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HA STATO PUTIN, ANCHE A GAZA

Per un paio di giorni i soliti noti hanno cercato di convincere i loro lettori che dietro l’attacco omicida di Hamas da Gaza contro i civili e i soldati di Israele ci fosse la mano della Russia. Prima sono andati giù piatti piatti, senza vergogna. Poi sono arrivate le smentite (per esempio quella dell’ambasciatore di Israele in Russia, Alexandr Ben Avi, che ha definito quell’interpretazione “una totale sciocchezza”) e allora hanno cominciato a svicolare: eh ma forse i droni, eh ma forse il Gruppo Wagner approvava… Infine hanno riattaccato a parlare di una possibile “nuova crisi energetica” che faceva sorridere Putin dopo che lo stesso aveva perso la prima guerra dell’energia, quella con cui gli europei si sono sganciati dalle forniture russe. Vecchia canzone spompata. È vero, non compriamo più gas dalla Russia. Lo compriamo altrove ma pagandolo tre volte tanto, subendo l’impennata dell’inflazione e un generale calo dello sviluppo economico.   La zona euro è ufficialmente in recessione e l’economia della locomotiva d’Europa, la Germania, è una pallida imitazione di ciò che era prima della grande vittoria energetica su Putin.

Quindi sarà anche vero che avevamo sviluppato una “dipendenza” energetica dalla Russia. Però dalla dipendenza ci siamo liberati, mentre una fonte più affidabile ed economica della Russia non l’abbiamo trovata. E intanto la prode Europa, dovendo dipendere dall’Azerbaigian del dittatore Ilham Aliev, non può nemmeno spendere una parola per l’Armenia per non restare al freddo. Mentre la Cina e l’India e gli altri Paesi che comprano gas e petrolio russo a prezzi di saldo ci mangiano in testa. Abbiamo fatto questa scelta politica, ok. Ma chiamarla vittoria pare un po’ troppo.

Questa caterva di semplicismi e sciocchezze ci interessa non perché lede l’onorabilità di Putin, già compromessa di suo e di cui non ci importa nulla. Ma per la visione del mondo che cerca di imporre, con un unico scopo: dimostrare la tesi di Josep Borrell, responsabile della politica estera UE, convinto che l’Europa sia un giardino e il resto del mondo giungla. Ovvero, che ci sia un fronte del male anti-occidentale che unisce Paesi come Iran, Russia e Cina per abbattere la nostra civiltà. Gaza come Mosca, Taiwan come l’Ucraina, Pechino come Teheran. Lo scrive Eric Trump, figlio di Donald, e lo ripetono i nostri commentatori. Che infatti dicono: prima l’Ucraina, ora Israele, infine toccherà all’Asia.

Cascano le braccia. Intanto la Russia ha, e non da oggi, ottime relazioni con Israele. L’URSS fu uno dei primi Paesi a riconoscere lo Stato ebraico ma, a parte questo, anche oggi i rapporti sono ottimi, tanto che Israele è l’unico Paese ascrivibile al fronte dell’Occidente che non abbia armato l’Ucraina. Non solo: i cittadini israeliani nativi di lingua russa sono circa 1,5 milioni pari al 15% della popolazione totale e formano la terza più grande comunità russofona fuori dai confini dell’ex URSS. Qualcuno sano di mente può davvero pensare che il Cremlino, in queste condizioni, si metta a pasticciare con Hamas? Che promuova un’offensiva da Gaza contro un Paese amico?

