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Posts tagged as “donbass”

UCRAINA: I VOLONTARI, L’EROE E IL MAGNATE

La Russia è l’aggressore e l’Ucraina l’aggredito. L’Europa si sente minacciata, se non altro dalle conseguenze delle azioni del Cremlino. La Russia stessa si sta avvitando in una spirale di azione e reazione che recide una serie di legami con l’Occidente (economici, politici, culturali) in un trauma di portata storica. E stiamo parlando di una Russia che, pur essendo un Paese dalla natura duale (europea e asiatica insieme), ospita il 60% della popolazione nella parte non a caso detta “Russia europea”. Tante altre cose si potrebbero dire ma su queste credo sia possibile ipotizzare un’ampia convergenza.

TRANSNISTRIA, UNA POLVERIERA (NON SOLO PER MODO DI DIRE)

di Pietro Pinter    Il prossimo fronte che rischia di accendersi nell’ambito dell’invasione russa dell’Ucraina è quello della Transnistria“Transnistria” è in realtà un’espressione geografica, che indica appunto la parte di Moldavia “al di là del Nistro”. La regione dichiara la propria indipendenza, con il nome di Repubblica Socialista Sovietica di Pridnestrovia, nel 1990, poco dopo un’analoga dichiarazione da parte della Repubblica Socialista Sovietica Moldava, di cui aveva fatto parte sin dalla sua costituzione. Nel conflitto militare che segue tra le due neonate Repubbliche, le forze della Transnistria (regione con una forte presenza etnica russa, “annessa” da Lenin alla Moldavia, e ostile al nazionalismo moldavo/romeno)  vengono supportate dalla 14esima armata russa del generale (e poi segretario del Consiglio di Sicurezza russo) Alexander Lebed‘, che è oggi considerato uno degli eroi della nazione.
Il conflitto termina con un cessate-il-fuoco mediato da Mosca, ma la Transnistria non viene riconosciuta internazionalmente (neanche dalla Russia) e la fisionomia che il conflitto assume è quella di una guerra civile “congelata” all’interno della Moldavia. I vari tentativi di risolvere la disputa, con un formato simile a quello degli Accordi di Minsk in Ucraina, falliscono uno dopo l’altro.

UCRAINA E RUSSIA, IL PEGGIO È ANCORA POSSIBILE

di Marco Bordoni       La guerra scatenata dalla Russia in Ucraina è terribile, siamo d’ accordo. Invadere un Paese sovrano è la più grave violazione del diritto internazionale, anche quando si accampano giustificazioni più o meno plausibili come il diritto all’autodifesa e quello all’ingerenza umanitaria. Invitiamo i Russi a farsi un’esame di coscienza e, già che ci siamo, facciamolo pure noi: ci siamo indignati altrettanto quando i “nostri” hanno invaso Yugoslavia, Afganistan, Iraq e Libia e bombardato alla chetichella un’altra manciata di Paesi, creando un mondo in cui conta solo la forza e dando a Vladimir Putin una lezione che quello, da studente sveglio e voglioso di apprendere qual è, si è diligentemente annotata?

INTELLIGENCE E MILIZIE, L’UCRAINA SI ORGANIZZA

di Giuseppe Gagliano     L’ 8 febbraio la Commissione per la sicurezza nazionale, la difesa e l’intelligence del Parlamento ucraino ha completato l’esame di numerosi emendamenti alla Legge sui fondamenti della resistenza nazionale. La legge proposta dal presidente Volodymyr Zelensky era stata adottata dal Parlamento nel luglio dello scorso anno ed era entrata in vigore il 1° gennaio di quest’anno. La Commissione è stato informata a lungo sulla situazione militare nell’Est del Paese dal servizio di intelligence esterno dell’Ucraina, la SZRU ; dall’intelligence militare, il GUR; dalla la guardia di frontiera, il DPSU ; e dal servizio di intelligence interno, la SBU, il 2 febbraio. Ivan Bakanov, dall’agosto 2019 direttore dell’SBU, ha partecipato di persona ai lavori, aggiornando i parlamentari sulla riforma della SBU attualmente in corso, una delle maggiori sfide della presidenza di Zelensky.

INVASIONE RUSSA, SLEEPY JOE HA UN’IDEA

In un mondo ideale, dopo quanto ha scritto qui Marco Bordoni, sulla presunta invasione russa dell’Ucraina non bisognerebbe spendere nemmeno un’altra parola. E invece tocca farlo, perché nel rumore generale resti almeno la piccola traccia di un possibile ragionamento. La domanda fondamentale è: perché la Russia dovrebbe invadere l’Ucraina, un Paese di 45 milioni di persone, vasto due volte l’Italia, sempre più animato da giusto orgoglio nazionale e mediocre fanatismo nazionalista, ormai pure bene armato visto che tutti fanno a gara a coprirlo di aiuti (ultimo il Regno Unito, che ha appena destinato un altro miliardo di sterline agli aiuti a Kiev)?

KIEV: PUTIN NON INVADERA’, BIDEN TRATTERA’

di Marco Bordoni       Conviene, alla Russia, invadere l’ Ucraina? Se lo sono chiesti recentemente  Ivan Timofeev, direttore del think tank Club Valdaj, e Gav Don, un analista dell’ Università di Edimburgo con trascorsi nell’ esercito di Sua Maestà. Entrambi hanno concluso che no: a conti fatti, per Putin i rischi di un’avventura militare superano di gran lunga i benefici. “Un’invasione dell’Ucraina”, scrive Gav Don “costituirebbe una gigantesca scommessa da parte di Mosca, una scommessa con investimento sconosciuto, premio sconosciuto e rischi sconosciuti. Dal momento che Putin non gioca d’azzardo, mi sembra molto probabile che un’invasione non sia in realtà il piano russo, e che non lo sia mai stato”. “I costi di una possibile guerra contro Kiev”, sostiene Ivan Timofeev, “superano di gran lunga i benefici. La guerra è carica di rischi significativi per l’economia, la stabilità politica e la politica estera russa. Non risolve i principali problemi di sicurezza, mentre ne crea molti di nuovi”.

ADDIO MERKEL, AVVERSARIA RISPETTATA

di Dmitri Trenin        I sedici anni di Angela Merkel come cancelliera tedesca hanno plasmato il posto e il ruolo di Berlino in Europa e nel mondo del XXI secolo. La sua eredità vivrà a lungo dopo che si avrà abbndonato la leadership. Pur essendo saldamente radicata nell’Unione Europea, la Germania è diventata il suo vero, anche se non assoluto, leader. Il pacifico paladino di una versione europea soft del liberalismo. L’aperto sostegno a certi valori, tuttavia, non si traduce in interventismo. Né impedisce alla Germania di perseguire i propri interessi commerciali o di condurre una politica estera pragmatica, entro i limiti del quadro UE/NATO. La leadership della Merkel è stata quasi sempre stabile e affidabile e le sue politiche in gran parte prevedibili. È vero, né la Germania all’interno dell’UE né l’UE all’interno del sistema guidato dagli Stati Uniti hanno raggiunto l’autonomia strategica, ma questo non era certo l’obiettivo della Merkel. Vista da Mosca, l’eredità della Merkel può essere riassunta come segue: riconferma dell’orientamento atlantista della Germania; raggiungimento di una posizione di primus inter pares all’interno dell’Unione Europea; presa di distanza dalla Russia pur mantenendosi in contatto con essa.