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Fulvio Scaglione

Posts published by “Fulvio Scaglione”

"Lettera da Mosca" vuole essere uno spazio aperto a tutti coloro, giornalisti, esperti, studiosi o conoscitori della Russia, che sono stanchi della russofobia imperante come della russofilia ingenua e grossolana che si trova in Rete. Graditissimi i pareri diversi purché argomentati e fondati. Coordina il sito Fulvio Scaglione.

CHE COSA CERCA MACRON IN UCRAINA?

di Giuseppe Gagliano – Il 5 marzo, l’Aeronautica Militare francese ha condotto una missione di sorveglianza aerea sopra il Mar Nero, avvicinandosi allo spazio aereo russo, con l’impiego di un aereo AWACS E-3F e due caccia Rafale. Sebbene operazioni simili da parte della Nato siano frequenti e monitorabili tramite siti come FlightRadar24, il volo francese del 5 marzo non è stato rilevato, indicando che volava con il transponder ADS-B disattivato, una mossa inusuale che nel contesto attuale, segnato anche dall’attivismo del predicente Macron, può essere vista come una forma di provocazione. Solitamente, i voli di ricognizione mantengono attivi i transponder per segnalare la loro presenza e prevenire incidenti, a eccezione dei droni Global Hawk che, operando ad altitudini elevate, talvolta disattivano i transponder senza rappresentare un rischio per il traffico aereo.

ARMENIA AL RIARMO CON USA E FRANCIA

In Armenia, Francia e Stati Uniti giocano un ruolo significativo nel riorientare la locale industria della difesa verso l’Occidente. Mentre la Francia appare in prima linea nella fornitura di attrezzature militari a Erevan, gli Stati Uniti hanno già predisposto l’industria della difesa armena ad allinearsi agli standard occidentali. Il ministro della Difesa francese Sébastien Lecornu e il suo omologo armeno Suren Papikyan si sono incontrati a Erevan il 23 febbraio 2024, segnando un crescente interesse francese nella fornitura di equipaggiamento militare all’Armenia, inclusi veicoli corazzati Arquus, radar Thales GM200, missili trasportabili antiaerei Mistral e, possibilmente, missili Crotale e sistemi antiaerei SAMP-T. Queste consegne sono parte degli sforzi per distaccare l’Armenia dall’influenza russa, con la Francia che organizza queste mosse come una manovra diplomatica a lungo termine.

LA NATO IN UCRAINA, IL SEGRETO DI PULCINELLA

di Pietro Pinter – Le “clamorose rivelazioni” del cancelliere tedesco Olaf Scholz, sul fatto che inglesi e francesi, ovvero soldati di Paesi Nato, partecipino all’acquisizione obiettivi dei missili Storm Shadow/SCALP impiegati dall’Ucraina hanno sollevato il proverbiale vespaio. Queste rivelazioni sono state fatte da uno Scholz con le spalle al muro, accusato dal francese Macron – dall’alto dei suoi 600 milioni di aiuti militari all’Ucraina dall’inizio del conflitto, contro i 17.7 miliardi tedeschi – di non contribuire con sufficiente convinzione allo sforzo bellico, a causa della riluttanza a fornire a Kiev i missili Taurus. Nel suo slancio creativo,  parte di uno scontro tra Germania e Francia per guadagnare una posizione di preminenza nell’Europa centro-orientale durante quello che sembra un disimpegno americano,  Macron ha persino suggerito che la Francia “potrebbe” inviare forze speciali in Ucraina, per creare un “dilemma strategico” per la Russia.

CYBER DI MEZZO MONDO UNITEVI, PER L’UCRAINA

di Giuseppe Gagliano – Nell’ambito di un impegno crescente verso l’Ucraina, l’Estonia ha dato vita al Meccanismo di Tallinn in dicembre, con l’obiettivo di sincronizzare a sostegno di Kyiv un’ampia gamma di iniziative tecnologiche e cyber. Questo meccanismo vede la partecipazione di numerosi Paesi, inclusi Estonia, Canada, Danimarca, Francia, Germania, Olanda, Polonia, Svezia, Ucraina, Regno Unito e Stati Uniti.

I MILITARI NELLA SOCIETA’, DA LENIN A PUTIN

di Giuseppe Gagliano – La profonda militarizzazione della società russa, radicata nella storia sovietica e perpetuata nella Federazione Russa, ha plasmato non solo la struttura interna del Paese ma anche il suo approccio verso le politiche estere e i conflitti internazionali. L’evoluzione del ruolo dei militari e dei siloviki (gli uomini degli apparati militari e di sicurezza), da attori chiave nella governance interna a protagonisti sullo scenario politico, ha influenzato direttamente la postura della Russia nei confronti dell’Ucraina. La crisi attuale tra Russia e Ucraina può essere vista come la manifestazione esterna di questa lunga tradizione di militarizzazione e di attivismo politico delle forze armate. La decisione di intraprendere azioni militari contro l’Ucraina riflette non solo considerazioni geopolitiche ma anche l’influenza duratura delle strutture militari e di sicurezza nella definizione delle priorità nazionali della Russia, evidenziando come le dinamiche interne possano avere ripercussioni significative sulla stabilità regionale e globale.

