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Fulvio Scaglione

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"Lettera da Mosca" vuole essere uno spazio aperto a tutti coloro, giornalisti, esperti, studiosi o conoscitori della Russia, che sono stanchi della russofobia imperante come della russofilia ingenua e grossolana che si trova in Rete. Graditissimi i pareri diversi purché argomentati e fondati. Coordina il sito Fulvio Scaglione.

MALYUK, IL SIGNORE DELLE SPIE DI KIEV

di Giuseppe Gagliano – Vasyl Malyuk, capo del servizio di sicurezza interno dell’Ucraina (SBU), sta sempre più di propagandando le operazioni compiute dai suoi commando, come riferito alla CNN in agosto, inclusa quella contro Ponte di Crimea nel Mar Nero usando i droni Sea Baby sviluppati dal suo servizio. Questo desiderio di attenzione mediatica riflette quello della Direzione Principale di Intelligence Militare (GUR) del ministero della Difesa, che dall’inizio della guerra pubblicizza le proprie operazioni. Malyuk vuole aumentare il numero delle forze speciali SBU Alpha per compiere operazioni “colpisci e fuggi” contro le forze russe lungo il fronte, in coordinamento con il GUR sotto il Comando delle Forze Speciali Ucraine, il SSO.

SCHOLZ E L’EUROPA CHE ANSIMA PER IL GAS

Dunque, il trucchetto immaginato dal cancelliere tedesco Olaf Scholz sarebbe dovuto funzionare così: bilancio per il 2023 in apparenza legato a un passivo massimo dello 0,35%, come da obbligo costituzionale. Spendendo però a lato, fuori dal bilancio, 60 miliardi per il clima e 200 miliardi per stabilizzare i costi dell’energia. La Corte Costituzionale tedesca ha dato un’occhiata, si è fatta una risata e ha rispedito il tutto al mittente, cioè allo stesso Scholz. Che non ha avuto scelta: ha dovuto abolire il blocco del debito statale per il 2023 e far capire che facilmente lo si dovrà fare anche nel 2024. Bilancio in questo modo approvabile ma reputazione di Scholz (che fu ministro delle Finanze con Angela Merkel) e della sua coalizione di Governo nel baratro.

LA POLONIA BLOCCA GLI UCRAINI, LA UE TACE

Arriva da Reuters la notizia che i camionisti e gli agricoltori polacchi hanno iniziato un blocco 24 ore su 24 del valico di frontiera di Medyka, uno dei più trafficati tra Polonia e Ucraina. Continua dunque, dopo tre settimane, la protesta dei lavoratori polacchi, a seguito della quale migliaia di camion sono rimasti in coda per molti chilometri per diversi giorni. I camionisti affermano che stanno perdendo quote di mercato a causa della “concorrenza sleale” delle aziende ucraine, che offrono prezzi più bassi per i loro servizi e che ora possono trasportare merci anche all’interno dell’Unione Europea, e non più solo tra la UE e l’Ucraina. Ed è la stessa motivazione addotta dagli agricoltori, colpiti nei loro interessi dal fatto che il grano ucraino viene venduto a un prezzo più basso, cosa che ha provocato la chiusura delle importazioni da parte di Polonia, Ungheria, Slovacchia, Romania e Bulgaria. Per questo le due categorie, camionisti e agricoltori, hanno deciso di condurre insieme la protesta. Ora per Medyka passano solo due camion all’ora. Fanno eccezione i veicoli che trasportano aiuti umanitari e forniture militari. E i leader della protesta fanno sapere di essere pronti a bloccare tutti i valichi di frontiera a tempo indeterminato.

ALEKSEYEV, TRA WAGNER E IL CREMLINO

di Giuseppe Gagliano – Nel mondo ombroso dell’intelligence russa, poche figure sono tanto enigmatiche quanto il generale Vladimir Alekseyev, primo vicedirettore della GU, l’agenzia di intelligence militare russa precedentemente nota come GRU. La sua figura emerge in un momento cruciale, dove il gioco di potere e l’influenza sul campo di battaglia in Ucraina delineano nuovi orizzonti per la Russia. La carriera di Alekseyev nell’intelligence russa è lunga e variegata. A partire dal 1984 si è distinto nelle forze speciali del GRU, noto anche come Spetsnaz, dove ha guidato operazioni significative di sabotaggio, ricognizione e antiterrorismo. La sua ascesa all’interno della GU è stata costante e impressionante, portandolo al ruolo di primo vicedirettore.

LA GUERRA, DI COLPO, NON CI PIACE PIU’

L’infilata è stata notevole. Prima Time Magazine, con un reportage spietato da Kiev, protagonista un presidente Zelens’kyj che, nelle confidenze dei suoi stessi collaboratori, sembra aver perso il senso della realtà. Poi The Guardian, impegnato a raccontare la disillusione e il pessimismo degli ucraini mentre la guerra si prolunga.  Quindi il Wall Street Journal, che invita a rimettere i piedi per terra quanto a sconfitta della Russia. Per chiudere Gazeta Wiborcza, il più importante quotidiano polacco, che titola “Mosca trionfa, l’Occidente esita”, e parla di “vergognoso fallimento” (nostro) nella guerra in Ucraina. Questo ammosciamento generale mi fa poca impressione: è assolutamente speculare al ridicolo entusiasmo che su queste stesse testate dilagava un anno fa, quando Zelens’kyj e i suoi parlavano addirittura di marcia su Mosca. Ho scritto sempre che questa guerra non avrà vincitori ma solo sconfitti e resto del mio parere. Anche per quanto riguarda la Russia che, al di là delle pesanti conseguenze militari, politiche ed economiche, spostandosi verso l’Asia rinnega la sua anima più vera e profonda.

