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Posts tagged as “Germania”

VISTO DA MOSCA: LA UE SENZA GAS RUSSO

di Dmitrij Dakuciaev e Nikolay Makeev       La Ue ha un piano per sostituire il gas russo, ma in caso di cessazione delle forniture saranno necessarie misure di emergenza, ha affermato il commissario europeo per il Mercato interno Thierry Breton. IL Commissario ha anche elencato le alternative alle forniture di Mosca e ha fornito calcoli dei volumi di gas che possono essere sostituiti. Tuttavia, secondo i nostri esperti, questi conti non tornano: nella realtà di oggi, il gas russo è praticamente indispensabile ai Paesi del Vecchio Continente.

AMICA CINA. MA FINO A CHE PUNTO?

di Darya Nuriyeva     La Cina è uno dei pochi Paesi che non ha imposto sanzioni alla Russia e ha promesso di continuare la cooperazione economica. I Presidenti dei due Stati parlano regolarmente di amicizia “senza confini”, ma gli economisti avvertono che sotto sanzioni la dipendenza della Russia dalla Cina potrebbe aumentare. Inoltre, non si sa quanto durerà questa amicizia se smetterà di essere vantaggiosa per la Cina. Ecco in quali aree della Russia sarà ora difficile fare a meno dell’aiuto della Cina e cosa questo può portare.

LA RUSSIA È ISOLATA. SI’, MA QUANTO?

di Pietro Pinter     Dopo un lungo e perseverante lavoro della diplomazia britannica alla fine il risultato è stato raggiunto: le banche russe sotto sanzioni sono state disconnesse dallo SWIFT. USA, UK e  UE, i primi responsabili di questa iniziativa visto che SWIFT è incorporato nel diritto belga e sottostà ai regolamenti UE, dichiarano che questa iniziativa di fatto bloccherà le importazioni e le esportazioni della Russia. Ma quanto è vero? Sicuramente interferirà pesantemente con i rapporti commerciali tra la Russia e il resto dei Paesi europei, impattando non solo sul comparto energetico (che è escluso dalle sanzioni UE, ma in mancanza di un sistema alternativo di pagamento sarà comunque coinvolto) ma anche sul commercio di materie prime, di
fertilizzanti, sull’export verso la Russia e soprattutto sul debito russo in pancia alle banche italiane, austriache, tedesche e francesi.

KIEV: PUTIN NON INVADERA’, BIDEN TRATTERA’

di Marco Bordoni       Conviene, alla Russia, invadere l’ Ucraina? Se lo sono chiesti recentemente  Ivan Timofeev, direttore del think tank Club Valdaj, e Gav Don, un analista dell’ Università di Edimburgo con trascorsi nell’ esercito di Sua Maestà. Entrambi hanno concluso che no: a conti fatti, per Putin i rischi di un’avventura militare superano di gran lunga i benefici. “Un’invasione dell’Ucraina”, scrive Gav Don “costituirebbe una gigantesca scommessa da parte di Mosca, una scommessa con investimento sconosciuto, premio sconosciuto e rischi sconosciuti. Dal momento che Putin non gioca d’azzardo, mi sembra molto probabile che un’invasione non sia in realtà il piano russo, e che non lo sia mai stato”. “I costi di una possibile guerra contro Kiev”, sostiene Ivan Timofeev, “superano di gran lunga i benefici. La guerra è carica di rischi significativi per l’economia, la stabilità politica e la politica estera russa. Non risolve i principali problemi di sicurezza, mentre ne crea molti di nuovi”.

KIEV NON E’ KABUL, PERO’…

di Joel Wasserman     Ci sono molte persone alle frontiere della libertà che guardano le orribili immagini dall’Afghanistan e si chiedono quanta fiducia possono avere nella partnership dell’America con il loro Paese. Questa preoccupazione non è irragionevole per gli ucraini: è diventato dolorosamente chiaro che l’Ucraina non è una causa per la quale i principali partner occidentali sono disposti a pagare un costo elevato. A Kiev, però, possono essere fiduciosi: non dovranno affrontare lo stesso orribile destino. C’è una differenza drammatica nella natura del sostegno militare e politico dell’America ai due Paesi e nel fatto che l’Ucraina si difende con il proprio sangue e soprattutto con i propri proiettili. Tuttavia, la distinzione più importante tra Afghanistan e Ucraina è probabilmente che mentre il Governo afghano ha passato decenni a credere che gli Stati Uniti e l’Occidente non avrebbero mai permesso ai talebani di tornare, l’attuale Governo ucraino sembra preparare l’Ucraina alla realtà dei limiti del sostegno occidentale.

