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Posts tagged as “sanzioni”

LA LOBBY UCRAINA A WASHINGTON

di Giuseppe Gagliano     Contrariamente all’opinione corrente, non esiste un consenso unanime a Washington sul sostegno militare all’Ucraina in relazione all’invio di sistemi di lanciarazzi come quelli che sono in grado di raggiungere i 300 chilometri in territorio russo. Da un lato vi sono coloro che sostengono l’assoluta necessità di questa esportazione di armamenti altamente sofisticati, come il presidente Biden, l’attuale segretario di Stato Anthony Blinken oltre naturalmente al segretario della Difesa Lloyd Austin. D’altra parte abbiamo invece il consigliere per la Sicurezza nazionale, Jack Sullivan, che ha un atteggiamento di prudenza e di cautela poiché teme – in modo legittimo – che potrebbe esserci un’escalation da parte della Russia. Superfluo ci sembra sottolineare che invece l’Ucraina è assolutamente a favore di questo sostegno di natura militare, che cerca di promuovere con una efficacissima lobby.

AMICA CINA. MA FINO A CHE PUNTO?

di Darya Nuriyeva     La Cina è uno dei pochi Paesi che non ha imposto sanzioni alla Russia e ha promesso di continuare la cooperazione economica. I Presidenti dei due Stati parlano regolarmente di amicizia “senza confini”, ma gli economisti avvertono che sotto sanzioni la dipendenza della Russia dalla Cina potrebbe aumentare. Inoltre, non si sa quanto durerà questa amicizia se smetterà di essere vantaggiosa per la Cina. Ecco in quali aree della Russia sarà ora difficile fare a meno dell’aiuto della Cina e cosa questo può portare.

RUSSIA, NOTIZIE DAL FRONTE INTERNO

di Pietro Pinter      L’invasione russa dell’Ucraina, dopo i primi giorni marcati da conquiste territoriali piuttosto veloci, è ora decisamente rallentata e sembra essere entrata in una fase diversa: città assediate e “stritolate” lentamente, colloqui di pace in Bielorussia, tentativi di mediazione israeliani e turchi, accordi di cessate-il-fuoco effimeri dalla durata di poche ore. Nel frattempo, le sanzioni economiche comminate da USA, UE, Giappone e da quasi tutti i Paesi europei, il crollo del rublo e le perdite russe che possiamo stimare, senza la pretesa di essere eccessivamente precisi, nell’ordine delle 1500-4500, ci portano a interrogarci su quanto stia “tenendo” il fronte interno russo. Su quanto la popolazione stia supportando la guerra di Putin e su come quest’ultimo e il suo entourage si stiano muovendo per assicurarsi questo supporto.

LA RUSSIA È ISOLATA. SI’, MA QUANTO?

di Pietro Pinter     Dopo un lungo e perseverante lavoro della diplomazia britannica alla fine il risultato è stato raggiunto: le banche russe sotto sanzioni sono state disconnesse dallo SWIFT. USA, UK e  UE, i primi responsabili di questa iniziativa visto che SWIFT è incorporato nel diritto belga e sottostà ai regolamenti UE, dichiarano che questa iniziativa di fatto bloccherà le importazioni e le esportazioni della Russia. Ma quanto è vero? Sicuramente interferirà pesantemente con i rapporti commerciali tra la Russia e il resto dei Paesi europei, impattando non solo sul comparto energetico (che è escluso dalle sanzioni UE, ma in mancanza di un sistema alternativo di pagamento sarà comunque coinvolto) ma anche sul commercio di materie prime, di
fertilizzanti, sull’export verso la Russia e soprattutto sul debito russo in pancia alle banche italiane, austriache, tedesche e francesi.

PUTIN ATTACCA L’UCRAINA E COLPISCE LA RUSSIA

di Fulvio Scaglione       Ho scritto più volte, laddove potevo, che non credevo all’ipotesi di un’invasione russa dell’Ucraina. Mi sbagliavo. Avevo buone ragioni, ero in buona compagnia ma ovviamente mi sbagliavo. Per essere onesto, ancora adesso non riesco a crederci. Perché ritengo questa avventura portatrice di lutti agli ucraini e di grandi disgrazie ai russi e ancora non posso a spiegarmi come e perché il freddo scacchista Vladimir Putin di ieri si sia trasformato nell’iracondo e minaccioso capo di oggi, capace non solo di fare una guerra o qualcosa di simile (era già successo nel 2008 con la Georgia, in Ucraina nel 2014, in Siria nel 2015, per non tornare alla Cecenia del suo esordio sulla scena mondiale) ma di minacciarne una ancora più ampia caso di “intromissioni”.

SANZIONI, L’EFFETTO SU PENSIONI E SALARI

di Georgii Stepanov      Così è successo: il presidente Joe Biden ha firmato il decreto sull’introduzione di nuove sanzioni contro la Russia. In particolare, gli Stati Uniti vietano alle proprie società di acquistare direttamente debito russo. Secondo gli esperti che abbiamo intervistato, questo non promette nulla di buono. Con un alto grado di probabilità, dovremo affrontare un crollo del rublo, un’accelerazione dell’inflazione, un aumento dei prezzi al consumo e tagli alla spesa di bilancio nella sfera sociale.

PARMIGIANO, LA CAMPAGNA DI RUSSIA

L’ambasciatore italiano in Russia Pasquale Terracciano ha definito un errore tecnico includere il parmigiano nell’elenco dei prodotti le cui importazioni in Russia sono state vietate nel 2014 in risposta alle sanzioni europee. E ha chiesto di rimuovere questo formaggio dall’embargo alimentare. “In tutti questi anni ho insistito affinché l’elenco delle contro-sanzioni fosse cambiato e adeguato alla realtà. Il parmigiano, a mio avviso, è stato incluso nel pacchetto delle sanzioni russe contro i prodotti freschi per errore, perché non è formaggio fresco, è senza lattosio”, ha detto l’ambasciatore in un’intervista all’edizione russa di Forbes. “So che Rospotrebnadzor sta studiando il problema”, ha aggiunto.

SANZIONI, QUELLE DI BIDEN NON MORDONO

di Ivan Tkacëv    Il 18 marzo 2021 sono entrate in vigore nuove sanzioni americane a causa dell’avvelenamento del leader dell’opposizione Aleksey Navalny con l’uso, come credono i Governi occidentali, della sostanza militare Novichok, bandita a livello internazionale. Le sanzioni di varie agenzie, tra cui il Dipartimento di Stato e il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti, sono state annunciate il 2 marzo per entrare in vigore dopo quindici giorni, come di norma. Il ministero degli Esteri russo ha definito le azioni degli Stati Uniti un tentativo di interferire negli affari interni, usando come pretesto “la deliberata provocazione di un presunto avvelenamento di Navalny con una sorta di stanza chimica militare”.

ATLANTIC COUNCIL: BIDEN SVEGLIA, BASTA SANZIONI

di Emma Ashford e Matthew Burrows    Il 17 gennaio, appena tre giorni prima dell’insediamento del presidente Joe Biden, Aleksei Navalny è tornato a Mosca dalla Germania, dove stava ricevendo cure mediche a seguito di un fallito tentativo di omicidio da parte del Cremlino. Entro una settimana dal suo ritorno, il noto dissidente è stato arrestato, processato e mandato in prigione. L’amministrazione Biden ha promesso sia di sostenere i diritti umani sia di impegnarsi con gli avversari per promuovere gli interessi americani. Ha mantenuto la prima di queste promesse il 2 marzo, quando ha emesso nuove sanzioni contro società e individui russi legati all’avvelenamento di Navalny.