QUANDO PUTIN PARLA DI NEGOZIATO…

Dall’Eco di Bergamodi Fulvio Scaglione – A dispetto dei modi glaciali, Vladimir Putin non è mai stato privo di un certo senso del teatro. Non stupisce, quindi, che abbia atteso questa riunione del G20 (virtuale, orfano di Joe Biden e Xi Jinping ma pur sempre un G20) per fare una mossa sull’Ucraina. «Nei loro discorsi, i leader hanno detto di essere scioccati dalla continua aggressione della Russia all’Ucraina», ha detto il presidente russo: «Certo: l’azione militare è sempre una tragedia per gli individui, per le famiglie, per i Paesi. E certo, dobbiamo pensare a come fermare questa tragedia. Tra l’altro, la Russia non ha mai rifiutato il dialogo per la pace con l’Ucraina. Non è stata la Russia ma l’Ucraina ad annunciare pubblicamente di avere lasciato il tavolo negoziale».

IL GENERALE: LA RUSSIA SERVE A ISRAELE”

dal Jerusalem Postdi Nick Kolyohin – Israele non dovrebbe danneggiare le proprie relazioni con la Russia, vista la lunga storia di cooperazione e il ruolo di Mosca in Medio Oriente. In mezzo a tutte le tensioni sulla scena internazionale e alle difficoltà che sia la Russia sia Israele si trovano ad affrontar e oggi nelle loro relazioni, Mosca gioca ancora un ruolo importante in Medio Oriente. Quindi Israele dovrebbe mantenere buone relazioni sia con gli Stati Uniti (come partner essenziale) sia con la Russia (che ha un certo livello di influenza su Siria e Iran). Israel “Relik” Shafir, generale di brigata (in riserva), fu uno degli otto piloti selezionati per la missione di bombardamento del reattore nucleare di Osirak, in Iraq, il 7 giugno 1981. Ha trascorso 31 anni come pilota e comandante nell’aeronautica israeliana, compresi periodi come comandante della scuola di pilotaggio della base aerea di Hatzor e della base aerea di Tel Nof.

ARMENIA, PERDERE LA GUERRA E VINCERE IN ECONOMIA

da Asia Newsdi Vladimir Rosanskij – All’Assemblea nazionale, il Parlamento di Erevan, è cominciata la discussione sulla prossima legge finanziaria, e il primo ministro Nikol Pashinyan ha cercato di trasmettere sensazioni di ottimismo nella sua relazione iniziale. Il Governo dell’Armenia prevede per il 2023 di raggiungere una crescita del Pil di almeno il 7%, con un tasso di inflazione mediamente stabile. Sarebbe il risultato della fine dei conflitti con l’Azerbaigian e l’apertura alle relazioni commerciali verso la Turchia, l’Iran e l’Europa, mantenendo comunque rapporti stabili con il partner storico della Russia, con la quale ultimamente non mancano le tensioni. Come ha sottolineato il premier, “uno dei nostri maggiori risultati è la nostra stabilità macroeconomica, in un contesto molto pieno di minacce e sfide alla sicurezza, ma che siamo riusciti a mantenere anche di fronte ai conflitti e all’instabilità politica interna del Paese, per non parlare degli anni della pandemia”. L’Armenia conferma per il secondo anno consecutivo il trend di crescita economica, e si spera in ulteriori progressi. Nei primi 9 mesi dell’anno l’inflazione è rimasta sempre sotto il 3%.

I “REGALI” DELLA COREA DEL NORD

Secondo un preoccupato rapporto del ministero della Difesa della Corea del Sud, la Russia potrebbe essere vicina a una svolta nella guerra in Ucraina, grazie a un progresso negli armamenti.  Oltre al missile balistico tattico KN-25, Mosca starebbe per ricevere dalla Corea del Nord diversi nuovi sistemi missilistici. Gli analisti militari sudcoreani ritengono che alla Russia siano stati consegnati due tipi di sistemi tattici operativi. Il KN-23, che è un analogo del russo Iskander, un missile capace di portare una testata da 500 chilogrammi a una distanza massima di 450 km. Raggiunge un’altezza massima di 50 km e vola lungo una traiettoria quasi balistica (cioè può manovrare), motivo per cui è un obiettivo difficile per tutti i sistemi di difesa aerea. La portata può essere aumentata a 690 km riducendo la massa della testata.  E il KN-24, un analogo dei missili americani MGM-140 ATACMS. Copia il design di un missile americano e, a quanto pare, svolge un ruolo simile: supportare le truppe sul campo di battaglia distruggendo comandi nemici, magazzini, aeroporti dell’aviazione militare e complessi di difesa aerea. E l’autonomia di questo sistema è maggiore: 410 km contro i 300 km dell’americano.