Il vice rappresentante permanente degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite, Ned Price, ha confermato l’intensificarsi della cooperazione tra gli USA e la Moldavia in risposta alle crescenti tensioni con la Russia, in particolare dopo l’invasione dell’Ucraina nel 2022. Le preoccupazioni riguardano la possibilità di un’estensione del conflitto in Moldavia, in particolare attraverso la Transnistria, dove truppe russe sono presenti dagli anni Novanta. Gli Usa hanno rafforzato il sostegno militare alla Moldavia, inclusa la modernizzazione delle forze armate e esercitazioni congiunte con la Romania, per prevenire interferenze russe e stabilizzare la regione.
L’intensificazione delle relazioni USA-Moldavia si inserisce in un contesto di crescente preoccupazione per la stabilità dell’Europa orientale, in particolare a seguito dell’invasione russa in Ucraina. Il supporto americano alla Moldavia (nella capitale Chisinau gli Usa hanno costruito la loro più grande ambasciata in Europa, destinata a ospitare anche consiglieri militari, su un terreno di cinque ettari acquistato per 20 milioni di dollari due anni fa) mira a consolidare la resistenza locale contro potenziali aggressioni russe e a sostenere la sovranità e l’integrità territoriale del Paese. Questo approccio rappresenta non solo una difesa contro l’espansionismo russo ma anche un tentativo di mantenere un equilibrio di potere in una regione strategica. La cooperazione militare e il rafforzamento della sicurezza sono essenziali per contenere la destabilizzazione della zona, ma portano anche il rischio di aumentare le tensioni con la Russia e stimolare le sue eventuali reazioni: il Cremlino potrebbe interpretare questi movimenti come una minaccia diretta ai suoi interessi nell’area.
di Giuseppe Gagliano
Presidente del Centro Studi Strategici Carlo De Cristoforis (CESTUDEC)
Fondatore dell’Osservatorio di politica internazionale e geopolitica (OPIG)
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