Press "Enter" to skip to content

Posts published in “Difesa”

ALEKSEYEV, TRA WAGNER E IL CREMLINO

di Giuseppe Gagliano – Nel mondo ombroso dell’intelligence russa, poche figure sono tanto enigmatiche quanto il generale Vladimir Alekseyev, primo vicedirettore della GU, l’agenzia di intelligence militare russa precedentemente nota come GRU. La sua figura emerge in un momento cruciale, dove il gioco di potere e l’influenza sul campo di battaglia in Ucraina delineano nuovi orizzonti per la Russia. La carriera di Alekseyev nell’intelligence russa è lunga e variegata. A partire dal 1984 si è distinto nelle forze speciali del GRU, noto anche come Spetsnaz, dove ha guidato operazioni significative di sabotaggio, ricognizione e antiterrorismo. La sua ascesa all’interno della GU è stata costante e impressionante, portandolo al ruolo di primo vicedirettore.

I “REGALI” DELLA COREA DEL NORD

Secondo un preoccupato rapporto del ministero della Difesa della Corea del Sud, la Russia potrebbe essere vicina a una svolta nella guerra in Ucraina, grazie a un progresso negli armamenti.  Oltre al missile balistico tattico KN-25, Mosca starebbe per ricevere dalla Corea del Nord diversi nuovi sistemi missilistici. Gli analisti militari sudcoreani ritengono che alla Russia siano stati consegnati due tipi di sistemi tattici operativi. Il KN-23, che è un analogo del russo Iskander, un missile capace di portare una testata da 500 chilogrammi a una distanza massima di 450 km. Raggiunge un’altezza massima di 50 km e vola lungo una traiettoria quasi balistica (cioè può manovrare), motivo per cui è un obiettivo difficile per tutti i sistemi di difesa aerea. La portata può essere aumentata a 690 km riducendo la massa della testata.  E il KN-24, un analogo dei missili americani MGM-140 ATACMS. Copia il design di un missile americano e, a quanto pare, svolge un ruolo simile: supportare le truppe sul campo di battaglia distruggendo comandi nemici, magazzini, aeroporti dell’aviazione militare e complessi di difesa aerea. E l’autonomia di questo sistema è maggiore: 410 km contro i 300 km dell’americano.

INTELLIGENCE, I SEI “BUCHI” DI ISRAELE

da Il sussidiario.netdi Giuseppe Gagliano – È da circa due settimane che i principali analisti internazionali si chiedono cosa non abbia funzionato nell’ambito dell’intelligence israeliana. Ebbene, possiamo arrivare ad alcune conclusioni ampiamente dimostrabili almeno fino a questo momento. In primo luogo l’intelligence israeliana era certamente in possesso di indicatori di avvertimento relativi all’attacco e questi indicatori sono stati valutati in modo errato. Nello specifico la divisione di intelligence delle Forze di difesa israeliane (IDF), nota come intelligence militare israeliana (IMI), e l’Agenzia per la sicurezza israeliana (ISA), monitorano Hamas da anni. Sappiamo che queste due agenzie hanno condotto una valutazione della situazione circa due settimane prima dell’attacco del 7 ottobre. La valutazione formulava una conclusione molto chiara e cioè che Hamas non aveva alcun interesse ad attaccare Israele a breve termine. Questa previsione è stata comunicata al primo ministro israeliano e al ministro della Difesa.

AVDEEVKA E DNIPRO, LA GUERRA DELLE OFFENSIVE

di Pietro Pinter – Nel Sud dell’Ucraina sta iniziando la stagione delle piogge, presto la rasputitsa – la trasformazione del terreno in fango tipica della regione – renderà impraticabili manovre su larga scala nel paesaggio prevalentemente agricolo che caratterizza le zone dello Zhaporozhye, dove la fallita offensiva estiva ucraina ha concentrato le sue forze. Sarà ancora possibile ottenere successi tattici, ma gli obiettivi strategici andranno posticipati all’inverno o alla tarda primavera. Questo non significa, però, che nel resto dell’Ucraina si smetterà di combattere durante l’autunno. Con la deintensificazione dell’offensiva ucraina, la Russia ha lanciato una sua controffensiva dagli obiettivi piuttosto modesti: migliorare marginalmente le posizioni dalla giuntura tra Donetsk e Zhaporozhye al confine russo con l’oblast’ di Kharkov e assediare Avdeevka.