NORD STREAM 2, LA BATTAGLIA CONTINUA

di Rostislav Ishchenko      Il gasdotto Nord Stream 2 è quasi completato. Angela Merkel ha rifiutato di prendere in considerazione le affermazioni di Zelensky sul danno causato all’Ucraina dal gasdotto; Joe Biden, che in precedenza aveva coordinato la posizione americana con quella tedesca, non correrà in soccorso dell’Ucraina. Ma questo non significa affatto che Kiev smetterà di battersi contro il progetto né che il gasdotto non abbia alcun problema. Permettetemi di ricordare che il Nord Stream 1 per la maggior parte del tempo opera a metà della sua capacità. Ostacoli simili verranno messi sotto le ruote del secondo “stream”. Inoltre, gli europei lo fanno da soli, senza alcuna partecipazione dell’Ucraina. C’è una lobby abbastanza potente, nella UE, che sta combattendo contro la crescente dipendenza dell’Europa dal gas russo. E non si tratta dell’Est europeo, dove solo la Polonia e gli Stati baltici si oppongono inequivocabilmente ai “flussi”, ma delle politiche sistemiche della Vecchia Europa (Francia, Germania, Paesi Bassi…) . Per loro, le proteste ucraine, ovviamente, sono di aiuto, ma hanno iniziato a combattere contro il gas russo molto prima che l’Ucraina lo facesse e la loro posizione non era in alcun modo collegata agli interessi di Kiev.

QUANDO CALA PUTIN, CRESCE STALIN

di Andrey Kolesnikov       Sono passati quasi sessant’anni da quando il corpo imbalsamato di Yosip Stalin fu segretamente rimosso dalla teca nel mausoleo sulla Piazza Rossa e sepolto sotto le mura del Cremlino. Eppure il dittatore sovietico, responsabile della morte di milioni di sovietici, si rifiuta di rimanere morto e sepolto. Nel maggio 2021, il 56% dei russi intervistati dal Levada Center concordava sul fatto che Stalin fosse “un grande leader”, il doppio rispetto al 2016, quando la stalinizzazione della coscienza di massa era già una chiara tendenza da diversi anni. Il guaio è che il pantheon degli dei sovietici è obsoleto da prima dei giorni della perestrojka, ma non è stato sostituito da nuovi eroi. C’è sempre il presidente Vladimir Putin, certo, ma anche lui ha perso metà del suo fascino come grande figura storica negli ultimi anni: nel 2017, il 32% dei russi intervistati considerava il Presidente la figura più importante della storia russa, lassù con il poeta Alexander Pushkin, e superato solo da Stalin. Ora, con il 15%, è solo tra i primi cinque, dietro a Pietro il Grande e appena davanti a Yury Gagarin, il primo uomo nello spazio.

Il gas e la sovranità della Germania

di Fulvio Scaglione    Sono interessanti le dichiarazioni rilasciate da Niels Annen, ex ragazzo prodigio del Partito socialdemocratico, ex segretario del movimento giovanile del Partito e ora vice ministro degli Esteri della Germania. Annen si è detto più ottimista sulle prospettive di completamento del gasdotto Nord Stream 2 dopo il cambio di amministrazione negli Stati Uniti, da Donald Trump a Joe Biden. Ma ha anche esortato a rimanere “realistici” sul tema del gas.

Nord Stream 2 e la logica della Germania

Circola un po’ di stupore per la tenacia con cui la Germania difende il progetto del gasdotto Nord Stream 2. Riuscendo, in quel modo, a fare due dispetti nello stesso tempo. Uno alla Russia, che dalla Merkel viene di continuo attaccata sull’Ucraina e sui diritti civili (vedi alla voce Navalny, curato in quella Germania che è stata molto decisa nel denunciare l’avvelenamento da Noviciok). E l’altro agli Usa, che da Trump a Biden non cessano di manifestare il proprio scontento per l’avanzamento del gasdotto, ormai pronto al 90%.

Il vaccino che tanto dispiace ai russofobi

Nei giorni scorsi Lettera da Mosca ha fatto un ragionamento semplice semplice, persino scontato. Sputnik V, il vaccino russo anti-Covid che l’anno scorso (fu annunciato in agosto) era stato accolto con scetticismo dalla comunità scientifica e con ironia da molti osservatori ed espetti improvvisati, ed era stato ignorato da tutti gli altri Governi, è infine entrato nel salotto buono. Quattordici Paesi (tra cui Israele, Ungheria, Pakistan e Argentina) l’hanno acquistato o approvato. La Turchia ha stretto un accordo con la Russia per produrlo in proprio. La Germania si è fatta avanti per un progetto simile a quello turco. E la Ue, su richiesta russa, si è detta disposta ad attuare una “rolling review” (in pratica, una verifica in evoluzione) sullo Sputnik V, in vista ovviamente di una sua approvazione anche in ambito europeo. Ultimo ma non ultimo, l’ambasciatore d’Italia in Russia,  Pasquale Terracciano, si è fatto vaccinare con Sputnik V e non l’ha certo nascosto.