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PRONTO, MI PASSA L’ ASSASSINO?

Ieri, su Facebook, ho pubblicato questo post: “Credo di intuirne le ragioni vere, quelle poco esibite. Ma la strategia di “Putin è un assassino” o “Erdogan è un dittatore” pare buona soprattutto per i gonzi. A che serve? Dubito che Erdogan e Putin stiano svegli la notte a chiedersi perché Draghi e Biden non gli vogliano bene. Poi, certo, a Putin dai dell’assassino ma ti ritrovi a sperare che non invada l’Ucraina, a Erdogan dai del dittatore e speri che non ci prenda un’altra volta a calci in bocca in Libia. Conviene? Infine. Dici che Putin è un assassino ma ti abbracci con George Bush Jr., che mentì al mondo per invadere l’Iraq e far morire centinaia di migliaia di persone. Dai del dittatore a Erdogan e nelle stesse ore consegni (in cambio di quattrini sonanti e diritti di sfruttamento dei giacimenti del gas) una seconda fregata al presidente egiziano Al-Sisi, che non pare più tenero del Rais di Ankara. Farai così anche con Xi Jinping e con Mohammed bin-Salman? O davvero siamo ancora lì con la storiella che il nostro puzzone va bene e contribuisce al sol dell’avvenire mentre quello altrui fa schifo? Che noi difendiamo i valori? Arridatece la Realpolitik, quella cinica e terra terra, faccio questo perché mi conviene. Perché quest’altra Politik non è meno Real ma molto più ipocrita”.

Come volevasi dimostrare. Oggi il presidente americano Joe Biden ha chiamato l’assassino Vladimir Putin e gli ha proposto un incontro per provare a risolvere qualche problema nelle relazioni tra Stati Uniti e Russia, a cominciare dalla tensione intorno al Donbass e ai confini dell’Ucraina. Un po’ come se Mario Draghi, dopo aver insultato Erdogan (perché dare del dittatore a un capo di Stato è comunque un insulto, vero o no che sia), domani lo chiamasse per proporgli qualche nuovo affare, magari per vendergli quelle armi che fanno della Turchia uno dei maggiori e più generosi clienti della nostra industria bellica.

Morale: la politica è una cosa seria. A certi livelli drammaticamente seria. E se uno vuole adottare lo stile delle discussioni da bar, deve poi poterselo permettere. E proprio in questo sta il problema nostro: al di là di qualunque altra considerazione, il primo fatto da considerare è proprio che non ce lo possiamo più permettere. Con Cina, Russia, India, Turchia e altri, oggi, far la voce grossa è soprattutto vecchio e patetico. Serve altro. molto altro.

Fulvio Scaglione

 

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One Comment

  1. carlo geneletti carlo geneletti 16 Aprile 2021

    perfettamente d’accordo. Draghi ha dimostrato un’insospettabile leggerezza.

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