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Posts published in “Difesa”

HAMAS E I SUOI SEGRETI MILITARI

da Il Sussidiario.netdi Giuseppe Gagliano – L’operazione di Hamas al-Aqsa Flood, iniziata il 7 ottobre, ha segnato il primo conflitto su larga scala all’interno dei confini di Israele dalla guerra arabo-israeliana del 1948. Tuttavia, a differenza della coalizione di eserciti arabi che affrontò 75 anni fa, Israele ora ha di fronte un’alleanza di gruppi sub-statali. Guidata dall’ala militare di Hamas, le Brigate al-Qassam, questa alleanza comprende la Jihad islamica palestinese, sostenuta dalla Siria e dall’Iran, e una serie di gruppi laici, come le Brigate dei Martiri al-Aqsa allineate al Fatah, il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (PFLP) e il Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina (DFLP).

NUCLEARE, LA RUSSIA E LA BOMBA “PICCOLA” (3)

da SWP (Stiftung Wissenschaft und Politiik)di Lydia Wachs – Di conseguenza, l’elemento nucleare ha tre funzioni principali: deterrenza attraverso la minaccia di escalation, uso effettivamente limitato per gestire l’escalation e ritorsione o guerra massiccia in caso di escalation. Esiste inoltre un legame molto più stretto tra le capacità non nucleari e quelle nucleari rispetto all’Occidente. Ciò è evidente anche in termini organizzativi: ad esempio, le forze russe non sono strutturate in forze nucleari strategiche o non strategiche. Piuttosto, la Russia distingue funzionalmente tra forze generali (sily obshchego naznacheniya), che dovrebbero ottenere effetti direttamente nel teatro delle operazioni militari, e forze di deterrenza strategica (strategicheskiye sily sderzhivaniya), che vanno dalle armi strategiche convenzionali alle armi nucleari strategiche. A causa di questa maggiore integrazione delle capacità convenzionali e nucleari, alcuni esperti occidentali sostengono che, rispetto all’approccio degli stati NATO, la soglia nucleare della Russia è molto più sfumata.

NUCLEARE MILITARE, I LIMITI DEL CREMLINO (2)

da SWP (Stiftung Wissenschaft und Politiik)di Lydia Wachs – Nella sua dottrina militare, Mosca da decenni non esclude l’uso anticipato dell’arma nucleare. Nonostante ciò, la strategia di deterrenza della Russia è cambiata nel tempo, con implicazioni per la sua soglia nucleare. La mutata percezione della minaccia da parte della Russia è probabilmente uno dei fattori che hanno influenzato tutto ciò, così come l’interazione tra capacità convenzionali e nucleari.

NUCLEARE MILITARE, L’ARSENALE RUSSO (1)

da SWP (Stiftung Wissenschaft und Politiik)di Lydia Wachs – In Occidente, la strategia di deterrenza nucleare della Russia è spesso descritta come una strategia di “escalation per la deescalation”. L’idea è che Mosca sia disposta a utilizzare le armi nucleari nella fase iniziale di un conflitto per “allentare” la tensione e porre rapidamente fine allo scontro a proprio favore. Tuttavia, la dottrina militare ufficiale della Russia, le esercitazioni nucleari dell’esercito russo e i dibattiti tra le élite politiche e militari hanno finora puntato in una direzione diversa. Con il concetto di “deterrenza strategica”, la Russia ha sviluppato una strategia di deterrenza olistica in cui le armi nucleari rimangono un elemento importante.

GRISHECHKIN E L’INTELLIGENCE DELLE BALENE

di Giuseppe Gagliano – Nel contesto della guerra tra Russia e Ucraina un ruolo di grande rilevanza è occupato da Vladimir Vladimirovich Grishechkin,  capo della Direzione della ricerca sulle acque profonde (GUGI), un’organizzazione che svolge un ruolo specifico nel campo delle attività clandestine e nell’intelligence marina. Il suo compito è quello di spiare le profondità oceaniche anche attraverso il sabotaggio dei cavi transoceanici e degli impianti energetici offshore.

L’UCRAINA CAMBIA LA SUA GUERRA, ECCO COME

di Pietro Pinter – Negli ultimi giorni, Kiev è stata investita da un vortice di delegazioni straniere di alto livello. All’inizio della scorsa settimana, si è tenuto un incontro tra le autorità ucraine ed esponenti delle maggiori industrie belliche dei Paesi NATO, soprattutto europei, con una presenza particolarmente importante di inglesi, francesi e cechi, con ministri della Difesa al seguito. Sull’agenda, il ruolo futuro del complesso militare-industriale europeo nella guerra per procura. L’orientamento che sembra essere emerso è quello di nuove linee di produzione nella stessa Ucraina, facenti capo a compagnie europee, finanziate dai Governi e dall’Unione Europea. Industrie come Reihnmetall, BAE Systems e Bayraktyar hanno espresso l’intenzione di (o stanno già lavorando per) aprire stabilimenti in Ucraina.

