Press "Enter" to skip to content

Posts published in “Politica”

PUTIN DI NUOVO IN CINA MA NON SOLO PER L’ECONOMIA

di Fulvio Scaglione – Proprio mentre il segretario di Stato Usa Antony Blinken visitava Kiev, per mostrare solidarietà all’Ucraina e per dare a Zelensky notizie (buone?) sulle sospirate forniture di armamenti, il Cremlino annunciava la visita di Vladimir Putin in Cina per il 16 e 17 maggio. Una coincidenza? Chissà. Resta il fatto che, rieletto per la quinta volta alla presidenza, Putin corre a far visita al collega Xi Jinping che a sua volta, un anno fa, era volato a Mosca per la prima visita all’estero dopo aver ottenuto il suo secondo mandato. Sono particolari ma confermano la relazione speciale tra i due Paesi. Relazione che, dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, consente alla Russia da un lato di condurre la guerra d’invasione e dall’altro di reggere alle sanzioni economiche dell’Occidente.

UNGHERIA, COSI’ ORBAN APRE LE PORTE ALLA CINA

(AsiaNews/Agenzie) – L’Ungheria apre alla cooperazione con la Cina anche sull’energia nucleare. Alla cooperazione atomica è infatti dedicato unico dei 18 accordi firmati nell’ambito della visita di Xi Jinping a Budapest, ultima tappa del suo viaggio in Europa che l’ha portato questa settimana anche in Francia e in Serbia. Nell’Ungheria del premier Viktor Orban il presidente cinese ha rilanciato ulteriormente l’asse con il primo partner europeo della Belt and Road Initiative, coniando per le relazioni con Budapest la definizione di “partenariato strategico globale per tutte le stagioni nella nuova era”.

TRATTATIVE RUSSIA-UCRAINA, ECCO CHI VOLLE BLOCCARLE

Le recenti rivelazioni della rivista americana Foreign Affairs non devono destare particolare sorpresa poiché gran parte di quanto affermato era stato già anticipato dall’ex analista dei servizi di sicurezza francesi Eric Denécé nel febbraio del 2023. Vediamo in breve di illustrare quali erano le considerazioni fatte da Denécé, direttore del Centro di ricerche sull’intelligence francese, sulle fallite trattative per fermare la guerra in Ucraina. E su chi porta la responsabilità di tale fallimento.

PRELIN, IL PROF DI PUTIN: “L’UCRAINA HA GiA’ PERSO MA LA PROSSIMA GUERRA SAREBBE L’ULTIMA”

Il colonnello Igor Nicolaevich Prelin ha servito per tutta la carriera (1962-1991) nel KGB, dove ha ricoperto successivamente ruoli nel servizio di controspionaggio, nel servizio di intelligence (Guinea, Senegal, Angola), presso la Scuola superiore di intelligence (dove ha avuto tra gli allievi anche Vladimir Putin – e come ufficiale stampa dell’ultimo presidente del KGB, il generale Vladimir Kryuchkov. Dal 1995 al 1998, Prelin è stato esperto presso il Comitato di Sicurezza e Difesa del Consiglio della Federazione Russa (Mosca). Da allora, dedica il suo tempo alla scrittura di saggi, romanzi e sceneggiature, mentre in parallelo prosegue una “carriera” di schermidore. Igor Prelin è membro del collegio dei consiglieri internazionali del Centro Francese di Ricerca sull’intelligence (CF2R), per cui ha già pubblicato numerosi rapporti e analisi, tra cui questa che segue.

UK E USA, PRIMA DELLA PACE CONTENERE LA RUSSIA

di Giuseppe Gagliano – Non è certo un caso che la stampa italiana e i media abbiano trascurato -almeno nella maggior parte dei casi – la notizia apparsa sulla rivista americana Foreign Affairs.
Che cosa rivela, in breve? Nel marzo del 2022 si era aperta una finestra di opportunità tra Russia e Ucraina per porre fine al conflitto armato grazie alla mediazione della Turchia. Sembrava che le parti fossero vicine a raggiungere un accordo che avrebbe potuto fermare le ostilità iniziate un mese prima. Tuttavia, nonostante i progressi iniziali, le speranza di una trattativa si sono rapidamente dissolte. Uno dei punti salienti di questa trattativa riguarda il fatto che l’Ucraina avrebbe rinunciato a qualsiasi aspirazioni di aderire ad alleanze militari e di ospitare infrastrutture militari sul proprio territorio in cambio di una garanzia di sicurezza esterna data dai cinque membri permanenti del consiglio di sicurezza, Uk e Usa compresi, insieme ad altri Paesi come Canada, Germania e Israele. Questa bozza di accordo prevedeva anche che l’Ucraina mantenesse uno stato di neutralità senza avere sul suo territorio armi nucleari.

