MILITARE: I russi avanzano, se pur lentamente, da quattro direzioni verso la roccaforte ucraina di Slovyansk – Kramatorsk: da Nord-Ovest (Iziym), da Nord (Borova), da…
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POLITICA UCRAINA: Zelensky ha detto che Mosca cercando di prendersi le regioni ucraine di Kherson e Zaporodze. In effetti si succedono i segnali che i…
FOCUS: al cinquantesimo giorno di guerra è tempo di un primo bilancio. Ci troviamo a commentare non uno, ma due conflitti, entrambi inattesi. Prima, un…
FOCUS: L’evento principale della giornata è stato il discorso di Putin al cosmodromo di Vostochnj, che il Presidente russo ha visitato in compagnia del collega bielorusso…
FOCUS – I militari del battaglione Azov, asserragliati nella fabbrica Azovstal di Mariupol hanno accusato la Russia di avere utilizzato armi chimiche lanciate con un…
di Pietro Pinter Vladimir Putin in ottobre compirà 70 anni e, anche a prescindere da come finirà la guerra, non sarà Presidente o Primo Ministro per sempre. Le recenti riforme costituzionali gli permetterebbero di farsi rieleggere per altri due mandati, fino al 2036, ma sembra probabile che una transizione avvenga prima di quella data. Guardando all’ultimo secolo e passa della storia russa, è difficile trovare un esempio della transizione di potere che Putin vorrebbe idealmente portare a compimento. Una transizione in cui possa ritirarsi a vita privata o a un ruolo cerimoniale mentre è ancora popolare e in grado di scegliere un successore che porti avanti il suo corso politico. Gli ultimi leader russi, o sono morti in carica – Lenin, Stalin, Brezhnev, Andropov, Chernenko – o sono stati sfiduciati, rovesciati o cacciati – Nicola II, Kruschev, Gorbachov, Eltsin. Il modello più simile a una transizione ideale dal punto di vista del leader è quello di Eltsin, che però si dimise con la fiducia del popolo russo intorno al 2% e probabilmente ebbe poca influenza sugli sviluppi successivi. Putin dovrà quindi costruire un suo modello, sfidando le costanti della storia russa che non sono molto più clementi, se si va indietro nel tempo.
di Marco Bordoni La guerra scatenata dalla Russia in Ucraina è terribile, siamo d’ accordo. Invadere un Paese sovrano è la più grave violazione del diritto internazionale, anche quando si accampano giustificazioni più o meno plausibili come il diritto all’autodifesa e quello all’ingerenza umanitaria. Invitiamo i Russi a farsi un’esame di coscienza e, già che ci siamo, facciamolo pure noi: ci siamo indignati altrettanto quando i “nostri” hanno invaso Yugoslavia, Afganistan, Iraq e Libia e bombardato alla chetichella un’altra manciata di Paesi, creando un mondo in cui conta solo la forza e dando a Vladimir Putin una lezione che quello, da studente sveglio e voglioso di apprendere qual è, si è diligentemente annotata?
di Fulvio Scaglione Cala su Mosca e su tutta la Russia una notte buia e cattiva che lacera l’animo di tutti coloro che hanno amato e amano questo grande Paese. La Duma ha approvato all’unanimità un provvedimento che porta a 15 anni di prigione la pena per chi diffonde “false informazioni” sulle spedizioni militari. E in modo agghiacciante e sinistro Sholban Kara Ooh, vice presidente della Camera bassa del Parlamento, grande sostenitore del provvedimento, ricorda che “i nostri padri, quando si facevano prendere dal panico al fronte, venivano fucilati sul posto”. Prima di lui, anche l’ex riformista e liberale Dmitrij Medvedev, già primo ministro e Presidente, aveva evocato il ritorno della pena di morte , in Russia eliminata dal 1996.