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Fulvio Scaglione

Posts published by “Fulvio Scaglione”

"Lettera da Mosca" vuole essere uno spazio aperto a tutti coloro, giornalisti, esperti, studiosi o conoscitori della Russia, che sono stanchi della russofobia imperante come della russofilia ingenua e grossolana che si trova in Rete. Graditissimi i pareri diversi purché argomentati e fondati. Coordina il sito Fulvio Scaglione.

LA CINA È VICINA A KIEV. ANCHE TROPPO

di Giuseppe Gagliano – Le autorità di sicurezza ucraine hanno intensificato le indagini su individui cinesi sospettati di spionaggio, in particolare interessati ai segreti tecnologici delle armi occidentali consegnate all’Ucraina. Due cittadini della Cina sono stati formalmente accusati di cospirazione per l’acquisizione illecita di informazioni segrete e attualmente si trovano in custodia a Kiev, con periodiche revisioni della loro situazione processuale che hanno esteso la durata della loro detenzione.

ARMENIA, LA GUERRA DEI CARTELLONI

Nel cuore di Erevan, la capitale dell’Armenia, recenti manifesti hanno sollevato polemiche criticando la Francia, invitata ad andarsene dal Paese, e l’ambasciatore francese, Olivier Decottignies, accusato di corruzione. Questi poster, apparsi lungo la vivace Northern Avenue, hanno stimolato discussioni sull’influenza esterna e le campagne di disinformazione che si stanno diffondendo ben oltre i confini nazionali. Attivisti che appoggiano l’Occidente ritengono che dietro queste azioni ci sia la mano della Russia, intenta a minare i tentativi di Erevan di avvicinarsi all’Occidente, un processo che la Francia cerca di facilitare fornendo supporto militare, in previsione di nuove tensioni con l’Azerbaigian.

AZERBAIGIAN, ARMENIA E GEORGIA, FRONTE DEL CAUCASO

di Giuseppe Gagliano – Secondo un’analisi del Digital Forensic Research Lab dell’Atlantic Council, un think-tank con sede a Washington, la propaganda russa sta cercando di intensificare il sentimento anti-occidentale nel Caucaso meridionale, in particolare in Armenia, Georgia e Azerbaigian. Il loro messaggio principale è che un maggiore avvicinamento alla regione verso gli Stati Uniti e l’Unione Europea potrebbe portare a nuovi conflitti bellici.

CHE COSA CERCA MACRON IN UCRAINA?

di Giuseppe Gagliano – Il 5 marzo, l’Aeronautica Militare francese ha condotto una missione di sorveglianza aerea sopra il Mar Nero, avvicinandosi allo spazio aereo russo, con l’impiego di un aereo AWACS E-3F e due caccia Rafale. Sebbene operazioni simili da parte della Nato siano frequenti e monitorabili tramite siti come FlightRadar24, il volo francese del 5 marzo non è stato rilevato, indicando che volava con il transponder ADS-B disattivato, una mossa inusuale che nel contesto attuale, segnato anche dall’attivismo del predicente Macron, può essere vista come una forma di provocazione. Solitamente, i voli di ricognizione mantengono attivi i transponder per segnalare la loro presenza e prevenire incidenti, a eccezione dei droni Global Hawk che, operando ad altitudini elevate, talvolta disattivano i transponder senza rappresentare un rischio per il traffico aereo.

ARMENIA AL RIARMO CON USA E FRANCIA

In Armenia, Francia e Stati Uniti giocano un ruolo significativo nel riorientare la locale industria della difesa verso l’Occidente. Mentre la Francia appare in prima linea nella fornitura di attrezzature militari a Erevan, gli Stati Uniti hanno già predisposto l’industria della difesa armena ad allinearsi agli standard occidentali. Il ministro della Difesa francese Sébastien Lecornu e il suo omologo armeno Suren Papikyan si sono incontrati a Erevan il 23 febbraio 2024, segnando un crescente interesse francese nella fornitura di equipaggiamento militare all’Armenia, inclusi veicoli corazzati Arquus, radar Thales GM200, missili trasportabili antiaerei Mistral e, possibilmente, missili Crotale e sistemi antiaerei SAMP-T. Queste consegne sono parte degli sforzi per distaccare l’Armenia dall’influenza russa, con la Francia che organizza queste mosse come una manovra diplomatica a lungo termine.