ASSASSINARE ZELENSKY, SABOTARE GLI AIUTI

Le autorità di Germania e Polonia hanno accusato tre uomini di lavorare per conto dell’intelligence militare russa in piani di sabotaggio e assassinio sul suolo europeo. Uno dei complotti avrebbe coinvolto un tentativo di assassinare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Un altro mirava al sabotaggio delle strutture aeroportuali commerciali gestite dall’esercito degli Stati Uniti.

HEZBOLLAH E L’ARSENALE RIFORNITO DALL’IRAN

di Giuseppe Gagliano – Hezbollah si identifica come un movimento rivoluzionario impegnato nel contrasto a Israele, avendo come scopo dichiarato la distruzione dello Stato israeliano, una posizione ideologica condivisa con l’Iran. Quest’ultimo percepisce Israele come una minaccia diretta alla propria sicurezza e per questo sostiene gruppi come Hezbollah e Hamas. Inoltre, Hezbollah si autodefinisce difensore del territorio libanese, rispondendo attivamente ai conflitti territoriali e alle incursioni israeliane. Un altro obiettivo significativo per Hezbollah è la liberazione dei prigionieri detenuti in Israele. Nonostante l’intenzione dichiarata di combattere Israele, Hezbollah ha motivi per procedere con cautela, inclusa la necessità di mantenere e potenzialmente espandere il proprio sostegno in Libano, evitando azioni che potrebbero minare la sua base di supporto non sciita.

SE ISRAELE RISPONDE… SEI POSSIBILI SCENARI

Dopo l’attacco missilistico e con droni da parte dell’Iran, Israele ha annunciato che risponderà. La natura specifica della risposta non è stata chiarita, ma il Generale israeliano Herzi Halevi ha confermato che ci sarà una reazione. Inoltre, c’è la preoccupazione che tale risposta possa potenzialmente far degenerare la crisi in una guerra regionale su vasta scala. Il gabinetto di guerra di Israele, guidato dal primo ministro Benjamin Netanyahu, sta valutando come bilanciare l’escalation e la deterrenza, mentre gli Stati Uniti, tramite il portavoce della sicurezza nazionale John Kirby, hanno espresso il desiderio di evitare un’ulteriore escalation e una guerra diretta con l’Iran. Questa situazione si svolge in un contesto di tensioni crescenti e interventi internazionali, con un occhio attento anche alla sicurezza nucleare, evidenziata dalle preoccupazioni dell’AIEA riguardo la centrale di Zaporizhzhia in Ucraina, che ha subito diversi attacchi, e anche a proposito della corsa dell’Iran per ottenere una quantità di uranio arricchito sufficiente per costruire una bomba atomica.

IRAN, LE ALTRE ARMI PER COLPIRE ISRAELE

di Giuseppe Gagliano – L’azione offensiva dell’Iran deve essere interpretata come puramente dimostrativa soprattutto perché l’attacco non ha provocato danni significativi in Israele. Nonostante l’uso di un gran numero di droni, missili da crociera e missili balistici, la maggior parte di questi è stata intercettata dalle difese aeree israeliane, procurando danni minimi. Questo suggerisce che l’attacco potrebbe essere stato progettato per mostrare la capacità militare dell’Iran o per rispondere a specifiche azioni israeliane ma senza voler causare un conflitto più esteso. La rappresentanza di Teheran presso le Nazioni Unite ha indicato infatti che l’azione era intesa come una risposta legittima e limitata all’aggressione di Israele, suggerendo che la Repubblica islamica non cercava un’escalation ma era pronta a reagire se provocata ulteriormente.