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Posts tagged as “Polonia”

POLONIA, L’OCCHIO DEI DRONI PER I CANNONI UCRAINI

di Giuseppe Gagliano – Nel contesto di un’opinione pubblica in Polonia sempre più divisa riguardo al sostegno all’Ucraina e alla crescente minaccia rappresentata dalla Russia al suo confine orientale, da inizio marzo Varsavia ha iniziato a fornire in maniera riservata droni e formazione alle unità di ricognizione dell’artiglieria ucraina. Le consegne, gestite con discrezione nell’area meridionale della Polonia, precisamente a Mielec, sono coordinate dall’unità polacca Nil, specializzata in raccolta e targeting di informazioni.

LA POLONIA BLOCCA GLI UCRAINI, LA UE TACE

Arriva da Reuters la notizia che i camionisti e gli agricoltori polacchi hanno iniziato un blocco 24 ore su 24 del valico di frontiera di Medyka, uno dei più trafficati tra Polonia e Ucraina. Continua dunque, dopo tre settimane, la protesta dei lavoratori polacchi, a seguito della quale migliaia di camion sono rimasti in coda per molti chilometri per diversi giorni. I camionisti affermano che stanno perdendo quote di mercato a causa della “concorrenza sleale” delle aziende ucraine, che offrono prezzi più bassi per i loro servizi e che ora possono trasportare merci anche all’interno dell’Unione Europea, e non più solo tra la UE e l’Ucraina. Ed è la stessa motivazione addotta dagli agricoltori, colpiti nei loro interessi dal fatto che il grano ucraino viene venduto a un prezzo più basso, cosa che ha provocato la chiusura delle importazioni da parte di Polonia, Ungheria, Slovacchia, Romania e Bulgaria. Per questo le due categorie, camionisti e agricoltori, hanno deciso di condurre insieme la protesta. Ora per Medyka passano solo due camion all’ora. Fanno eccezione i veicoli che trasportano aiuti umanitari e forniture militari. E i leader della protesta fanno sapere di essere pronti a bloccare tutti i valichi di frontiera a tempo indeterminato.

GERMANIA E POLONIA, LO SCONTRO

La storia recente delle relazioni tra Polonia e Germania è fatta di polemiche e scontri, all’ombra del conflitto tra Russia e Ucraina e con la Polonia palesemente impegnata a dimostrare che la Germania, nella fase iniziale della guerra accusata di essere troppo “tiepida” nell’aiutare l’Ucraina, non è più il Paese leader dell’Unione Europea. Ecco i casi più recenti.

POLONIA E UCRAINA, ORA SI LITIGA

Improvvisa ma non imprevedibile tensione tra Polonia e Ucraina, Paesi che sembravano legati da un patto indissolubile di resistenza contro la russia. Tensione che è stata certificata dal vice ministro degli Esteri di Varsavia, Pavel Yablonsky: “A causa delle dichiarazioni di alcuni rappresentanti del Governo dell’Ucraina, ultimamente le nostre relazioni non sono state delle migliori. Nessuno lo nasconde. Ho l’impressione che ciò sia dovuto al fatto che, purtroppo, a Kiev alcuni hanno ceduto all’emozione. Comprendiamo che l’Ucraina è pesantemente attaccata, ma non dovrebbe attaccare i suoi alleati”. Non contento, Yablonsky ha aggiunto che Ucraina e Polonia “non sono d’accordo” su molte questioni. “Noi siamo guidati dagli interessi nazionali polacchi. Sosteniamo l’Ucraina nella misura in cui ciò soddisfa gli interessi nazionali della Polonia. È sempre stato così e lo sarà sempre”.

LA CARTA SEGRETA DELLA POLONIA

Le autorità polacche nel 2007 hanno adottato per legge la “Carta del polacco”. Il documento si rivolge alle persone di origine polacca che sono cittadini di altri Paesi (si calcola almeno 2 milioni di persone), a causa dello spostamento verso Ovest dei confini che fu sancito dalla Conferenza di Yalta (febbraio 1945) e conferma il loro diritto a sentirsi parte della nazione polacca. La Carta garantisce certi “privilegi” che si applicano sul territorio della Polonia, tra cui il diritto a una procedura semplificata per l’ottenimento del visto, assistenza nella ricerca di un lavoro, istruzione gratuita anche a livello universitario (superando però le prove di ammissione), assistenza sanitaria e altro. Nello stesso tempo, il documento non dà diritto alla cittadinanza polacca, sebbene semplifichi la procedura per ottenerla.

