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INVASIONE RUSSA, QUATTRO VERITA’

di Éric Denécé – Quando considerano la guerra in Ucraina, la maggior parte degli analisti, a mio avviso, parte da presupposti errati che credo siano stati instillati dagli Stati Uniti e dall’Ucraina e che è necessario smontare, perché sono all’origine di una visione falsa della realtà di questo conflitto e quindi del suo esito probabile. Non si tratta, ribadiamolo ancora una volta, di difendere le posizioni della Russia ma di ricordare alcuni fatti e di prendere coscienza della narrazione elaborata dagli americani e della disinformazione di cui siamo vittime in Europa, e in particolare in Francia, da ormai due anni, da quando è cominciata l’invasione. Ecco tali presupposti.

  1. La Russia voleva realizzare l’invasione dell’Ucraina. Sappiamo oggi che il corpo di battaglia russo ammassato al confine ucraino all’inizio del 2022 contava tra i 120.000 e i 150.000 uomini e che la prima ondata d’assalto comprendeva solo circa 60.000 uomini. Il semplice buonsenso vorrebbe che degli analisti seri avessero l’obiettività di riconoscere che si trattava di un’operazione militare “speciale” – che avevano tutto il diritto di denunciare – invece di concordare con la propaganda diffusa da Kiev, Londra, Washington e Varsavia che cercava di far credere in un’onda d’urto armata che minacciava tutta l’Europa occidentale. Gli effettivi russi impegnati erano chiaramente quelli di un’azione limitata, quindi notevolmente insufficienti per un’operazione di ampia portata contro uno Stato di 603.000 km² e 43 milioni di abitanti. Ricordiamo che durante l’invasione dell’Iraq – 438.000 km², 27 milioni di abitanti e forze armate non supportate da adeguata logistica – nel 2003, gli americani hanno schierato un esercito di 150.000 uomini assistito da 45.000 britannici e 70.000 curdi. Questo primo presupposto non regge quindi all’analisi militare elementare.
  2. La Russia disponeva di un esercito potente che avrebbe dovuto spazzare via gli ucraini in poche settimane. Ciò non è avvenuto, il che rivela la sua mediocrità e quella dei suoi comandanti. Le forze russe che hanno attaccato l’Ucraina l’hanno fatto con un rapporto di forze di 1 contro 3. Non potevano quindi sommergere né schiacciare l’esercito ucraino, molto superiore in numero. Il loro obiettivo era paralizzarlo e costringere Kiev alla negoziazione. Inoltre, si dimentica ciò che molti esperti militari osservavano già durante la Guerra Fredda e fino agli inizi degli anni 2000: le forze sovietiche, delle quali l’esercito russo è erede, erano prima di tutto forze preparate per la difesa e non per le proiezioni esterne, le invasioni, a differenza delle forze occidentali. Sappiamo quindi da tempo che la logistica, soprattutto per la proiezione di forze, non è il loro punto di forza, cosa confermata dalle osservazioni di numerosi ufficiali che si sono recati in Russia dopo la dissoluzione dell’URSS… e dalle prime settimane della “Operazione militare speciale”. Questi difetti non sono stati compensati dopo la caduta del muro di Berlino, quando l’esercito russo ha subito tagli drastici, sia in termini di bilancio sia di risorse umane. È stato necessario attendere l’inizio degli anni 2000 per osservare l’inizio di un miglioramento. Tuttavia, l’esercito russo di oggi non è l’Armata Rossa di ieri. Pertanto, ci permettiamo di pensare che questa sovrastima (deliberata) della forza russa, ampiamente diffusa dai media occidentali, avesse lo scopo di glorificare la resistenza ucraina e umiliare Mosca, con l’obiettivo possibile di provocare una ribellione contro Putin e il suo stato maggiore.
  3. Le forze russe volevano prendere Kiev, ma hanno fallito. Un’altra assurdità. Solo una frazione delle forze dell’Operazione militare speciale è stata destinata all’offensiva sulla capitale ucraina, non con l’obiettivo di conquistarla ma di bloccare le forze di Kiev. È totalmente assurdo credere che i russi prevedessero di conquistare un’agglomerazione che copre 12.300 km² – nel cuore di un’area urbana di 28.900 km² -, con un totale di 4,6 milioni di abitanti, e ancora una volta di fronte a forze superiori in numero e insediate su un territorio che conoscevano perfettamente. Coloro che conoscono le estreme difficoltà della guerra urbana non hanno smesso di denunciare questa affermazione degli ucraini e dei loro mentori occidentali come totalmente fantasiosa. A titolo di confronto, è opportuno ricordare che per la sua invasione nella striscia di Gaza (360 km², 2,6 milioni di abitanti), l’esercito israeliano ha schierato più di 180.000 uomini, dispone di un controllo totale del cielo e di un assistenza americana e britannica in materia di raccolta di informazioni e fornitura di munizioni. Tuttavia, quattro mesi dopo l’inizio della sua offensiva, Tsahal non è ancora riuscita a prenderne il controllo totale anche se i combattenti di Hamas (20.000 uomini) non sono avversari paragonabili all’esercito ucraino formato dalla NATO.
  4. La resistenza eroica delle forze ucraine ha sorpreso il mondo e anche la Russia e mostra la solidità e la determinazione di questa nazione. Questa affermazione sembra una sottovalutazione deliberata dell’esercito ucraino al fine di raggiungere l’obiettivo psicologico menzionato al punto n°2. Ancora una volta, torniamo ai numeri. All’inizio del 2022, le forze armate ucraine contavano 250.000 uomini, il secondo esercito per volume in Europa orientale, dopo l’esercito russo. Erano inoltre completate dalle guardie di frontiera (53.000 uomini), dalla nuova Guardia Nazionale dell’Ucraina (60.000) e dai vari servizi di sicurezza interna. Soprattutto queste forze avevano beneficiato, dal 2014, di una vasta assistenza da parte di diversi paesi della NATO (Stati Uniti, Regno Unito, Canada) in termini di formazione e consegne di armi, e ricevevano anche moltissime informazioni sulla Russia di cui questi Paesi disponevano. Erano quindi forze professionali, ben equipaggiate. Alcune di esse avevano anche un’esperienza seria del combattimento per aver partecipato dal 2014, alle operazioni di riconquista contro le regioni autonomiste del Donbass. Nulla a che vedere quindi con “la piccola armata” ucraina che ci è stata venduta dalla NATO e dai media. Aggiungiamo a ciò che l’esercito ucraino aveva stabilito, intorno al Donbass, posizioni difensive/fortificate molto solide, che combatteva su un terreno che conosceva, che era tre volte più numeroso delle forze di attacco russe, e che se queste avevano l’iniziativa, la loro offensiva era largamente attesa. Questi quattro presupposti sull’invasione russa, che non resistono ai fatti, rientrano quindi  in una disinformazione indirizzata a falsare la percezione del conflitto e screditare l’avversario russo. Manovra di per sé di buona guerra.

di Éric Denécé

politologo, direttore del Centre Français de Recherche sur le Renseignement, ricercatore specializzato in intelligence, terrorismo, operazioni speciali e Sud-Est asiatico. È anche un consulente in gestione dei rischi e intelligence economica. L’articolo completo è stato pubblicato sul sito del Centre.

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One Comment

  1. carlo geneletti carlo geneletti 18 Febbraio 2024

    molto interessante.

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