trafficati tra Polonia e Ucraina. Continua dunque, dopo tre settimane, la protesta dei lavoratori polacchi, a seguito della quale migliaia di camion sono rimasti in coda per molti chilometri per diversi giorni. I camionisti affermano che stanno perdendo quote di mercato a causa della “concorrenza sleale” delle aziende ucraine, che offrono prezzi più bassi per i loro servizi e che ora possono trasportare merci anche all’interno dell’Unione Europea, e non più solo tra la UE e l’Ucraina. Ed è la stessa motivazione addotta dagli agricoltori, colpiti nei loro interessi dal fatto che il grano ucraino viene venduto a un prezzo più basso, cosa che ha provocato la chiusura delle importazioni da parte di Polonia, Ungheria, Slovacchia, Romania e Bulgaria. Per questo le due categorie, camionisti e agricoltori, hanno deciso di condurre insieme la protesta. Ora per Medyka passano solo due camion all’ora. Fanno eccezione i veicoli che trasportano aiuti umanitari e forniture militari. E i leader della protesta fanno sapere di essere pronti a bloccare tutti i valichi di frontiera a tempo indeterminato.

Sul lato ucraino del problema, considerando anche che la Polonia per tutto il periodo della guerra è stata il Paese più schierato nel sostegno all’Ucraina, nasce un sospetto: che queste proteste siano il segnale che dentro l’Unione Europea il consenso per l’accesso dell’Ucraina sia in realtà molto più scarso di quanto le dichiarazioni ufficiali farebbero pensare. Sensazione confermata non solo dall’appoggio del Governo polacco alle proteste di trasportatori e agricoltori, ma anche dal silenzio con cui tutto questo viene accolto dalle autorità di Bruxelles. Autorità che a suo tempo diedero il loro consenso al blocco delle importazioni di grano ucraino da parte dei cinque Paesi sopra citati.

Lettera da Mosca

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