Press "Enter" to skip to content

Posts published in “Politica”

LITUANIA E RUSSIA AI FERRI CORTI PER IL TENENTE MEL’

Tra Russia e Lituania può scoppiare una grave crisi diplomatica. Tutto a causa di un tenente e dei fatti del 13 gennaio 1991. Nel marzo del 1990, infatti, il Parlamento lituano aveva proclamato l’indipendenza. Dopo vari tentativi di bloccare il processo e far rientrare la crisi, Mikhail Gorbaciov rivolse (10 gennaio 1991) un ultimatum affinché Vilnius riconoscesse la sovranità sovietica, minacciando un intervento militare. Nei giorni successivi la popolazione lituana cominciò a raccogliersi intorno alla sede della televisione e del Parlamento finché il 13 gennaio le truppe e i corpi speciali sovietici, appoggiati da mezzi corazzati, passarono all’attacco. Nelle operazioni per disperdere la folla morirono 13 persone e altre 140 furono ferite. Uno dei carri armati sovietici era comandato, appunto, dal ventiduenne tenente Yuriy Mel’.

ATLANTIC COUNCIL: BIDEN SVEGLIA, BASTA SANZIONI

di Emma Ashford e Matthew Burrows    Il 17 gennaio, appena tre giorni prima dell’insediamento del presidente Joe Biden, Aleksei Navalny è tornato a Mosca dalla Germania, dove stava ricevendo cure mediche a seguito di un fallito tentativo di omicidio da parte del Cremlino. Entro una settimana dal suo ritorno, il noto dissidente è stato arrestato, processato e mandato in prigione. L’amministrazione Biden ha promesso sia di sostenere i diritti umani sia di impegnarsi con gli avversari per promuovere gli interessi americani. Ha mantenuto la prima di queste promesse il 2 marzo, quando ha emesso nuove sanzioni contro società e individui russi legati all’avvelenamento di Navalny.

USA, CHE COSA AVETE DA OFFRIRE ALLA RUSSIA?

di Vladimir Badmaev     Per molto tempo, l’egemonia mondiale della Gran Bretagna si è basata su una potente flotta e sul principio di “divide et impera” esercitato sui suoi avversari sul Continente. Ma, ovviamente, l’economia rimaneva la sua arma principale. Dopo che il Regno Unito si era trasformato nel laboratorio e nella bottega del mondo, per qualunque altro Paese litigare con Londra era diventato un affare costoso e dalle conseguenze assai sgradevoli. Nel Ventesimo secolo, gli Stati Uniti hanno assunto il ruolo di Paese egemone e di principale potenza economica del pianeta. E i metodi usati dagli Usa per preservare il dominio globale sono stati gli stessi un tempo usati dall’ex padrona dei mari: perché cambiare ciò che funziona? Ma il tempo passa e oggi, inaspettatamente, è la Cina la grande officina del mondo, anche se Washington continua a considerarsi la potenza egemone. Proprio nella fase in cui il mondo occidentale ha deciso di sbarazzarsi della propria industria per avviare la cosiddetta transizione verso una sorta di società dell’informazione postindustriale. Ma gli eventi degli ultimi anni hanno dimostrato che è impossibile mangiare informazioni e che le automobili non escono dai computer.

LUKASHENKO, DECIDE ANCORA LUI

di Maurizio Vezzosi   L’11 e 12 febbraio si è svolta a Minsk l’Assemblea generale bielorussa, evento che si tiene ogni cinque anni e si prefigge di fare un bilancio del piano quinquennale concluso e di approvare quello da inaugurare. Quest’anno ha visto la partecipazione di 2.700 rappresentanti istituzionali di tutti i livelli e di tutti i settori sociali. “Unità, sviluppo, indipendenza” sono state le parole d’ordine dell’Assemblea, presieduta da un Aleksandr Lukashenko ormai al potere da ben 26 anni, e stampati in grandi insegne all’interno e all’esterno del Palazzo della Repubblica, nella centrale Piazza d’Ottobre della capitale.

