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VIRUS, I LABORATORI DI SPUTNIK DICONO CHE…

Il virus COVID 19 perde la sua carica infettiva molto più velocemente di quanto si pensasse in precedenza. I dati lo testimoniano: dai tessuti “svanisce” dopo 15 minuti. I risultati della ricerca sono stati diffusi dagli specialisti del Centro nazionale di ricerca epidemiologica e microbiologica “Gamaleya”, scopritore del vaccino Sputnik V. Sono stati condotti studi sulla persistenza del virus su un asciugamano, su plastica, legno, metallo e piastrelle di ceramica. La vitalità di SARS-CoV-2 sulle diverse superfici era stata già testata in precedenza. Ad esempio, secondo il National Institute of Allergy and Infectious Diseases (USA), il coronavirus resiste su plastica e acciaio inossidabile per 72 ore e sul cartone per 24 ore. La “vita” più breve del virus, cioè 4 ore, è stata registrata sul rame. Tuttavia, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha più volte notato che i dati sul comportamento del virus su superfici inerti sono ancora insufficienti.

Gli scienziati russi hanno voluto attirare l’attenzione sul fatto che la presenza di un virus su una determinata superficie non significa necessariamente che vi sia pericolo e che la superficie in questione debba diventare una fonte di infezione. Ricerche di specialisti hanno dimostrato che, nonostante il virus su una superficie possa mostrare una lunga persistenza (misurata dalla presenza di RNA, acido ribonucleico), la sua capacità di infettare nel tempo è molto inferiore. Per infettare in via sperimentale le diverse superfici, i ricercatori del Centro “Gamaleya” hanno utilizzato il cosiddetto “fluido di coltura”, che viene preparato isolando un ceppo virale da uno tampone rinofaringeo e quindi moltiplicandolo sulle cellule viventi. Quando il “fluido di coltura” contenente il virus era pronto, è stato riversato su 1,5-2 centimetri quadrati di ciascun campione di materiale di prova. I ricercatori hanno appositamente condotto i loro test sui materiali più comuni, tra cui appunto piastrelle di ceramica, metallo (un foglio di alluminio), legno (truciolato), plastica e stoffa (un asciugamano).

Secondo i risultati degli esperimenti, è stato riscontrato che un alto livello di RNA del coronavirus viene rilevato su tutte le superfici per almeno 6 ore. Ma la vitalità, cioè la capacità di riprodursi e l’infettività, scompaiono molto prima. Un calo particolarmente forte è stato osservato dopo 2 ore per tutti i campioni. Gli scienziati hanno anche scoperto che la riduzione più rapida della capacità inattiva si registra quando il virus entra in contatto con campioni di tessuto: con l’asciugamano sono occorsi solo 15 minuti. Al secondo posto, per rapidità di decadimento, c’è la plastica, sulla quale il virus diventa inattivo in un lasso di tempo da 30 a 120 minuti. A seguire, gli esperti hanno posto: metallo, legno (truciolato) e piastrelle di ceramica, per le quali la completa inattivazione del virus si è prodotta in un intervallo di tempo compreso tra 120 e 360 ​​minuti. Negli esperimenti non sono stati utilizzati disinfettanti per studiare l’effetto inattivante del materiale stesso. Allo stesso tempo, l’RNA del virus SARS-CoV-2 si è conservato a lungo su tutti i materiali descritti. Anche dopo 6 ore di esposizione, anche quando il virus stesso non era più attivo.

di Natalya Vedeneva

Pubblicato in Moskovskij Komsomolets

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