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Posts tagged as “russia”

RUSSIA E INDIA, TRAIETTORIE DIVERGENTI

di Giuseppe Gagliano   Oggi la Russia commercia con l’India circa dieci volte meno di quanto fa con la Cina. La cooperazione tecnica militare tra Mosca e Nuova Delhi sperimenta molte complicazioni e persino battute d’arresto a causa della crescente presenza occidentale nel mercato della difesa indiano e della la strategia industriale “Make in India” dell’attuale Primo Ministro Modi. Esistono significative aree di disaccordo tra i due Paesi su molte questioni internazionali, tra cui il QUAD (il forum strategico tra Usa, Giappone, Australia e India, n.d.R.), l’Afghanistan, la Belt and Road Initiative proposta dalla Cina e altri ancora. Nel 2020, per la prima volta in vent’anni, Mosca e Nuova Delhi non hanno tenuto il loro regolare incontro annuale al vertice.

Il vaccino che tanto dispiace ai russofobi

Nei giorni scorsi Lettera da Mosca ha fatto un ragionamento semplice semplice, persino scontato. Sputnik V, il vaccino russo anti-Covid che l’anno scorso (fu annunciato in agosto) era stato accolto con scetticismo dalla comunità scientifica e con ironia da molti osservatori ed espetti improvvisati, ed era stato ignorato da tutti gli altri Governi, è infine entrato nel salotto buono. Quattordici Paesi (tra cui Israele, Ungheria, Pakistan e Argentina) l’hanno acquistato o approvato. La Turchia ha stretto un accordo con la Russia per produrlo in proprio. La Germania si è fatta avanti per un progetto simile a quello turco. E la Ue, su richiesta russa, si è detta disposta ad attuare una “rolling review” (in pratica, una verifica in evoluzione) sullo Sputnik V, in vista ovviamente di una sua approvazione anche in ambito europeo. Ultimo ma non ultimo, l’ambasciatore d’Italia in Russia,  Pasquale Terracciano, si è fatto vaccinare con Sputnik V e non l’ha certo nascosto.

LA RUSSIA, IL COVID E L’EUROPA (5. fine)

di Kadri Liik    Il Coronavirus non sembra aver cambiato il pensiero del Cremlino sugli obiettivi della politica estera, anche con l’Europa, pur bloccando molti degli sforzi necessari per perseguirli. In primavera e all’inizio dell’estate, ad esempio, il ministero degli Esteri russo si è concentrato sul rimpatrio dei cittadini bloccati all’estero, un tradizionale lavoro consolare che sembra aver incontrato qualche resistenza in altre parti del Governo russo. Secondo i pettegolezzi di Mosca, le agenzie statali incaricate di gestire la pandemia all’inizio erano riluttanti a consentire a potenziali portatori di infezione di entrare nel Paese. E il ministro degli esteri, Sergey Lavrov, ha dovuto lamentarsi con Putin per risolvere la questione.

LA RUSSIA E IL COVID: L’ECONOMIA TIENE (1)

di Kadri Liik    In una giornata soleggiata e calda di fine settembre, l’Internet russo ha diffuso ancora una volta foto di ambulanze in lunghe file davanti alle porte dell’ospedale, in attesa di lasciare i pazienti. Uno spettacolo che non si vedeva dalla fine di aprile. Il numero di infezioni da Covid-19 a Mosca è più che raddoppiato in pochi giorni. Questo ha costretto molti riluttanti ad ammettere che il dramma del Coronavirus non era ancora finito: il secondo atto stava per iniziare, come del resto ha fatto. Tuttavia, chiunque sperava che la minaccia comune del virus avrebbe contribuito a lanciare una nuova era di cooperazione internazionale, anche tra Russia e Occidente, è rimasto deluso. Così anche quelli che si aspettavano che il virus fosse la goccia finale per l’economia dipendente dal petrolio della Russia o per il sistema politico del presidente Vladimir Putin, che da tempo lotta per la legittimità e la popolarità.

IL CAUCASO, MA RACCONTATO BENE

di Amedeo Maddaluno  In un recente scambio di cinguettii, due famosi giornalisti noti nell’italica infosfera per le loro posizioni ultra-atlantiste e filostatunitensi concordavano sulla scadentissima qualità della saggistica italiana (specie in ambito politico), dichiarando non senza snobismo di preferirle quella anglosassone. “De gustibus non est sputazzellam”, avrebbe loro risposto il Principe De Curtis, in arte Totò: anche noi come lui tiriamo avanti rispetto a certe posizioni massimaliste che, non possiamo non sottolinearlo, fatichiamo a condividere.

Reati in aumento nel 2020. E in Rete…

Irina Volk, portavoce del ministero degli Interni della Federazione Russa, ha diffuso alcune statistiche sulla criminalità in Russia nel periodo gennaio-novembre 2020. Nel Paese si è avuto in quel periodo un leggero aumento dei reati, pari all’1,2%, con un dato più preoccupante per i crimini, cresciuti del 17,4%. L’aumento è stato registrato in 50 degli 85 soggetti della Federazione, con la punta più negativa nella città a statuto speciale di Sebastopoli, dove i reati sono cresciuti del 40%.

IL PATRIARCA E I PELLEGRINI NO-COVID

Le autorità della Chiesa ortodossa russa, per primo il patriarca Kirill, fin dall’inizio della pandemia (in Russia è coinciso con la Quaresima) hanno invitato i fedeli a rispettare le regole sanitarie e le strategie anti-Covid decise dal Governo. Lettera da Mosca ne ha parlato anche di recente. Non per questo, però, sono mancate le polemiche, anche all’interno della stessa Chiesa. Ne diamo conto ripubblicando un estratto del capitolo “La polemica negazionista di preti e monaci Covid-dissidenti” di un libro sulla Russia molto interessante e uscito da poco: Lo zar di vetro – La Russia di Putin di Stefano Caprio (Jaca Book). Profondo conoscitore della Russia, dove ha vissuto a lungo, e della Chiesa ortodossa russa, Caprio ha affrontato i temi decisivi, dalla crisi del puntinismo alla riforma costituzionale, dal rapporto tra Chiesa e Stato alle questioni economiche al ruolo dell’intelligencija. Ma ecco un brano del capitolo sulla dissidenza anti-Covid in ambito religioso.