LA NATO IN UCRAINA, IL SEGRETO DI PULCINELLA

di Pietro Pinter – Le “clamorose rivelazioni” del cancelliere tedesco Olaf Scholz, sul fatto che inglesi e francesi, ovvero soldati di Paesi Nato, partecipino all’acquisizione obiettivi dei missili Storm Shadow/SCALP impiegati dall’Ucraina hanno sollevato il proverbiale vespaio. Queste rivelazioni sono state fatte da uno Scholz con le spalle al muro, accusato dal francese Macron – dall’alto dei suoi 600 milioni di aiuti militari all’Ucraina dall’inizio del conflitto, contro i 17.7 miliardi tedeschi – di non contribuire con sufficiente convinzione allo sforzo bellico, a causa della riluttanza a fornire a Kiev i missili Taurus. Nel suo slancio creativo,  parte di uno scontro tra Germania e Francia per guadagnare una posizione di preminenza nell’Europa centro-orientale durante quello che sembra un disimpegno americano,  Macron ha persino suggerito che la Francia “potrebbe” inviare forze speciali in Ucraina, per creare un “dilemma strategico” per la Russia.

CYBER DI MEZZO MONDO UNITEVI, PER L’UCRAINA

di Giuseppe Gagliano – Nell’ambito di un impegno crescente verso l’Ucraina, l’Estonia ha dato vita al Meccanismo di Tallinn in dicembre, con l’obiettivo di sincronizzare a sostegno di Kyiv un’ampia gamma di iniziative tecnologiche e cyber. Questo meccanismo vede la partecipazione di numerosi Paesi, inclusi Estonia, Canada, Danimarca, Francia, Germania, Olanda, Polonia, Svezia, Ucraina, Regno Unito e Stati Uniti.

I MILITARI NELLA SOCIETA’, DA LENIN A PUTIN

di Giuseppe Gagliano – La profonda militarizzazione della società russa, radicata nella storia sovietica e perpetuata nella Federazione Russa, ha plasmato non solo la struttura interna del Paese ma anche il suo approccio verso le politiche estere e i conflitti internazionali. L’evoluzione del ruolo dei militari e dei siloviki (gli uomini degli apparati militari e di sicurezza), da attori chiave nella governance interna a protagonisti sullo scenario politico, ha influenzato direttamente la postura della Russia nei confronti dell’Ucraina. La crisi attuale tra Russia e Ucraina può essere vista come la manifestazione esterna di questa lunga tradizione di militarizzazione e di attivismo politico delle forze armate. La decisione di intraprendere azioni militari contro l’Ucraina riflette non solo considerazioni geopolitiche ma anche l’influenza duratura delle strutture militari e di sicurezza nella definizione delle priorità nazionali della Russia, evidenziando come le dinamiche interne possano avere ripercussioni significative sulla stabilità regionale e globale.

SHAMAN, LA GUERRA UCRAINA NELL’OMBRA

di Giuseppe Gagliano – Il battaglione ucraino d’élite Shaman è impegnato in una guerra nascosta contro Mosca, puntando le sue campagne contro le infrastrutture industriali russe. Questo gruppo segreto dell’intelligence militare ucraina (GUR) guidata da Kyrylo Budanov, sta eseguendo operazioni di guerra non convenzionale in territorio russo, inclusi attacchi mirati, sabotaggi e azioni di ricognizione. Recentemente, l’11 febbraio, ha colpito un importante impianto petrolifero vicino al Volga, nell’oblast’ di Volgograd, nell’ambito degli sforzi di Kiev di minare l’industria e l’economia della Russia.

LUHANSK E IL RITORNO DI MEDVEDCHUK

da Notizie Geopolitichedi Giuseppe Gagliano – L’autoproclamata Repubblica Popolare di Luhansk, una delle due entità separatiste in Ucraina, ha concluso un accordo per l’esplorazione mineraria in cinque aree del suo territorio con la Trading House Don Coals. Questo accordo è parte dell’iniziativa di Mosca per stimolare l’economia locale attraverso lo sfruttamento intensivo delle risorse minerarie disponibili. Secondo varie fonti, Viktor Medvedchuk, ex parlamentare ucraino con posizioni favorevoli al Cremlino, è considerato il principale promotore di THDU.