HAMAS E I SUOI SEGRETI MILITARI

da Il Sussidiario.netdi Giuseppe Gagliano – L’operazione di Hamas al-Aqsa Flood, iniziata il 7 ottobre, ha segnato il primo conflitto su larga scala all’interno dei confini di Israele dalla guerra arabo-israeliana del 1948. Tuttavia, a differenza della coalizione di eserciti arabi che affrontò 75 anni fa, Israele ora ha di fronte un’alleanza di gruppi sub-statali. Guidata dall’ala militare di Hamas, le Brigate al-Qassam, questa alleanza comprende la Jihad islamica palestinese, sostenuta dalla Siria e dall’Iran, e una serie di gruppi laici, come le Brigate dei Martiri al-Aqsa allineate al Fatah, il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (PFLP) e il Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina (DFLP).

NUCLEARE, LA RUSSIA E LA BOMBA “PICCOLA” (3)

da SWP (Stiftung Wissenschaft und Politiik)di Lydia Wachs – Di conseguenza, l’elemento nucleare ha tre funzioni principali: deterrenza attraverso la minaccia di escalation, uso effettivamente limitato per gestire l’escalation e ritorsione o guerra massiccia in caso di escalation. Esiste inoltre un legame molto più stretto tra le capacità non nucleari e quelle nucleari rispetto all’Occidente. Ciò è evidente anche in termini organizzativi: ad esempio, le forze russe non sono strutturate in forze nucleari strategiche o non strategiche. Piuttosto, la Russia distingue funzionalmente tra forze generali (sily obshchego naznacheniya), che dovrebbero ottenere effetti direttamente nel teatro delle operazioni militari, e forze di deterrenza strategica (strategicheskiye sily sderzhivaniya), che vanno dalle armi strategiche convenzionali alle armi nucleari strategiche. A causa di questa maggiore integrazione delle capacità convenzionali e nucleari, alcuni esperti occidentali sostengono che, rispetto all’approccio degli stati NATO, la soglia nucleare della Russia è molto più sfumata.

NUCLEARE MILITARE, I LIMITI DEL CREMLINO (2)

da SWP (Stiftung Wissenschaft und Politiik)di Lydia Wachs – Nella sua dottrina militare, Mosca da decenni non esclude l’uso anticipato dell’arma nucleare. Nonostante ciò, la strategia di deterrenza della Russia è cambiata nel tempo, con implicazioni per la sua soglia nucleare. La mutata percezione della minaccia da parte della Russia è probabilmente uno dei fattori che hanno influenzato tutto ciò, così come l’interazione tra capacità convenzionali e nucleari.

NUCLEARE MILITARE, L’ARSENALE RUSSO (1)

da SWP (Stiftung Wissenschaft und Politiik)di Lydia Wachs – In Occidente, la strategia di deterrenza nucleare della Russia è spesso descritta come una strategia di “escalation per la deescalation”. L’idea è che Mosca sia disposta a utilizzare le armi nucleari nella fase iniziale di un conflitto per “allentare” la tensione e porre rapidamente fine allo scontro a proprio favore. Tuttavia, la dottrina militare ufficiale della Russia, le esercitazioni nucleari dell’esercito russo e i dibattiti tra le élite politiche e militari hanno finora puntato in una direzione diversa. Con il concetto di “deterrenza strategica”, la Russia ha sviluppato una strategia di deterrenza olistica in cui le armi nucleari rimangono un elemento importante.

GRISHECHKIN E L’INTELLIGENCE DELLE BALENE

di Giuseppe Gagliano – Nel contesto della guerra tra Russia e Ucraina un ruolo di grande rilevanza è occupato da Vladimir Vladimirovich Grishechkin,  capo della Direzione della ricerca sulle acque profonde (GUGI), un’organizzazione che svolge un ruolo specifico nel campo delle attività clandestine e nell’intelligence marina. Il suo compito è quello di spiare le profondità oceaniche anche attraverso il sabotaggio dei cavi transoceanici e degli impianti energetici offshore.

L’UCRAINA CAMBIA LA SUA GUERRA, ECCO COME

di Pietro Pinter – Negli ultimi giorni, Kiev è stata investita da un vortice di delegazioni straniere di alto livello. All’inizio della scorsa settimana, si è tenuto un incontro tra le autorità ucraine ed esponenti delle maggiori industrie belliche dei Paesi NATO, soprattutto europei, con una presenza particolarmente importante di inglesi, francesi e cechi, con ministri della Difesa al seguito. Sull’agenda, il ruolo futuro del complesso militare-industriale europeo nella guerra per procura. L’orientamento che sembra essere emerso è quello di nuove linee di produzione nella stessa Ucraina, facenti capo a compagnie europee, finanziate dai Governi e dall’Unione Europea. Industrie come Reihnmetall, BAE Systems e Bayraktyar hanno espresso l’intenzione di (o stanno già lavorando per) aprire stabilimenti in Ucraina.