“UOMINI E MUNIZIONI, I PROBLEMI DI KIEV”

Per quanto se ne parli e se ne scriva quasi ogni giorno, non è facilissimo sintetizzare in una sola cifra l’aiuto militare di Usa ed Europa all’Ucraina. Il Kiel Institute for the World Economy, che ne tiene traccia, ci dice che gli Usa, fino al 15 gennaio scorso, hanno offerto 73,1 miliardi di dollari di aiuti, e l’Unione Europea 54,9. Bisogna però distinguere ciò che è (o va in) armi, e non è aiuto finanziario o umanitario. Nel mese di dicembre 2022, per esempio, dei 40 miliardi di aiuti complessivamente stanziati, 23 erano per armamenti. Nei dodici mesi del 2022, solo in febbraio, maggio e novembre la somma degli aiuti finanziari e umanitari è stata superiore, per importo, agli aiuti militari. Mirko Mussetti, grande esperto di questioni dell’Europa dell’Est e attento osservatore delle questioni militari legate alla guerra in corso, ci aiuta a decrittare le sfumature strategiche e politiche del problema. E ci parla della “questione uomini”.

PRIMA TREMATE E POI STRILLATE

Tremate tremate ecc. ecc. Ieri, dopo nove mesi della guerra crudele seguita all’invasione russa dell’Ucraina del 24 febbraio, sono successe le seguenti cose. 1. La Russia ha lanciato il più massiccio attacco missilistico del conflitto, sparando un centinaio di missili su decine di obiettivi (in larga parte infrastrutture energetiche) in quasi tutte le regioni dell’Ucraina, da Khar’kiv a Kiev a L’viv  2. Nel tentativo di intercettare i missili, la contraerea ucraina ha ottenuto qualche buon risultato ma anche pesanti effetti collaterali: a Kiev, un missile russo danneggiato dai colpi si è abbattuto su un condominio, facendo morti; un altro missile ucraino, invece, è caduto in territorio polacco uccidendo due civili  3. Essendo la Polonia un Paese Nato, e prima che la realtà dei fatti saltasse fuori, mentre tutti davano per scontato che si fosse trattato di un errore o di un atto deliberato di Mosca (tutte le prime pagine dei giornali inglesi, tutte, nessuna esclusa, oggi riportano questa tesi), il mondo ha vissuto ore di panico: i meccanismi della Nato sono entrati in azione, le guarnigioni sono state messe in stato di allerta, l’allargamento del conflitto Russia-Ucraina a una vera guerra mondiale è sembrato ormai prossimo.   4. Tutto questo è finito, la tensione è calata. Ma la guerra prosegue feroce come prima.

NORD STREAM: CONTRORDINE COMPAGNI!

La rivoluzione non è un pranzo di gala, diceva Mao. E tanto meno lo è una guerra. Se vai in guerra lo devi sapere. Ma noi non siamo in guerra, almeno teoricamente, e non abbiamo fatto nulla per meritarci questa stampa da Minculpop, che si è consegnata mani e piedi alla propaganda e vive di pessime veline. Prendiamo l’ultimo caso, il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2 nel Mar Baltico. È stato ovviamente un sabotaggio: i sismografi degli svedesi hanno subito registrato le esplosioni e non esiste che si producano 4 falle nello stesso tempo in due gasdotti diversi. Ovviamente, la “stampa di qualità” parla subito, addirittura pochi minuti dopo i fatti, di un complotto della Russia. Con il corollario indispensabile che, se ne dubiti, se un alleato di Putin. È l’ennesimo, ridicolo contrordine compagni a cui dovremmo ubbidire.

PERCHE’ L’UCRAINA STA PERDENDO LA GUERRA

di Stefano Orsi      Negli otto anni che hanno preceduto la “operazione militare speciale” della Russia in Ucraina, le potenze occidentali, soprattutto USA e Regno Unito per il tramite  di Polonia e Repubbliche Baltiche, hanno finanziato la ricostruzione dell’esercito ucraino, che aveva dato pessima prova di sé nella guerra con le Repubbliche di Donetsk e Lugansk. Il processo di formazione del nerbo di un esercito e la preparazione di sottufficiali e ufficiali è stato guidato da gruppi della NATO nell’Ovest del Paese, presso le basi della regione di Leopoli, dove facevano presenza fissa formatori e addestratori occidentali. I fondi necessari per la ricostruzione dell’apparato militare sono stati trovati tramite la UE, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e con erogazioni dirette da parte degli USA. Per ammissione del segretario di Stato Usa, Anthony Blinken, le forniture militari erano iniziate ben prima dell’escalation militare di fine febbraio.