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Fulvio Scaglione

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"Lettera da Mosca" vuole essere uno spazio aperto a tutti coloro, giornalisti, esperti, studiosi o conoscitori della Russia, che sono stanchi della russofobia imperante come della russofilia ingenua e grossolana che si trova in Rete. Graditissimi i pareri diversi purché argomentati e fondati. Coordina il sito Fulvio Scaglione.

COVID, LA RUSSIA HA MENTITO? FORSE SI’, FORSE NO

di Fulvio Scaglione  Avvertenza: qui si parla male di noi e anche della Russia. Comunque… Il notizione di fine anno è stato questo: la Russia ha mentito, ha truccato i dati sui morti da Covid. Rosstat, l’istituto federale di statistica, ha reso noto che le vittime del virus sarebbero 186 mila, contro le 56 mila di cui si parlava fino a pochi giorni fa. Il triplo, insomma. Dando poi retta ai calcoli di Aleksej Raksha, demografo di Rosstat invitato a dimettersi nell’estate scorsa, i morti da Covid sarebbero addirittura 240 mila. Lui dice che nel 2020 ci sono stati in Russia 300 mila morti più che nel 2019 e che (non si sa bene in base a quale ragionamento) l’80% di questi morti in più sono dovuti al virus. Raksha aggiunge che la truffa statistica sarebbe stata organizzata per favorire la propaganda putiniana per il referendum costituzionale, in un primo tempo previsto per il 22 aprile e poi, proprio a causa del Covid, spostato al 25 giugno.

CAUCASO, L’AMBIZIONE DELLA TURCHIA

di Maurizio Vezzosi  Duemila militari russi si interpongono tra le forze armene dell’Artsakh e le forze azere: queste ultime hanno riconquistato porzioni consistenti del territorio del Nagorno Karabakh, rivendicato sin dallo sgretolamento dell’Unione Sovietica. Privi del deterrente della forza d’interposizione russa o di un’alternativa altrettanto consistente, i precedenti accordi mediati tra le parti non erano riusciti in alcun modo a fermare i combattimenti tra le due fazioni, protrattisi per circa un mese e mezzo, al prezzo di oltre cinquemila morti e di un incendio nel Caucaso.

PRESTITI A LUKASHENKO, MOSCA SI FA FREGARE?

Dopo i colloqui di settembre tra Vladimir Putin e Alexander Lukashenko, la leadership russa ha intrapreso una serie di misure per salvare l’economia dell’altra parte dell’ipotetico Stato unitario di Russia e Bielorussia. In particolare, è stato deciso di fornire al Governo bielorusso prestiti per 1,5 miliardi di dollari, di cui 0,5 miliardi sono già stati stanziati tramite il Fondo eurasiatico per la stabilizzazione e lo sviluppo come “denaro lungo”, sull’arco di cinque anni. Il restante miliardo di dollari verrà fornito come prestito tra Stati, e un provvedimento in merito è stato firmato dal primo ministro Mikhail Mishustin. L’assistenza finanziaria arriverà in due rate: 500 milioni di dollari nel 2020 e altrettanti nel 2021. Allo stesso tempo, il debito sarà calcolato in rubli, il che è doppiamente vantaggioso per Minsk data la svalutazione della valuta russa.