Press "Enter" to skip to content

LA NATO IN UCRAINA, IL SEGRETO DI PULCINELLA

di Pietro Pinter – Le “clamorose rivelazioni” del cancelliere tedesco Olaf Scholz, sul fatto che inglesi e francesi, ovvero soldati di Paesi Nato, partecipino all’acquisizione obiettivi dei missili Storm Shadow/SCALP impiegati dall’Ucraina hanno sollevato il proverbiale vespaio. Queste rivelazioni sono state fatte da uno Scholz con le spalle al muro, accusato dal francese Macron – dall’alto dei suoi 600 milioni di aiuti militari all’Ucraina dall’inizio del conflitto, contro i 17.7 miliardi tedeschi – di non contribuire con sufficiente convinzione allo sforzo bellico, a causa della riluttanza a fornire a Kiev i missili Taurus. Nel suo slancio creativo,  parte di uno scontro tra Germania e Francia per guadagnare una posizione di preminenza nell’Europa centro-orientale durante quello che sembra un disimpegno americano,  Macron ha persino suggerito che la Francia “potrebbe” inviare forze speciali in Ucraina, per creare un “dilemma strategico” per la Russia.

L’ex segretario alla Difesa britannico Ben Wallace, che ha accusato Scholz di aver “gravemente abusato di informazioni di intelligence”, se la sarebbe dovuta prendere in primis con il soldato americano Jack Texeira, che già un anno fa ha divulgato documenti (confermati come veri) che dimostrano incontrovertibilmente che in effetti le forze speciali francesi, britanniche, americane e di altri paesi NATO, oltre a centinaia di funzionari a vario titolo, sono già in Ucraina da almeno
un anno. O con il luogotenente generale britannico Robert Magowan, che a fine 2022 ha candidamente raccontato al Times di Londra di come i Royal Marines fossero impegnati in “operazioni coperte ad alto rischio” in Ucraina. E ancor di più con il ministro polacco che ha raccontato al giornalista Zbigniew Parafianowicz del fatto che forze speciali britanniche e
polacche siano operative in Ucraina da subito dopo il Maidan del 2014, e che abbiano partecipato ai combattimenti a Nord di Kiev già nelle prime settimane di guerra.

Per non essere minimamente sorpresi dalle “rivelazioni” di Scholz non serve essersi abbeverati alla propaganda russa, ci si può essere informati anche solo tramite testate la cui correttezza politica per un leale cittadino del grande spazio americano è fuor di dubbio. Si può ad esempio aver letto sul New York Times di un confine ucraino puntellato di bunker della CIA con tutte le migliori tecnologie e personale americano, impegnati in attività di intelligence contro la Russia dal 2014. O su Politico dei contrasti dell’ex comandante in capo delle forze ucraine Valery Zaluzhny con gli “advisor occidentali” incaricati di pianificare l’offensiva ucraina di primavera-estate.

Insomma, non è un segreto che in Ucraina si stia combattendo una guerra tra Russia e NATO in piena regola, con armi della NATO, intelligence della NATO, satelliti della NATO, pianificazione della NATO e soldati della NATO sul campo, seppur solo in veste di forze speciali, mercenari, agenti segreti oppure advisor. Passando da ciò che è senza dubbio provato e a ciò che è altamente probabile, o presumibile oltre ogni ragionevole dubbio, si può anche andare oltre: vogliamo credere che il sabotaggio del gasdotto Nord Stream (un atto di guerra ampiamente
preannunciato sia contro la Russia sia contro la Germania) sia avvenuto senza un coinvolgimento diretto di uno o più Paesi NATO? Che l’attacco al Ponte di Crimea la cui logistica è passata da Bulgaria, Turchia e Georgia non sia stato pianificato e partecipato da uno o più Paesi NATO? Che gli AWACS americani costantemente presenti nel Mar Nero non siano attivamente impegnati negli attacchi alla flotta russa?

Dunque, l’elemento di novità nelle dichiarazioni di Scholz o in quello che Macron “potrebbe” fare in futuro (e in realtà ha già fatto) dove sarebbe? Semplicemente, non c’è. Stiamo assistendo ad uno scontro politico piuttosto aspro, e brutto a vedersi, all’interno di una UE confusa sul da farsi in un quadrante europeo in cui il coinvolgimento americano, le intenzioni russe e la capacità di tenuta ucraina appaiono oggi come variabili piuttosto incerte. L’unica cosa che possiamo sperare è che la “piccola geopolitica” Est-europea dei due statisti Macron e Scholz, peraltro piuttosto vicini al tramonto politico, non stronchi sul nascere ogni possibilità di unità sostanziale europea. Possibilità che dovrebbe diventare più concreta – e non meno – a fronte di un possibile riorientamento americano sul quadrante del Pacifico, e del previsto riarmo convenzionale (forse
anche nucleare) del continente.

di Pietro Pinter

fondatore e animatore del canale Telegram Inimicizie

Tutte le notizie e l’attualità sul nostro canale Telegram

Be First to Comment

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.