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di Giuseppe Gagliano – Nel 2022, molti analisti occidentali hanno sottovalutato gli avvertimenti di Vladimir Putin, non ritenendo plausibile un’invasione dell’Ucraina. Tale valutazione si basava su un ragionamento “occidentale”, dove la politica, l’economia e la logica militare avrebbero suggerito che una simile azione fosse controproducente. Tuttavia, l’errore di prospettiva è stato evidente: per Putin, l’economia e il consenso elettorale non erano prioritari rispetto agli obiettivi geopolitici. Ignorando i costi economici previsti, il presidente russo ha deciso di lanciare quella che ha definito un’”operazione speciale”.
È arrivata la notizia che Francia, Gran Bretagna e, ancor più importante, gli Usa tuttora presieduti da Joe Biden, hanno ritirato le limitazioni sull’uso dei missili a lunga gittata finora imposte all’Ucraina. Le forze armate di Kiev, quindi, potranno colpire “in profondità” il territorio russo. L’ipotesi era sul tavolo da diversi mesi e può quindi essere interessante recuperare la dichiarazione che Vladimr Putin, discutendo appunto la possibilità che gli ucraini ottenessero tale possibilità, aveva rilasciato il 12 settembre 2024.
di Giuseppe Gagliano – Alla vigilia del vertice tra Vladimir Putin e Kim Jong-un a Pyongyang, l’analisi delle motivazioni strategiche che guidano l’avvicinamento tra Russia e Corea del Nord assume una rilevanza cruciale per comprendere le dinamiche geopolitiche emergenti. La cooperazione militare tra i due Paesi è senza dubbio significativa, ma l’interesse di Pyongyang sembra andare oltre la semplice acquisizione di tecnologia militare avanzata in cambio delle proprie armi. La Corea del Nord potrebbe infatti perseguire obiettivi strategici a lungo termine che includono la creazione di un sistema economico alternativo, indipendente dall’influenza occidentale e centrato sulla partnership con Mosca.
Chi si rivede! L’impresario edilizio preferito del Cremlino, Arkady Rotenberg, ha vinto con la sua Mostotrest la gara d’appalto da 15,9 miliardi di rubli per la costruzione di una tangenziale ferroviaria intorno al monastero rupestre di San Clemente Inkerman, in Crimea, il gemello dell’altrettanto rupestre monastero dell’Assunzione nei pressi di Bachcisarai. Rotenberg, ricordiamolo, è il magnate delle costruzioni che ha costruito il Ponte di Crimea, oltre che una parte importante dei gasdotti e delle autostrade di Russia. È altresì noto per essere amico intimo di Vladimir Putin fin dai tempi di San Pietroburgo, quando entrambi erano grandi appassionati di judo.
E così, dopo il G7, si è conclusa anche la Conferenza di pace sull’Ucraina in Svizzera. Il tono è sempre quello “vincere, e vinceremo!” e…
di Tatiana Stoyanova – La prima decisione di Vladimir Putin dopo il suo insediamento formale per il quinto mandato presidenziale è stata quella di rinominare…
di Fulvio Scaglione – Bastava osservare la composizione della delegazione russa per capire quanta importanza il Cremlino abbia dato a questa ennesima visita di Vladimir Putin in Cina. Diversi vice premier e molti ministri ma su tutte quattro figure di spicco, due new entry e due veterani. Il neo primo vice premier Manturov, già ministro dell’Industria e del Commercio, e il neo ministro della Difesa, l’economista Belousov da un lato; dall’altro l’inossidabile ministro degli Esteri Lavrov, in quel posto da vent’anni, e l’indispensabile Elvira Nabiullina, dal 2013 governatrice della Banca centrale di Russia. Basta questo dato a far capire due cose. Putin sta superando la fase in cui l’imperativo fondamentale era resistere alle sanzioni e finanziare la guerra e cerca di attrezzarsi per muoversi al meglio in quel mondo nuovo che lui stesso, con l’invasione dell’Ucraina, ha contribuito a definire. E in questo mondo, la relazione tra Russia e Cina e delle due con l’Asia sta diventando essenziale.
di Fulvio Scaglione – Proprio mentre il segretario di Stato Usa Antony Blinken visitava Kiev, per mostrare solidarietà all’Ucraina e per dare a Zelensky notizie (buone?) sulle sospirate forniture di armamenti, il Cremlino annunciava la visita di Vladimir Putin in Cina per il 16 e 17 maggio. Una coincidenza? Chissà. Resta il fatto che, rieletto per la quinta volta alla presidenza, Putin corre a far visita al collega Xi Jinping che a sua volta, un anno fa, era volato a Mosca per la prima visita all’estero dopo aver ottenuto il suo secondo mandato. Sono particolari ma confermano la relazione speciale tra i due Paesi. Relazione che, dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, consente alla Russia da un lato di condurre la guerra d’invasione e dall’altro di reggere alle sanzioni economiche dell’Occidente.
Le recenti rivelazioni della rivista americana Foreign Affairs non devono destare particolare sorpresa poiché gran parte di quanto affermato era stato già anticipato dall’ex analista dei servizi di sicurezza francesi Eric Denécé nel febbraio del 2023. Vediamo in breve di illustrare quali erano le considerazioni fatte da Denécé, direttore del Centro di ricerche sull’intelligence francese, sulle fallite trattative per fermare la guerra in Ucraina. E su chi porta la responsabilità di tale fallimento.