SHAMAN, LA GUERRA UCRAINA NELL’OMBRA

di Giuseppe Gagliano – Il battaglione ucraino d’élite Shaman è impegnato in una guerra nascosta contro Mosca, puntando le sue campagne contro le infrastrutture industriali russe. Questo gruppo segreto dell’intelligence militare ucraina (GUR) guidata da Kyrylo Budanov, sta eseguendo operazioni di guerra non convenzionale in territorio russo, inclusi attacchi mirati, sabotaggi e azioni di ricognizione. Recentemente, l’11 febbraio, ha colpito un importante impianto petrolifero vicino al Volga, nell’oblast’ di Volgograd, nell’ambito degli sforzi di Kiev di minare l’industria e l’economia della Russia.

LUHANSK E IL RITORNO DI MEDVEDCHUK

da Notizie Geopolitichedi Giuseppe Gagliano – L’autoproclamata Repubblica Popolare di Luhansk, una delle due entità separatiste in Ucraina, ha concluso un accordo per l’esplorazione mineraria in cinque aree del suo territorio con la Trading House Don Coals. Questo accordo è parte dell’iniziativa di Mosca per stimolare l’economia locale attraverso lo sfruttamento intensivo delle risorse minerarie disponibili. Secondo varie fonti, Viktor Medvedchuk, ex parlamentare ucraino con posizioni favorevoli al Cremlino, è considerato il principale promotore di THDU.

INVASIONE RUSSA, QUATTRO VERITA’

di Éric Denécé – Quando considerano la guerra in Ucraina, la maggior parte degli analisti, a mio avviso, parte da presupposti errati che credo siano stati instillati dagli Stati Uniti e dall’Ucraina e che è necessario smontare, perché sono all’origine di una visione falsa della realtà di questo conflitto e quindi del suo esito probabile. Non si tratta, ribadiamolo ancora una volta, di difendere le posizioni della Russia ma di ricordare alcuni fatti e di prendere coscienza della narrazione elaborata dagli americani e della disinformazione di cui siamo vittime in Europa, e in particolare in Francia, da ormai due anni, da quando è cominciata l’invasione. Ecco tali presupposti.

MUNIZIONI, LA RUSSIA CI OSSERVA

di Giuseppe Gagliano – Recentemente, i servizi d’informazione russi hanno effettuato una valutazione approfondita sulle potenzialità del complesso militare-industriale euro-atlantico nel quadro del conflitto con l’Ucraina, fornendo le proprie conclusioni al Cremlino e al Consiglio di Sicurezza Nazionale. Hanno partecipato all’operazione il servizio di spionaggio estero, SVR, e quello di intelligence militare, GU (precedentemente conosciuto come GRU), che hanno intrapreso un’analisi dettagliata sulla capacità produttiva di munizioni d’artiglieria. Mentre il GU si è concentrato sull’osservazione diretta delle fabbriche e della loro produzione, l’SVR ha optato per un confronto tra le consegne di munizioni effettuate all’Ucraina e le promesse iniziali, al fine di dedurre la capacità produttiva effettiva dei Paesi coinvolti.

NEVSKIJ E GLI ALTRI, LA GUERRA DEI SANTI

da Asia Newsdi Stefano Caprio – Il Sinodo della Chiesa ortodossa autocefala ucraina Pzu (Pravoslavnaja Zerkov Ukrainy) ha deciso di escludere dal calendario liturgico la memoria del santo principe russo Aleksandr Nevskij, vincitore delle battaglie contro gli occidentali e fautore del compromesso con l’Orda dei tatari nel XIII secolo. Non si tratta di una de-canonizzazione o di un “anatema contro un santo”, come viene descritto sulla stampa russa che denuncia l’ennesima mossa dello “scisma ucraino”, in quanto ogni Chiesa ortodossa locale (ce ne sono 15, compresa quella ucraina non riconosciuta dai russi) sistema le celebrazioni dei santi secondo propri criteri, ma alla luce del conflitto tra Russia e Ucraina, la decisione appare una specie di “missile nucleare spirituale” lanciato da Kiev contro Mosca, come osserva Aleksandr Soldatov su Novaja Gazeta.