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TACI, IL CITTADINO TI ASCOLTA!

Serenamente ignorata dalla “stampa di qualità”, arriva dagli Usa la notizia che 62 membri democratici della Camera dei rappresentanti insieme con 207 repubblicani hanno votato un emendamento (che dovrà poi passare all’esame del Senato) alla legge sui finanziamenti per il Dipartimento di Stato che vieta allo stesso Dipartimento di fare qualunque riferimento alle statistiche sui morti di Gaza trasmesse dal ministero della Sanità del governo della Striscia. Il voto è avvenuto sulla base di una mozione bipartisan presentata da due democratici e due repubblicani. E se le posizioni repubblican-trumpiane sulla guerra in Medio Oriente sono ben note, quelle dei democratici si muovono sulla solita ambiguità: infatti la direzione del partito non ha dato alcuna indicazione di voto, lasciando ai deputati la libera scelta. Taci, il cittadino potrebbero sentirti!

Sappiamo tutti che le statistiche del Ministero palestinese (a proposito: 37,765 morti e 86.429 feriti secondo gli ultimi aggiornamenti) lasciano molti dubbi e soprattutto non sono verificabili. Ma non sono verificabili anche a causa del fatto che Israele, che occupa militarmente la Striscia, non consente indagini di parti terze. In più, senza le statistiche di Hamas restano solo le informazioni fornite da Israele stesso, dove vige la censura militare. Quindi, di fatto, i deputati Usa vogliono che al cittadino americani arrivi solo la voce della censura israeliana.

La notizia è interessante anche perché arriva in contemporanea con qualcosa di analogo che riguarda, però, il fronte europeo. Il Governo russo, infatti, ha decretato il blocco alla diffusione in Russia di 81 testate europee (alcune anche italiane) come risposta al blocco europeo ai danni dell’agenzia di stato Ria Novosti e dei quotidiani Izvestia e Rossiyskaya Gazeta. Provvedimento, quello Ue, arrivato dopo altri blocchi decretati ai danni di altri media russi in questi due anni e mezzo di guerra.

È ridicolo vedere la Ue che protesta nei confronti del blocco russo dopo aver fatto per prima la stessa cosa. E non meno ridicolo è pensare che il Cremlino faccia finta di ignorare che con il Vpn qualunque cittadino russo può aggirare il blocco. Ma resta una considerazione. Il problema non sono le cosiddette fake news, che abbondano sui social come sulla cosiddetta “stampa di qualità”. La vera questione è quella delle non news, delle voci che bisogna a tutti i costi tacitare. Le prime sono impossibili da fermare perché ormai le notizie, fake e non fake, sono nell’aria, arrivano al cittadino da ogni direzione e con ogni mezzo. Se anche non avessi radio, Tv e giornali potresti essere ugualmente bene informato. E quindi la soluzione è non news, cancellare tuti i canali che riproducono una voce diversa dalla tua.

Che sia questa ormai la strategia lo si è visto bene anche con il “caso Assange”. Le rivelazioni di Assange non sono mai state smentite, corrispondevano a verità. Ma al posto di apprezzare il whistleblower, molti si sono buttati a definirlo un agente di Putin. curiosamente nessuno si è chiesto che razza di whistleblower fosse, per fare un solo esempio, quello che passò ai giornali migliaia di documenti di proprietà di uno studio legale privato su cui si basò lo scoop dei Panama Papers. Whistleblower rimasto anonimo e dalle motivazioni sconosciute: aspirazione alla giustizia? Denaro? Follia? Perché anche il whistleblower è buono se fa gli interessi nostri. Altrimenti…

Fulvio Scaglione

 

 

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