Gli utenti del World Factbook della Cia, rispettabilissima fonte di dati e statistiche, hanno di certo notato che i servizi segreti americani definiscono la Russia “Asia Centrale” mentre l’Ucraina senza esitazioni viene chiamata “Europa”. Un piccolo assurdo geografico che cancella la Russia europea fino agli Urali, ovvero il 40% del territorio della Federazione dove peraltro vive il 60% dei 142 milioni di cittadini russi. Ma soprattutto un’agnizione e un ripudio, un giudizio politico per ammettere ed escludere. È buffo. E se non fosse il minuscolo ma inconfondibile segno di un dramma politico e culturale farebbe persino tenerezza, questo improvviso rigurgito di guerra fredda.
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Un paio di mesi fa, un amico moscovita mi disse: “C’è movimento ai piani alti, si prepara qualcosa. Non so cosa ma avremo delle sorprese”. Onore al naso dell’esperto navigatore, dunque, perché tra il discorso di Vladimir Putin, l’annuncio delle riforme costituzionali, le dimissioni del Governo e la nomina del nuovo premier Mikhail Mishustin le sorprese davvero non sono mancate.
Far away, behind the word mountains, far from the countries Vokalia and Consonantia, there live the blind texts. Separated they live in Bookmarksgrove right at…