L’Istituto Gaidar per le Politiche Economiche ha elaborato un quadro interessante e credibile dello stato dell’immigrazione in Russia nel 2020. Intanto, qualche dato. Nel periodo 2016-2019, il numero di stranieri che vivevano in Russia durante l’anno variava da 9,2 a 11,5 milioni, con un minimo all’inizio dell’anno e un massimo in estate e all’inizio dell’autunno. L’inizio del 2020 è stato abbastanza coerente con la tendenza di quegli anni: a fine gennaio 10,3 milioni di stranieri si trovavano in Russia. Tuttavia, la chiusura dei confini in ingresso e in uscita decisa nel marzo 2020 a causa della pandemia di Coronavirus, ha cambiato radicalmente la situazione: l’immigrazione è rallentata e il numero degli stranieri è diminuito di mese in mese, soprattutto in ragione della drastica riduzione all’ingresso provocata dalle misure sanitarie. così all’inizio dell’inverno il numero di stranieri che soggiornavano in Russia si è rivelato il più basso degli ultimi anni: al 1° dicembre 2020 c’erano 7,8 milioni di cittadini stranieri in Russia.
La diminuzione del numero di migranti nel 2020 è stata di 2,5 milioni, pari a circa il 23%. Questa valutazione è confermata da un altro dato statistico. Nei primi 11 mesi del 2020, i lavoratori migranti hanno versato 43,5 miliardi di rubli come anticipo sul pagamento delle imposte, mentre nello stesso periodo nel 2019 – 56,1 miliardi di rubli. Come si può notare, il calo percentuale dei versamenti, cioè il 22%, è stato in pratica pari a quello del numero assoluto degli immigrati.
Questi pagamenti sono effettuati in gran parte da lavoratori migranti provenienti da soli due Paesi dell’Asia Centrale: Uzbekistan e Tagikistan. Nel periodo gennaio-novembre 2020 hanno versato, da soli, il 92% della somma totale.
Lettera da Mosca
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