UCRAINA, LA GUERRA SI VINCE NELL’ARIA

di Pietro Pinter    Mentre la controffensiva ucraina ancora si limita a qualche avanzata nelle campagne occidentali della città di Bakhmut, dove gli uomini del Gruppo Wagner ad un ritmo glaciale sgomberano “l’ultimo chilometro quadrato rimasto” in mano alle forze armate ucraine, le azioni più eclatanti in Ucraina avvengono sul fronte della guerra aerea. Il 14 maggio, l’aviazione russa ha colpito un bersaglio nell’oblast di Khmelnitsky, in Ucraina occidentale, causando quella che da molti è stata definita la più grande esplosione dall’inizio della guerra. Il noti analisti militari russi di Rybar sostengono che sia stato colpito un deposito di munizioni, altri ritengono addirittura che siano saltate le famose munizioni
all’uranio impoverito fornite dal Regno Unito, osservando un aumento nella radiottività di fondo della zona, poi rilevato nei giorni successivi anche in Polonia. Secondo gli ucraini, si è trattato invece di un attacco contro un deposito di carburante. È solo uno di molti episodi analoghi delle ultime settimane, in cui i russi sono riusciti a colpire obiettivi di valore –
depositi di munizioni e/o carburante, a giudicare dalle esplosioni – nelle retrovie ucraine: accade anche a Pavlograd, a Nykolaev, a Odessa e a Ternopil.

PRIGOZHIN E LE AMBIZIONI DEL WAGNER

di Pietro Pinter       È passato un anno da quando constatavamo – dopo una parata del 9 maggio “tranquilla” a Mosca anche se per certi versi atipica – che la guerra sarebbe proseguita senza particolari scossoni o svolte, con le forze armate russe che lentamente espugnavano la “fortezza” di Azovstal, la roccaforte ucraina di Mariupol’, in uno degli ultimi successi militari che avrebbero avuto prima che la controffensiva ucraina, mesi dopo, riconquistasse quasi tutto l’oblast’ di Kharkov e metà di quello di Kherson, inclusa il capoluogo. Quest’anno però, oltre alle incognite sulla parata alimentate dal clamoroso attacco con droni al Cremlino, se ne aggiunge anche una potenzialmente più importante: come andrà a finire la faida tra il “capitano di ventura” Evgenyj Prigozhin, fondatore e comandante del Gruppo Wagner, e le alte sfere della ministero della Difesa russo?

“UOMINI E MUNIZIONI, I PROBLEMI DI KIEV”

Per quanto se ne parli e se ne scriva quasi ogni giorno, non è facilissimo sintetizzare in una sola cifra l’aiuto militare di Usa ed Europa all’Ucraina. Il Kiel Institute for the World Economy, che ne tiene traccia, ci dice che gli Usa, fino al 15 gennaio scorso, hanno offerto 73,1 miliardi di dollari di aiuti, e l’Unione Europea 54,9. Bisogna però distinguere ciò che è (o va in) armi, e non è aiuto finanziario o umanitario. Nel mese di dicembre 2022, per esempio, dei 40 miliardi di aiuti complessivamente stanziati, 23 erano per armamenti. Nei dodici mesi del 2022, solo in febbraio, maggio e novembre la somma degli aiuti finanziari e umanitari è stata superiore, per importo, agli aiuti militari. Mirko Mussetti, grande esperto di questioni dell’Europa dell’Est e attento osservatore delle questioni militari legate alla guerra in corso, ci aiuta a decrittare le sfumature strategiche e politiche del problema. E ci parla della “questione uomini”.

MOBILITAZIONE, CHE COSA FA L’UCRAINA

Tutti vediamo quali siano le difficoltà della Russia nell’organizzare e gestire la “mobilitazione parziale” dichiarata da Vladimir Putin. Le proteste nelle grandi città, le lunghissime code di uomini in fuga verso la Georgia, persino gli atti di terrorismo nei commissariati militari. Ma come si regola, quanto a mobilitazione, l’Ucraina? Qui, dalla fine di febbraio, la mobilitazione è andata avanti a ondate continue, che si susseguono. Quindi non è nemmeno chiaro quando un’onda si è conclusa e la successiva è cominciata. Secondo i documenti ufficiali, l’Ucraina si prepara ora alla “quarta ondata” di mobilitazione, ovvero alla coscrizione delle donne, che dal 1° ottobre dovranno mettersi a disposizione degli uffici di registrazione e arruolamento militare. Ma andiamo per ordine.