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PUTIN KILLER MA BIDEN MIRA ALL’EUROPA

L’intervista in cui il presidente Usa Joe Bidendel “killer” al presidente russo Vladimir Putin è stata rapidamente archiviata nell’imbarazzo generale. A parte qualche sparuto entusiasta, i media occidentali hanno preferito glissare. D’altra parte Biden era il noto gaffeur dell’amministrazione Obama, adesso ha pure un’età, perché insistere?

Però c’è una logica in questa follia. E riguarda soprattutto noi europei. Ce lo dimostra un recente (febbraio) sondaggio del Levada Center che ha provato a interrogare i russi sui rapporti tra il loro Paese e la Cina. Ecco, in sintesi, i risultati:

  • Il 74% dei russi ha un’opinione positiva della Cina.
  • Il 57% dei russi pensa che nel prossimo futuro i rapporti tra Russia e Cina si faranno ancora più stretti.
  • Il 56% dei russi pensa che, a livello internazionale, negli ultimi dieci anni il rispetto per la Cina sia cresciuto, mentre solo il 42% pensa la stessa cosa della Russia e il 46% degli Usa.
  • Il 56% dei russi pensa che i buoni rapporti con la Cina rafforzino la posizione internazionale della Russia. C’è però un consistente 34% che pensa il contrario e che teme, in particolare, che la relazione con la Cina impedisca alla Russia di migliorare i propri rapporti con gli Usa.

Che cosa c’entra, tutto questo, con la questione del Putin killer? I policymakers Usa non hanno bisogno del pur prestigioso Levada Center per sapere come vanno le cose. Quindi, perché l’amministrazione Usa continua a spingere la Russia nelle braccia della Cina? Perché non prova invece a dividere (come pure propongono gli analisti politici più accorti) la Russia (grande serbatoio di materia prime) dalla Cina (grande potenza industriale che divora materie prime)?

La risposta è che a Biden e ai suoi della Russia, del killer Putin, di Navalny e di tutto il resto importa assai poco. Non potendo entrare in urto diretto con la Cina, ciò che davvero a loro preme è impedire qualunque forma di riavvicinamento tra la Russia e la Ue. Perché è l’Europa il vero obiettivo dei pezzi grossi. Della Cina come degli Usa, perché la supremazia globale passa per la relazione il più possibile privilegiata con il Vecchio Continente. In questo quadro, e non da oggi, la Russia è l’anello debole. Mosca ha bisogno di Bruxelles, che è il suo miglior cliente quanto a gas e petrolio ed è stato per decenni il suo più interessante partner commerciale. Soprattutto, Mosca e Bruxelles sono partner complementari: la Russia ha le risorse ma non l’apparato tecnologico e industriale, l’Europa, al contrario, ha industrie e know how ma poche risorse energetiche. Quanto tutto ciò sia lo spettro per i politici americani lo si vede dagli sforzi messi in campo per impedire il completamento di Nord Stream 2, il gasdotto che dovrebbe unire la Russia alla Germania.

In un modo o nell’altro, gli Usa hanno almeno frenato l’espansione cinese verso l’Europa, anche se non hanno potuto impedire il super-accordo sugli investimenti che Pechino e Bruxelles hanno siglato proprio allo scadere del 2020. E premono sulla Russia perché all’Europa resti solo una scelta secca: o di qua o di là, o con i killer e dittatori o con la “grande democrazia” Usa. Tutto questo dovrebbe rendere l’Europa più consapevole di sé e del proprio ruolo. Ed è proprio ciò che, bene o male, in qualche Paese come Francia e Germania succede. Ma solo lì. A livello collettivo, l’Europa si barcamena: va al traino degli Usa storcendo la bocca, come se questo potesse sostituire una politica che non c’è.

Comunque non illudiamoci. Quando Biden indica questo o quel killer, forse parla di Putin ma in primo luogo parla a noi europei.

Fulvio Scaglione

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One Comment

  1. Antonio Dalla Nora Antonio Dalla Nora 19 Marzo 2021

    Ottimo articolo. Chiaro e semplice.

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