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LA NATO IN UCRAINA, IL SEGRETO DI PULCINELLA

di Pietro Pinter – Le “clamorose rivelazioni” del cancelliere tedesco Olaf Scholz, sul fatto che inglesi e francesi, ovvero soldati di Paesi Nato, partecipino all’acquisizione obiettivi dei missili Storm Shadow/SCALP impiegati dall’Ucraina hanno sollevato il proverbiale vespaio. Queste rivelazioni sono state fatte da uno Scholz con le spalle al muro, accusato dal francese Macron – dall’alto dei suoi 600 milioni di aiuti militari all’Ucraina dall’inizio del conflitto, contro i 17.7 miliardi tedeschi – di non contribuire con sufficiente convinzione allo sforzo bellico, a causa della riluttanza a fornire a Kiev i missili Taurus. Nel suo slancio creativo,  parte di uno scontro tra Germania e Francia per guadagnare una posizione di preminenza nell’Europa centro-orientale durante quello che sembra un disimpegno americano,  Macron ha persino suggerito che la Francia “potrebbe” inviare forze speciali in Ucraina, per creare un “dilemma strategico” per la Russia.

SCHOLZ E L’EUROPA CHE ANSIMA PER IL GAS

Dunque, il trucchetto immaginato dal cancelliere tedesco Olaf Scholz sarebbe dovuto funzionare così: bilancio per il 2023 in apparenza legato a un passivo massimo dello 0,35%, come da obbligo costituzionale. Spendendo però a lato, fuori dal bilancio, 60 miliardi per il clima e 200 miliardi per stabilizzare i costi dell’energia. La Corte Costituzionale tedesca ha dato un’occhiata, si è fatta una risata e ha rispedito il tutto al mittente, cioè allo stesso Scholz. Che non ha avuto scelta: ha dovuto abolire il blocco del debito statale per il 2023 e far capire che facilmente lo si dovrà fare anche nel 2024. Bilancio in questo modo approvabile ma reputazione di Scholz (che fu ministro delle Finanze con Angela Merkel) e della sua coalizione di Governo nel baratro.

BURNS A MOSCA E KIEV, MISSIONE FALLITA

Interessante ricostruzione del quotidiano svizzero Neue Zürcher Zeitung, che fa riferimento a fonti interne ai circoli politici tedeschi. A metà gennaio, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden avrebbe incaricato il capo della CIA, William Burns, di visitare Kiev e Mosca e valutare la loro disponibilità ai negoziati. Una missione portata a termine, anche se poi i media occidentali hanno parlato solo dell’incontro con il presidente ucraino Zelensky. Secondo le indiscrezioni, Burns avrebbe proposto a Kiev e Mosca un piano basato sull’idea “territori in cambio di pace”. Secondo questo piano, la Russia terrebbe circa il 20% del territorio dell’Ucraina ma porrebbe fine alla guerra. Entrambi i Paesi hanno rifiutato. L’Ucraina non vuole territori, mentre la Russia crede che alla lunga riuscirà a vincere la guerra e magari ad occupare ancora più territori.