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SICUREZZA, LUKASHENKO ALL’ERTA

di Giuseppe Gagliano       Il capo delle forze armate ucraine Valery Zaluzhny è in stretto contatto con un gruppo di oppositori del regime del presidente bielorusso Alexandr Lukashenko. Lo scopo è quello di dare attuazione concreta a una unità speciale denominata “seconda legione internazionale”, in riferimento alla legione internazionale per la difesa territoriale dell’Ucraina. Composta da 500 soldati bielorussi, la seconda legione è comandata dall’ucraino Ruslan Miroshnitshenko. Un altro uomo chiave è l’ex paracadutista delle forze di sicurezza Valery Sakhashik, il ministro della Difesa ombra nel governo alternativo in esilio formato nel 2022 dalla politica bielorussa Svetlana Tikhanovskaya. Già nel 2022 Zaluzhny aveva cercato di creare un suo battaglione di volontari, il Reggimento Pagonia, ma l’iniziativa fallì anche a causa della mancanza di mezzi. Tuttavia allo stato attuale esistono altre legioni attive ed efficienti, come per esempio il reggimento Kalinovsky o il reggimento della Legione Bianca. In ultima analisi l’obiettivo dell’Ucraina e della seconda legione è quello di rovesciare l’attuale leader politico bielorusso e cioè Lukashenko.

Per quanto riguarda la Russia, ci sono interessanti novità a livello di apparati amministrativi quali il Consiglio di sicurezza nazionale. Dopo il licenziamento di Yuri Aveyranov come primo vicesegretario del presidente del Consiglio di sicurezza nazionale, il 1° febbraio il presidente Vladimir Putin ha deciso di promuovere l’ex ministro degli interni Rashid Nurgaliev al ruolo di vicesegretario. La nomina di Nurgaliev rafforza l’influenza di un piccolo gruppo di ex ufficiali dell’Fsb nell’apparato di sicurezza del Cremlino. L’ascesa ai vertici dell’apparato di sicurezza da parte di Nurgaliev può essere paragonata a quella di un’altra stella nascente del Cremlino, Anatolyi Serychev, rappresentante plenipotenziario per il distretto federale della Siberia e membro del Consiglio di sicurezza nazionale.

Un’altra novità rilevante all’interno dell’apparato di sicurezza russa è la seguente. L’11 febbraio Putin ha nominato il fisico Mikhail Kovalchuk, fratello del potente magnate degli affari Yuri Kovalchuk, nel comitato interministeriale incaricato di garantire la sovranità tecnologica della Russia. In questo ruolo Kovalchuk, che gestisce l’Istituto Kurchatov, emblematico centro di ricerca scientifica e di tecnologia nucleare, monitorerà da vicino la diffusione delle informazioni relative all’esercito, all’industria e alle tecnologie dell’informazione della Russia. Lo scopo di questa nomina è molto chiaro: prevenire e salvaguardare la sovranità tecnologica della Russia. Inoltre la nuova posizione consentirà al fisico russo di collaborare con Alexander Bortnikov dell’Fsb e Sergey Naryshkin dell’Svr.

Un’altra interessante novità riguarda un particolare apparato di sicurezza russo. Il 31 gennaio Putin ha emesso un decreto che approva altri 70 nuovi membri del personale per il servizio di corriere statale, il Gfs. Il servizio è guidato da Valery Tikhonov. Lo scopo di questo servizio è garantire la sicurezza della corrispondenza tra le autorità pubbliche russe. Proprio per questo il servizio ha una propria rete di comunicazione sicura e collabora strettamente con l’Fsb con cui controlla la sicurezza dei servizi di comunicazione postali e online utilizzati dal pubblico russo. Inoltre il Gfs lavora anche in collaborazione con l’Fso, il servizio che protegge le istituzioni governative, le infrastrutture critiche e i canali di comunicazione statali e bilaterali.Ma chi è l’attuale direttore del Gfs? Valery Tikhonov ha trascorso i primi anni della sua carriera lavorando presso il Kgb sovietico prima di entrare a far parte dell’Fsb a San Pietroburgo, per poi lavorare per l’Fso dal 1993 al 2004. Rimanendo nella regione di San Pietroburgo, Tikhonov ha scalato i ranghi dell’Fso, diventando vicedirettore sotto Evgeny Murov.

di Giuseppe Gagliano

Pubblicato su il sussidiario.net

 

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