A quanto pare, Vladimir Putin non è contento del suo Governo. Chi più chi meno, quasi tutti i ministri negli ultimi tempi si sono sentiti interpellare, in qualche caso apostrofare, per risultati che al Presidente non sono parsi adeguati. Ieri Putin ha lasciato cadere uno “speriamo che la campagna di vaccinazione possa accelerare i tempi” che deve aver fatto tremare qualcuno dalle parti del ministero della Salute guidato da Mikhail Murashko.
Oggi, invece, Putin ha “preteso” (si noti il verbo) dal Governo un’analisi completa delle ragioni per le quali non sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati di sviluppo nell’Estremo Oriente. due problemi sono finiti nel mirino di Putin. Il primo è l’aumento dei prezzi dei generi alimentari, che è superiore a quello medio del resto della Russia. Il secondo è l’aumento (fino al 18%) dei prezzi degli appartamenti che, dice Putin, “annulla gli sforzi delle autorità per sviluppare una politica di mutui agevolati“. Sempre oggi, il ministero dello Sviluppo Economico (ministro Maksim Reshetnikov) si è affrettato ad annunciare un sistema di ammortizzatori per contenere l’aumento del prezzo di diversi generi alimentari di base. Un tema su cui, qualche tempo fa, Putin aveva sgridato l’intero Governo durante una conference call che era stata resa pubblica.
Putin non è uno che parla a vanvera. E nemmeno un politico che non sa tenere a bada i nervi. È vero, un Presidente sta lì proprio per stimolare e correggere. Tutte queste arrabbiature pubbliche, però, devono avere un senso. È altrettanto vero che i tempi sono duri, l’emergenza da Coronavirus ha messo alle strette la Russia come ogni altro Paese. E questo Governo era nato, poco più di un anno fa, per fare una politica espansiva di spesa pubblica, per realizzare quei Progetti Nazionali che, attraverso un ambiziosissimo piano quinquennale (roba da 360 miliardi di dollari, mica noccioline), dovevano ammodernare il Paese e dare impulso alla crescita economica e alla redistribuzione del benessere. Forse la “squadra” del Governo Mishustin non è la più adatta per una situazione di crisi.
Fatto sta che l’insoddisfazione di Putin è palpabile. E si accompagna, forse si integra con i bollori del primo ministro Mikhail Mishustin, che in questi mesi ha fatto il “piccolo Putin”, facendo dimettere o sostituendo una lunga serie di alti funzionari, poco noti al grande pubblico ma insediati in posti decisivi per la realizzazione delle politiche governative. Che si stia preparando qualcosa?
Lettera da Mosca
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