Questo per l’aspetto particolare. Per l’aspetto globale, è evidente che certe elucubrazioni servono solo a far propaganda all’allargamento ulteriore della NATO (che infatti, essendo un’Alleanza “atlantica”, sta aprendo un ufficio in Giappone) e alla subordinazione dell’Unione Europea alle strategie degli USA. Intendiamoci: chi non ha strategie, come la UE, inevitabilmente deve subordinarsi a chi, belle o brutte, le ha, come gli Usa. Ma anche se teniamo fermi alcuni punti – è la Russia che ha invaso l’Ucraina, è Hamas che ha scatenato questi massacri, sappiamo chi è l’aggressore e chi l’aggredito -, davvero facciamo finta di non capire che la politica USA in Medio Oriente è, non da oggi, un fallimento? Davvero ci siamo dimenticati dell’Afghanistan, dell’Iraq, della Siria e della Libia? E della stessa Gaza, che è dominata da Hamas ma non è solo Hamas?  O li consideriamo dei successi? E davvero non vogliamo notare che la strategia politica in Europa, promossa dagli USA e applicata anche dalla UE, di espandersi verso Est (vere o no che fossero le promesse all’epoca del crollo del Muro) facendo finta che la Russia non esistesse o che le sue esigenze (richieste, pretese, sogni, chiamiamoli come vogliamo che non cambia nulla) non avessero importanza, ha comunque una parte in quanto sta succedendo? Davvero il fatto, riconosciuto dall’ex presidente ucraino Poroshenko e ribadito dalla Merkel e da Hollande, che dal 2014 al 2022 l’Europa abbia pensato solo ad armare l’Ucraina e non a cercare una pace nel Donbass (quando si poteva anche fare entrare le cose) non ha peso?

Se la pensiamo così, continuiamo pure a illuderci e a sbattere il naso. Chiudiamoci nel giardino ideale di cui parla Borrell. Sapendo, però, che alla fine la giungla la vince sempre.

Fulvio Scaglione

 

 

 

 

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3 Comments

  1. Franco Franco 13 Ottobre 2023

    Borrell, reduce da una serie di dichiarazioni demenziali sulla scia della Van Leyen, ha valicato i limiti del ridicolo con la seguente: “The war in Ukraine has transformed us … from the position of an economic power to a geopolitical one, taking its strategic responsibilities very seriously”. Ricorda un po’ la favoletta della mosca sul corno del bue che, alla rana che le chiede che cosa faccia lassù, risponde: “Ariamo”.

  2. carlo geneletti carlo geneletti 30 Gennaio 2024

    bravo Scaglione e molto interessante questo articolo. Purtroppo l’UE non esiste, esiste un’appendice degli US, vecchiotta, retriva, e sciocca, che fa la voce grossa con i deboli e ammutolisce di fronte ai potenti. Il problema, per me che la vorrei, ma la vorrei diversa, è cosa fare alle prossime europee. Votare uno dei partiti della Grande Coalizione, neanche a morire, votare per l’opposizione (si fa per dire) fascista nemmeno. Cosa resta? Dilemma.

  3. Axel Axel 8 Febbraio 2024

    Propaganda pura. A Putin interessa solo spostare attenzione, dei russi in Israele gliene fotte poco tanto come dei russi in Russia a fare carne da macello. se l avessero armata dal 2014 la guerra sarebbe finita a fine 22. Con offensive Kharkiv che li ha rimandati al confine, russi erano pochi e i migliori ingannati e portati a Kherson. Con mezzi e munizioni e soldato in più prendevano Luhansk ma non immaginavano che sarebbero scappati così e fossero tutti scarsi abbandonarono oltre 250!carri armati artiglieria migliaia di MUNIZIONI.. se i partner non avessero dormito da ottobre 22 a gennio22, per paura dell’ linea rossa, di parlare di tank approvarli a FEBBRAIO e spingendo per attaccare quando avevano montato difesa. Con Russia bisogna fare come adesso, difesa e legnare. Non hanno mai avuto Rocket oltre i 100km e aeronautica con barchini non gli fanno USARE mar nero.offrendo soldi hanno russi che danno fuoco in tutto il paese, c’è un tariffario da 400 €;per ufficiali ceceni a Salire. Un russo ha portato elicottero e attacco gli hanno dato 500k euro cash. Per aereo 2mlioni. I Russi son ridicoli quando Ucraina avrà più dei 26 f16 pronti gli tirano giù anche il ponte. Russophobia proud

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