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FAMIGLIE RUSSE, LA CORSA ALLA CASA

Il Covid 19 picchia duro sulle famiglie russe, sia dal punto di vista sanitario sia dal punto di vista economico. Non spegne, però, la loro voglia di casa. Rosstat, il servizio statistico ufficiale della Federazione Russa, fino al giugno scorso aveva registrato un milione di disoccupati in più rispetto alla quota censita prima dello scoppio della pandemia. Pochi, almeno rispetto ad altri Paesi. Ma bisogna tener conto di altri fattori. Intanto, circa il 50% (cifre ufficiali non ce ne sono) delle persone attive sono impiegate dallo Stato, che notoriamente non è un datore di lavoro che conceda alti salari. Secondo, il mercato del lavoro in Russia è piuttosto rigido e spesso i datori di lavoro reagiscono alle crisi riducendo i salari, piuttosto che licenziando. Terzo, i prezzi al consumo sono aumentati, rendendo quindi precario il bilancio di molte famiglie.

E’ così di molto cresciuto l’indebitamento delle famiglie presso le banche, arrivato in queste settimane all’equivalente di 213 miliardi di euro. Si tratta di quasi il 9,8% in più rispetto all’inizio dell’anno. E già nel terzo trimestre del 2019 l’indebitamento medio dei cittadini russi aveva toccato una quota vicina ai 3800 euro. In Russia, sempre secondo Rosstat, il salario medio è pari a 520 euro. Si prevede, inoltre, che il programma di mutui agevolati a tasso fisso per l’acquisto di una casa di nuova costruzione, varato del premier Mishustin nell’aprile di quest’anno, destinato a durare fino al 1 luglio del 2021 e in teoria destinato a far trovar casa a 620 mila famiglie, spingerà molti altri russi a fare debiti o ad aumentare quelli già fatti presso gli istituti di credito.

Non a caso gli analisti hanno rilevato un dato sconcertante: le banche hanno approvato più mutui nei primi dieci mesi del 2020 che in tutto il 2018, che fu già un anno record. Comprar casa, insomma, non è mai stato così facile. Ma con un effetto collaterale forse imprevisto. Il programma di mutui agevolati, la disponibilità delle banche a concedere prestiti, la grande circolazione di contante e la propensione delle famiglie all’acquisto a debito (il tempo medio trascorso sul mercato da una casa di nuova costruzione prima della vendita è diminuito di 14 giorni nell’anno) ha fatto impennare in modo evidente i prezzi delle case.

Fulvio Scaglione

 

 

 

 

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