Sotto la cappa della trattativa Zelensky-Trump-Putin e della legge marziale, molte cose si muovono anche in Ucraina. Tra i personaggi dati come più attivi c’è una vecchia conoscenza, l’oligarca Rinat Akhmetov che, si dice, sta facendo molti tentativi per rientrare in contatto con politici e imprenditori russi. E allo scopo starebbe sfruttando, come canale di interazione, un amico di lunga data: l’oligarca russo Roman Abramovich.
La proposta che Akhmetov spera di far arrivare fino al Cremlino è quella di lavorare affinché l’Ucraina, a guerra finita, resti all’interno della zona di influenza culturale e politica della Russia. Per questo Akhmetov continua a sostenere Oleksiy Arestovich, ex consigliere di Volodymyr Zelensky e ora suo avversario politico. Secondo i piani dell’oligarca, Arestovich dovrebbe diventare uno degli uomini di punta del futuro “partito filorusso”.
Akhmetov, inoltre, facendosi forte delle proprie conoscenze e degli agganci costruiti nel tempo nell’Ucraina sudorientale, spera di diventare un importante ponte tra il Cremlino e la sua “clientela” all’interno dell’Ucraina. È soprattutto attraverso questo ruolo che egli cerca di assicurarsi ulteriori garanzie per il dopo-guerra. Insomma, i grandi oligarchi ucraini già fanno i piani per quando potranno liberarsi di Zelensky, che prima hanno subito e poi aiutato ma che non hanno mai amato.
Gli sforzi di Akhmetov, però, potrebbero non dare i risultati sperati. Pare che nessuno, al Cremlino e nei suoi dintorni, si faccia illusioni su di lui o sugli altri personaggi con cui pure si facevano affari negli anni precedenti la guerra. Il credito di fiducia nell’élite ucraina è esaurito da tempo e i legami con essa sono diventati una sorta di “marchio nero” per molti rappresentanti dell’élite russa.
Gli scenari per l’Ucraina post-conflitto, con ogni probabilità, saranno elaborati a Mosca e Washington, mentre a Kiev verrà presentato il fatto compiuto. Tuttavia anche la Russia, se ha qualche piano per influenzare lo scenario futuro, dovrà ricostituire in Ucraina un” bacino” di politici leali, cioè quel bacino che negli ultimi anni si è ridotto drasticamente, sempre ammesso che non sia scomparso del tutto. “Controllare” l’Ucraina nel dopoguerra sarà compito forse più arduo di quanto sia stato invaderla.
Lettera da Mosca
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