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Posts tagged as “medvedchuk”

LUHANSK E IL RITORNO DI MEDVEDCHUK

da Notizie Geopolitichedi Giuseppe Gagliano – L’autoproclamata Repubblica Popolare di Luhansk, una delle due entità separatiste in Ucraina, ha concluso un accordo per l’esplorazione mineraria in cinque aree del suo territorio con la Trading House Don Coals. Questo accordo è parte dell’iniziativa di Mosca per stimolare l’economia locale attraverso lo sfruttamento intensivo delle risorse minerarie disponibili. Secondo varie fonti, Viktor Medvedchuk, ex parlamentare ucraino con posizioni favorevoli al Cremlino, è considerato il principale promotore di THDU.

KIEV, LE TESTE CHE CADONO E QUELLE CHE CADRANNO

di Pietro Pinter – Quando la propaganda diventa inconciliabile con la realtà, una resa dei conti prima o poi arriva. La testa di qualcuno – sia esso il vero responsabile o un capro espiatorio – deve rotolare davanti all’opinione pubblica, per permettere di “ricominciare da capo” con un’immagine ripulita. Far saltare teste però significa anche minare gli equilibri politici, cosa particolarmente pericolosa in un Paese in guerra. È successo in Russia l’anno scorso, quando i vertici militari hanno scontato il fallimento nel Nord dell’Ucraina, a Kharkov e sulla riva destra del Dnepr, della “operazione militare speciale”, venendo esautorati dal “partito della guerra” guidato da Prigozhin, con gli  esiti noti a tutti. Adesso sta succedendo a Kiev. L’epica di un’Ucraina destinata a vincere in breve tempo dopo aver assorbito l’urto iniziale dell’invasione – in una marcia trionfale verso il Mar d’Azov e i confini del 1991 – è andata definitivamente in frantumi con l’offensiva estiva da poco conclusa.

ZELENSKY, ADDIO AL CERCHIO MAGICO

“Ho decido di rimuovere dall’incarico il procuratore generale (Iryna Venediktova, n.d.r.) e il capo del servizio di sicurezza SBU (Igor Bakanov, n.d.r.) dell’Ucraina. Fino a oggi sono stati registrati 651 procedimenti penali per alto tradimento a carico di collaboratori della Procura degli organismi d’indagine e di altre forze dell’ordine. In 198 casi le persone interessate sono state raggiunte da un avviso di garanzia. In particolare, 60 collaboratori della Procura e dell’SBU sono rimasti nei territori occupati e lavorano contro il nostro Stato”. Quindi è questa, nelle parole dello stesso presidente Zelensky, la colpa che la Venediktova e Bakanov devono scontare. I due sono ora nel limbo, tra l’accusa di incapacità e quella di complicità in tradimento.

FRANCIA E UCRAINA, TRA GUERRA E AFFARI

di Roberto Favazzo      Dopo diversi mesi di scetticismo da parte dell’Ucraina, la visita del presidente francese Emmanuel Macron al suo omologo Volodymyr Zelensky ha segnato il ritorno della Francia in prima linea. Da parte ucraina, le questioni sono gestite da Andriy Yermak con il supporto del nuovo arrivato nell’ufficio del presidente, Rostyslav Shurma. Il veloce viaggio di Emmanuel Macron a Kiev sembra segnare un cambio di direzione da parte del Presidente francese, che, fino ad ora, aveva rimandato la visita a Kiev. Tuttavia, la crisi russo-americana sull’Ucraina gli ha fatto cambiare idea a poco a poco. Il 26 gennaio una delegazione ucraina ha visitato Parigi; il viaggio ha fatto seguito alla partecipazione di Andriy Yermak, capo dell’amministrazione presidenziale ucraina, la Bankova, a una sessione del Formato Normandia con Russia e Germania. Guidata dal ministro dell’Economia Yulia Svyridenko, la delegazione ha cercato di rinnovare i legami commerciali tra Francia e Ucraina, danneggiati dalle dimissioni del ministro dell’Interno Arsen Avakov, che era stato il punto di contatto preferito del complesso militare-industriale francese.

SICUREZZA, E IN UCRAINA ZELENSKY VA

Mentre la Corte Suprema russa chiudeva Memorial, in Ucraina il buon presidente Zelensky firmava il decreto con cui ratificava la chiusura di altre due compagnie di comunicazione: Time Media, che mette in onda il canale Tv Primo Indipendente, e Teleprostir, che mette in onda UkrLive. Le due compagnie sono in qualche modo “figlie” delle aziende di Viktor Medvedchuk, l’oligarca filo-russo che, guarda combinazione, è anche il leader del primo partito di opposizione, Piattaforma di opposizione-Per la vita, titolare del 13,05% dei voti alle ultime elezioni politiche. Time Media è stata fondata dai giornalisti di 112, NewsOne e ZIK, le tre televisioni di Medvedchuk (accusato di tradimento, messo agli arresti domiciliari e sottoposto e sequestro dei beni) che erano state chiuse nel febbraio scorso. Teleprostir, invece, appartiene a Nestor Shufirch, deputato di Piattaforma di opposizione. Il tutto, ovviamente, per ragioni di “sicurezza nazionale”. E in base a un decreto del Consiglio nazionale di sicurezza e di difesa che, secondo alcuni, non sarebbe nemmeno stato convocato. Ma questi sono particolari.

KIEV NON E’ KABUL, PERO’…

di Joel Wasserman     Ci sono molte persone alle frontiere della libertà che guardano le orribili immagini dall’Afghanistan e si chiedono quanta fiducia possono avere nella partnership dell’America con il loro Paese. Questa preoccupazione non è irragionevole per gli ucraini: è diventato dolorosamente chiaro che l’Ucraina non è una causa per la quale i principali partner occidentali sono disposti a pagare un costo elevato. A Kiev, però, possono essere fiduciosi: non dovranno affrontare lo stesso orribile destino. C’è una differenza drammatica nella natura del sostegno militare e politico dell’America ai due Paesi e nel fatto che l’Ucraina si difende con il proprio sangue e soprattutto con i propri proiettili. Tuttavia, la distinzione più importante tra Afghanistan e Ucraina è probabilmente che mentre il Governo afghano ha passato decenni a credere che gli Stati Uniti e l’Occidente non avrebbero mai permesso ai talebani di tornare, l’attuale Governo ucraino sembra preparare l’Ucraina alla realtà dei limiti del sostegno occidentale.

TELEVISIONI, IL BERSAGLIO DI ZELENSKY

di Dan Peleschuk   Da quando è entrato in carica nel 2019, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è stato spesso accusato di essere una marionetta schiava degli interessi degli oligarchi, un populista che non vuole o non può sa contrastare l’influenza russa che lacera il suo Paese. Quindi il suo recente giro di vite sui media filo-russi è stato una sorpresa per tutti. Il 2 febbraio, con pochi tratti di penna, Zelenskyj ha firmato i decreti che hanno bloccato tre televisioni filo-russe in Ucraina. La mossa era stata proposta dal Consiglio ucraino per la sicurezza e la difesa nazionale. Zelensky ha proseguito l’epurazione mediatica con un tweet in cui diceva che “l’informazione oggi è un’arma potente come i carri armati o i missili”.