TELEVISIONI, IL BERSAGLIO DI ZELENSKY

di Dan Peleschuk   Da quando è entrato in carica nel 2019, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è stato spesso accusato di essere una marionetta schiava degli interessi degli oligarchi, un populista che non vuole o non può sa contrastare l’influenza russa che lacera il suo Paese. Quindi il suo recente giro di vite sui media filo-russi è stato una sorpresa per tutti. Il 2 febbraio, con pochi tratti di penna, Zelenskyj ha firmato i decreti che hanno bloccato tre televisioni filo-russe in Ucraina. La mossa era stata proposta dal Consiglio ucraino per la sicurezza e la difesa nazionale. Zelensky ha proseguito l’epurazione mediatica con un tweet in cui diceva che “l’informazione oggi è un’arma potente come i carri armati o i missili”.

CARO OCCIDENTE, GLI ANNI 90 SONO FINITI

di Fyodor Lukyanov    Negli anni Novanta, quando la Russia contemporanea risorse dalle ceneri dell’Unione Sovietica, l’Occidente era quanto di meglio ci fosse, l’unico modello accettabile. I tempi però sono cambiati, la situazione oggi è radicalmente diversa. Un buon esempio è il modo in cui la Russia ha risposto alle critiche sul “caso Navalny”. In precedenza, di fronte a situazioni simili, come quella di Yukos (un gigante petrolifero crollato e acquisito in modo fraudolento dagli oligarchi negli anni Novanta), delle Pussy Riot o qualsiasi altra, Mosca cercava di giustificare le proprie azioni usando le stesse argomentazioni e gli stessi principi dei suoi critici occidentali, anche anche se a volte i funzionari russi erano troppo duri ed emotivi. Adesso è diverso. I commenti critici dell’Occidente vengono ignorati o ridicolizzati. La Russia è cambiata, e la spiegazione di questo va cercata nel mutamento dell’equilibrio globale.

PERCHE’ IL COVID NON RIAVVICINA RUSSIA E UE

di Aleksander Baunov    Per molti anni si è pensato che se gli Stati Uniti si fossero allontanati dalla loro alleanza con l’Europa, ciò avrebbe portato l’Europa a riavvicinarsi alla Russia. Sembrava uno scenario puramente ipotetico. Poi Donald Trump è diventato presidente degli Stati Uniti e la teoria è stata messa alla prova. Il nazionalismo di Trump, il suo scetticismo sull’euro e la NATO, il suo sostegno alla Brexit e il ritiro unilaterale da accordi che invece erano apprezzati dai Paesi Ue – come quello di Parigi sul cambiamento climatico e quello sul nucleare iraniano – crearono rapidamente una frattura tra Europa e Stati Uniti. La pandemia e il comportamento di Trump durante le elezioni presidenziali del 2020 hanno solo peggiorato le cose. Per la prima volta in oltre mezzo secolo, l’Europa è stata costretta a prendere le distanze dalla leadership degli Stati Uniti.

RUSSIA E INDIA, TRAIETTORIE DIVERGENTI

di Giuseppe Gagliano   Oggi la Russia commercia con l’India circa dieci volte meno di quanto fa con la Cina. La cooperazione tecnica militare tra Mosca e Nuova Delhi sperimenta molte complicazioni e persino battute d’arresto a causa della crescente presenza occidentale nel mercato della difesa indiano e della la strategia industriale “Make in India” dell’attuale Primo Ministro Modi. Esistono significative aree di disaccordo tra i due Paesi su molte questioni internazionali, tra cui il QUAD (il forum strategico tra Usa, Giappone, Australia e India, n.d.R.), l’Afghanistan, la Belt and Road Initiative proposta dalla Cina e altri ancora. Nel 2020, per la prima volta in vent’anni, Mosca e Nuova Delhi non hanno tenuto il loro regolare incontro annuale al vertice.