di Giuseppe Gagliano – Non è certo un caso che la stampa italiana e i media abbiano trascurato -almeno nella maggior parte dei casi – la notizia apparsa sulla rivista americana Foreign Affairs.
Che cosa rivela, in breve? Nel marzo del 2022 si era aperta una finestra di opportunità tra Russia e Ucraina per porre fine al conflitto armato grazie alla mediazione della Turchia. Sembrava che le parti fossero vicine a raggiungere un accordo che avrebbe potuto fermare le ostilità iniziate un mese prima. Tuttavia, nonostante i progressi iniziali, le speranza di una trattativa si sono rapidamente dissolte. Uno dei punti salienti di questa trattativa riguarda il fatto che l’Ucraina avrebbe rinunciato a qualsiasi aspirazioni di aderire ad alleanze militari e di ospitare infrastrutture militari sul proprio territorio in cambio di una garanzia di sicurezza esterna data dai cinque membri permanenti del consiglio di sicurezza, Uk e Usa compresi, insieme ad altri Paesi come Canada, Germania e Israele. Questa bozza di accordo prevedeva anche che l’Ucraina mantenesse uno stato di neutralità senza avere sul suo territorio armi nucleari.
Ma cos’è successo dopo? Dalla documentazione disponibile – che ovviamente è assolutamente parziale e incompleta – vi sarebbe stato un atteggiamento di diffidenza – comprensibile – nei confronti della Russia da parte degli alleati occidentali, in particolare gli Stati Uniti e il Regno Unito. Sia gli Usa sia Uk, infatti, erano molto scettici sulle reali intenzioni
della Russia ed erano persuasi che un accordo rapido potesse in realtà rafforzare la posizione russa nella regione. Proprio la visita in quei giorni del premier Uk Boris Johnson a Kiev dimostra che l’Inghilterra contribuì in modo rilevante a esortare l’Ucraina a combattere. Queste rivelazioni dimostrano che avevamo fatto una diagnosi corretta.
Come sappiamo, il presidente Putin attribuì al fallimento delle trattative proprio al fatto che vi fosse stata un’indebita pressione da parte degli alleati. Ma esiste un altro aspetto che avevamo indicato su Starmag, sul Sussidiario e qui su Lettera da Mosca: l’agenzia americana avrebbe stabilito diverse basi segrete in Ucraina nei pressi del confine russo e queste infrastrutture militari sarebbero state utilizzate per condurre operazioni di intelligence e supportare gli sforzi militari in Ucraina. Tutto ciò dimostra in modo assolutamente evidente che il sostegno americano deve essere inserito in un contesto di strategia di contenimento della Russia.
di Giuseppe Gagliano
Presidente del Centro Studi Strategici Carlo De Cristoforis (CESTUDEC)
Fondatore dell’Osservatorio di politica internazionale e geopolitica (OPIG)
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