Secondo Rosstat, la popolazione di Mosca è diminuita di 42.000 persone nel 2020. Per la prima volta dal 1992, dunque, quando il calo era stato di meno di duemila persone, la capitale russa ha visto diminuire in modo significativo i propri abitanti. Il calo del 2020, infatti, è stato il più netto degli ultimi trent’anni. Gli esperti danno la colpa alla pandemia e fanno notare che il coronavirus ha aumentato il numero dei morti e ha ridotto la volontà dei russi di altre località di trasferirsi a Mosca.
Secondo Forbes, che ha segnalato questo sviluppo, Rosstat, l’agenzia statistica statale russa, non ha dato spiegazioni per il calo. Ma i demografi tendono ad affermare che il calo della popolazione è dovuto soprattutto alla diminuzione del numero di persone che si trasferiscono in città. Molti russi che pensavano di trasferirsi a Mosca hanno rimandato a causa del protrarsi della crisi sanitaria. Altri, comunque arrivati a Mosca, non si sono registrati perché gli uffici governativi dove dovevano farlo erano chiusi. Altri ancora, che si erano registrati prima della pandemia, non hanno aggiornato i loro documenti e quindi non risultano tra i residenti.
Potrebbe però esserci anche un’altra causa: i prezzi elevati delle abitazioni nella città di Mosca in un momento in cui i posti di lavoro scarseggiano. Ciò è suggerito dal fatto che la popolazione di residenti nella oblast di Mosca nel 200 è in effetti aumentata, anche se l’incremento è stato inferiore agli anni precedenti. Alcuni grossi centri regionali sono cresciuti rapidamente. Sebastopoli, in Crimea, ad esempio, ha visto la sua popolazione crescere nel 2020 del 14%.
Questi esempi suggeriscono almeno tre tendenze, probabilmente destinate ad accentuarsi con il calo della pandemia. In primo luogo, poiché i russi in genere non si spostano dalle aree rurali direttamente a Mosca, ma dalle aree rurali ai capoluoghi regionali e da quelli alla capitale, potrebbero esserci ampi desideri insoddisfatti di trasferirsi a Mosca, cosa che potrebbe intensificare le tensioni sociali. In secondo luogo, gli alti tassi di mobilità territoriale che i russi hanno sperimentato dal crollo del sistema di registrazione (propiska), che manteneva le persone sul posto in epoca sovietica, potrebbero essere in declino. Molti potrebbero decidere che è meglio restare dove sono piuttosto che trasferirsi, cosa che spingerebbe vero una maggiore identificazione regionale. E in terzo luogo, la città di Mosca cederà sempre più il passo all’oblast di Mosca come destinazione dei russi interessati a venire al centro, un fenomeno che metterà ulteriori pressioni sulle reti di trasporto della città già sovraccariche o costringerà un certo decentramento delle attività commerciali dalla stessa Mosca all’oblast.
di Paul Goble
Pubblicato in Windows on Eurasia
Be First to Comment