FOCUS: al cinquantesimo giorno di guerra è tempo di un primo bilancio. Ci troviamo a commentare non uno, ma due conflitti, entrambi inattesi. Prima, un mese di guerra di manovra, con un assalto frontale russo senza bombardamenti preparatori, contro difese intatte, che ha prodotto risultati in termini di guadagni territoriali ma anche grosse perdite. Molto strano. Poi, il 25 marzo, l’annuncio della “fase 2”, del ridispiegamento, e 20 giorni di ritirata dal Nord-Est, di bombardamenti alle infrastrutture e di guerra di trincea a Mariupol’, a Izium e nel Donbass. Ancora più strano. Ora una calma irreale in attesa della grande offensiva.
- Già, la grande offensiva. Altra stranezza. Da sempre la guerra è l’arte dell’inganno, e la capacità dei Russi di essere imprevedibili è diventata proverbiale. Invece la battaglia che a quanto pare si va a combattere sembra un appuntamento all’alba dietro al convento dei Carmelitani. Gli ucraini hanno avuto venti giorni per prepararsi e questo riduce notevolmente le possibilità di successo di Mosca. Perché lo Stato Maggiore russo ha annunciato le proprie intenzioni in maniera così inequivoca?
- Nessuno aveva previsto questa strana guerra. Nessuno poteva immaginare che dopo 50 giorni i russi sarebbero stati ancora inchiodati alla periferia di Kharkov. Nemmeno gli americani, quelli che più avevano lavorato a questo risultato. Esce oggi su Bloomberg un pezzo dell’esperto militare Hal Brands il quale dice che, dopo avere consegnato 25 mila sistemi antiaerei e 60 mila sistemi anticarro, gli eserciti occidentali stanno esaurendo le scorte in magazzino. Secondo Brands anche Biden si aspettava che i russi conquistassero l’Ucraina in poche settimane, il che avrebbe richiesto un modesto supporto alla guerriglia. Gli sviluppi, invece, “divorano” i magazzini dei Paesi occidentali a un ritmo cui l’ industria non può stare dietro, rischiando di compromettere le stesse capacità di difesa della NATO.
- E nessuno, del resto, poteva immaginare che, di fronte a perdite importanti (simbolicamente riassunte dall’affondamento dell’incrociatore “Moskva”, confermato nella tarda serata), a una situazione forse non disperata ma certo diversa dalle attese, e a sanzioni economiche comunque impattanti, l’opinione pubblica e lo Stato profondo russo reggessero così bene. L’esercito ucraino è stato per anni descritto dai media russi come armata Brancaleone sconfitta nel 2014 (disse Putin) da “minatori e trattoristi”. Ebbene, la scoperta dei grandi progressi compiuti da Kiev ha l’effetto paradossale di rafforzare l’opinione secondo cui la minaccia paventata da Putin era davvero reale e quindi la guerra è un “male necessario”.
- In ogni caso se ci sarà la grande battaglia che tutti attendono, questa contribuirà a dissipare gli equivoci della “strana guerra”. Una sconfitta russa aprirebbe a Mosca una pericolosa crepa fra i falchi pronti ad abbandonare la finzione dell’ “operazione militare speciale” virando verso la guerra e la mobilitazione totali, e le colombe disposte a limitare i danni lasciando il campo. Una sconfitta ucraina, scenario che a oggi sembra ancora quello più probabile, potrebbe forse aprire uno spiraglio alle trattative, ma più probabilmente non farebbe che spostare più in là la linea delle reciproche rivendicazioni, in attesa di prossime “fasi”. La guerra non finirà, ma certe ambiguità e “stranezze” sono destinate e dissolversi.
ECONOMIA: la commissione UE ha avvertito i Paesi membri che accettare il sistema di pagamento “in rubli” proposto dalla Russia costituisce, secondo l’interpretazione dei commissari, violazione delle norme sull’acquisto di combustibili fossili da fornitori non europei. L avvertimento pare diretto all’ Ungheria, che nei gironi scorsi aveva annunciato la disponibilità ad aderire alle richieste russe.
- Jack Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale USA, ha dichiarato che i beni dei miliardari russi non devono ritenersi “congelati” sanzioni ma “espropriati”. Dice che il governo USA ha programmi migliori per questi fondi, rispetto alla restituzione ai loro proprietari.
- Putin ha detto che le società occidentali dei “Paesi ostili” che acquistano gas russo sono in ritardo con i pagamenti (il che è probabilmente correlato alla richiesta russa di pagamenti in rubli). L’ osservazione potrebbe preannunciare l’intenzione di cessare le forniture. Nel frattempo il Presidente russo ha annunciato che la massima priorità verrà data ai progetti infrastrutturali destinati a consegnare la produzione nazionale di gas ad altri Paesi.
- Zelensky ha richiesto alla UE un sostegno economico di 7 miliardi di dollari al mese, somma necessaria al pagamento di stipendi e pensioni in Ucraina. Si ricorda che l’intero PIL ucraino nel 2021 è stato di 150 miliardi di dollari. In una intervista alla BBC il Presidente ucraino ha accusato Germania e Ungheria di opporsi a sanzionare il settore energetico russo e ha inoltre detto che Stati Uniti e Regno Unito aiutano, ma lentamente.
POLITICA INTERNAZIONALE: Dmitrij Medvedev ha avvertito che l’ingresso di Svezia e Finlandia nella NATO comporterebbe una drastica militarizzazione (anche con armi nucleari) della regione baltica.
POLITICA INTERNA UCRAINA: Il Consiglio di Sicurezza Nazionale del Paese ha sospeso l’attività del gruppo parlamentare di Blocco di Opposizione. I deputati potranno partecipare alle attività del Parlamento ma senza esercitare le prerogative riservate ai gruppi.
SOCIETA’: Google blocca la monetizzazione ai siti su cui si leggono “affermazioni simili alla condanna delle vittime, ad esempio dichiarazioni secondo cui l’ Ucraina sta commettendo un genocidio o sta attaccando deliberatamente i suoi stessi cittadini”.
- Il Nobel per la pace Muratov ha annuciato che Novaya Gazeta, il giornale da lui diretto, si prepara ad aprire una redazione a Riga. I commentatori non escludono che l’intero giornale, e lo stesso Muratov, possano prossimamente espatriare.
GUERRA: la Russia sostiene che Kiev abbia bombardato con due elicotteri la località di Klimovo, nell’oblast’ russa di Briansk. L’ Ucraina nega, sostenendo si tratti di una azione sotto falsa bandiera russa.
a cura di Marco Bordoni
fondatore e curatore del canale Telegram La mia Russia
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