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VIRUS, I LABORATORI DI SPUTNIK DICONO CHE…

Il virus COVID 19 perde la sua carica infettiva molto più velocemente di quanto si pensasse in precedenza. I dati lo testimoniano: dai tessuti “svanisce” dopo 15 minuti. I risultati della ricerca sono stati diffusi dagli specialisti del Centro nazionale di ricerca epidemiologica e microbiologica “Gamaleya”, scopritore del vaccino Sputnik V. Sono stati condotti studi sulla persistenza del virus su un asciugamano, su plastica, legno, metallo e piastrelle di ceramica. La vitalità di SARS-CoV-2 sulle diverse superfici era stata già testata in precedenza. Ad esempio, secondo il National Institute of Allergy and Infectious Diseases (USA), il coronavirus resiste su plastica e acciaio inossidabile per 72 ore e sul cartone per 24 ore. La “vita” più breve del virus, cioè 4 ore, è stata registrata sul rame. Tuttavia, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha più volte notato che i dati sul comportamento del virus su superfici inerti sono ancora insufficienti.

DONNE E LAVORO, FINE DELLA LISTA NERA

Quasi tutti i giorni feriali, Yelena Lysenko-Saltykova indossa l’uniforme blu scuro e sale nella carrozza di un treno elettrico per pendolari per traghettare i passeggeri tra la stazione ferroviaria Kievsky di Mosca e il sobborgo di Novoperedelkino. Non è qualcosa che dà per scontato. In qualità di prima macchinista donna di treni leggeri in Russia, Lysenko-Saltykova, 25 anni, fa parte di una piccola ma crescente fascia di donne che svolgono lavori che sono stati impossibili per decenni fino al gennaio scorso, quando la Russia ha tagliato l’elenco delle occupazioni vietate alle donne da 476 a 100. “Sono davvero felice di poter finalmente svolgere il lavoro che ho sempre sognato”, ha detto: “Alcune persone pensavano che fosse impossibile, ma tutto è possibile quando credi in te stesso e trovi persone disposte ad appoggiarti”.

NAZIONALISMO, QUANDO NAVALNY ERA DI DESTRA

di Denis Lavinski      Nel giugno del 2008, quattro organizzazioni nazionaliste tennero una conferenza all’hotel Kosmos di Mosca. La conferenza era intitolata “Un nuovo nazionalismo politico”. Sul palco era appeso uno striscione con un ragazzo russo biondo dalla pelle chiara contro un cielo blu. Appeso in alto c’era una striscione con lo slogan: “Il futuro ci appartiene!”. Il design era grezzo e rudimentale come il punto che gli organizzatori cercavano di stabilire. Un piccolo assaggio del passato di Alexey Navalny. Molto lontano dal personaggio patinato e con ottime strategie di marketing che vediamo oggi. Nella foto di allora, Navalny è in piedi con le braccia alzate, trionfante, accanto a tre figure dell’estrema destra e del nazionalismo russo. Sono: il presidente del partito Grande Russia, Andrey Savelyev; il presidente del Movimento sociale russo (ROD), Konstantin Krylov; e il leader del Movimento contro l’immigrazione illegale (DPNI), Alexander Potkin alias Belov. Navalny partecipava alla conferenza come principale rappresentante dell’organizzazione NAROD, o Movimento di liberazione nazionale russo (il testo completo del Manifesto di NAROD si può leggere qui).

SERBIA, IL PAESE DEI QUATTRO VACCINI

Mentre la diffusione del Coronavirus in Russia sembra rallentare, i produttori di vaccini continuano a competere tra loro, cercando di conquistare i mercati dello spazio post-sovietico. Sputnik V, il vaccino russo, è stato registrato in Kirghizistan. Nel frattempo, il primo vaccino registrato in Ucraina è stato il farmaco della società britannico-svedese AstraZeneca. Si distingue comunque il caso della Serbia, che offre ai suoi cittadini quattro vaccini e intanto reclama il “primato” per il virus.

SOTTO LA NEVE MOSCA RIMPIANGE I MIGRANTI

“A Mosca, secondo alcune stime, il numero dei migranti è diminuito del 40%. La pulizia della neve è sul naso. Questo è lavoro manuale, serve una pala, una scopa, una zappa. Non tutti i moscoviti sono disponibili a impugnarle”, ha detto già nell’ottobre scorso il sindaco della capitale, Sergei Sobyanin, sulle conseguenze della chiusura dei confini a causa della pandemia. I lavoratori migranti sono il 35-40% dei dipendenti del GBU “Zhilishchnik” (Gosudarstvennye Budzhetnye Ucrezhdenya, l’ente incaricato di tutti i lavori di manutenzione del patrimonio immobiliare pubblico e del territorio, N.d.R.). La carenza di manodopera a Mosca è stata compensata a spese degli abitanti delle regioni limitrofe.

CARO NAVALNY, INTERNET NON È LA RUSSIA

di Aleksander Baunov    Non sorprende che un certo segmento della popolazione russa abbia risposto in modo così energico all’incarcerazione di Aleksei Navalny, scendendo in piazza per due fine settimana di seguito prima che la squadra dell’oppositore decidesse di cambiare tattica. Tuttavia, alla fine, le proteste riguardavano meno la sorte di Navalny che i crescenti problemi socioeconomici e la frustrazione dei giovani russi e della classe media urbana, che sono stati schiacciati dalla stagnazione economica dal 2014. La domanda più interessante è se la squadra di Navalny possa capitalizzare questa crescente insoddisfazione o se le autorità riusciranno a incanalarla in direzioni meno minacciose.

IMMIGRAZIONE, RESISTE L’ASIA CENTRALE

L’Istituto Gaidar per le Politiche Economiche ha elaborato un quadro interessante e credibile dello stato dell’immigrazione in Russia nel 2020. Intanto, qualche dato. Nel periodo 2016-2019, il numero di stranieri che vivevano in Russia durante l’anno variava da 9,2 a 11,5 milioni, con un minimo all’inizio dell’anno e un massimo in estate e all’inizio dell’autunno. L’inizio del 2020 è stato abbastanza coerente con la tendenza di quegli anni: a fine gennaio 10,3 milioni di stranieri si trovavano in Russia. Tuttavia, la chiusura dei confini in ingresso e in uscita decisa nel marzo 2020 a causa della pandemia di Coronavirus, ha cambiato radicalmente la situazione: l’immigrazione è rallentatail numero degli stranieri è diminuito di mese in mese, soprattutto in ragione della drastica riduzione all’ingresso provocata dalle misure sanitarie. così all’inizio dell’inverno il numero di stranieri che soggiornavano in Russia si è rivelato il più basso degli ultimi anni: al 1° dicembre 2020 c’erano 7,8 milioni di cittadini stranieri in Russia.