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Posts tagged as “mosca”

PARIGI SI ESERCITA ALLO SCONTRO CON MOSCA

di Giuseppe Gagliano – L’Aeronautica militare francese sta per dare il via a un’esercitazione notturna senza precedenti, denominata Poker, parte del suo programma di deterrenza nucleare. Questo evento segna un punto di svolta per le pratiche di guerra elettronica, grazie all’impiego di tecnologie e tattiche avanzate. La missione di Poker è quella di affinare le competenze dei piloti dei caccia Rafale-B delle Forze Aeree Strategiche francesi (FAS) e di coloro che manovrano i velivoli di supporto, quali l’A-330 MRTT e il Boeing E-3F Sentry. Questi addestramenti si svolgono in condizioni estremamente realistiche, per un’eventuale chiamata presidenziale da Parigi per un’azione nucleare.

IL PATTO STRATEGICO TRA RUSSIA E CINA

di Giuseppe Gagliano – Dal 2013, la Russia usa e sovente abusa della “guerra ibrida”. Annullando la distinzione tra tempo di pace e tempo di guerra, combinando hard e soft power, questo concetto strategico permette al Cremlino di testare le posture e le reazioni del campo occidentale. Come sappiamo questa dottrina strategica è stata teorizzata dal generale Valery Gerasimov, ma fa parte di una lunga tradizione. È nata da una dimensione particolare della strategia dell’Impero bizantino, e trova la sua prima bozza nella raccolta di conferenze del 1920 del generale Alexandr Svechin. Essa ha influenzato la dottrina Primakov, che ha guidato la politica estera russa per più di due decenni. Nato a Kiev, ministro degli Esteri e poi primo ministro dal 1996 al 1999 sotto il presidente Eltsin, Evgenji Primakov postula che un mondo unipolare dominato dagli Stati Uniti è inaccettabile e che la Russia deve fare da contrappeso all’egemonia degli Stati Uniti favorendo l’emergere, in un nuovo patto, di nuove potenze come la Cina o l’India.

PRIGOZHIN, O LA SCELTA TRA PUTIN E L’IGNOTO

Bisogna sempre stare molto attenti a ciò che si desidera, perché a volte i desideri si avverano. Così ieri, per qualche ora, l’Occidente ha provato il brivido di ciò che da anni evoca e auspica: un tentativo di eliminare Vladimir Putin o, almeno, di condizionare e riorientare il suo potere. Così anche Evgenyj Prigozhin, per lungo tempo descritto come un satana mercenario e sanguinoso al servizio del Cremlino (perché ora c’è il Prigozhin leader di soldati ma prima c’era il Prigozhin leader degli hacker), ha goduto di un quarto d’ora di celebrità e di stima dalle nostre parti. Il suo abbozzo di marcia su Mosca ha brevemente destato un certo tifo e qualcuno ha pure cercato di vendere il dietrofront finale come un atto di saggezza quando, palesemente, si è trattato di una resa: in nessun modo l’avrebbero lasciato arrivare alla capitale, e i suoi mezzi allineati in autostrada sarebbero stati un facile bersaglio per i caccia.

BURNS A MOSCA E KIEV, MISSIONE FALLITA

Interessante ricostruzione del quotidiano svizzero Neue Zürcher Zeitung, che fa riferimento a fonti interne ai circoli politici tedeschi. A metà gennaio, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden avrebbe incaricato il capo della CIA, William Burns, di visitare Kiev e Mosca e valutare la loro disponibilità ai negoziati. Una missione portata a termine, anche se poi i media occidentali hanno parlato solo dell’incontro con il presidente ucraino Zelensky. Secondo le indiscrezioni, Burns avrebbe proposto a Kiev e Mosca un piano basato sull’idea “territori in cambio di pace”. Secondo questo piano, la Russia terrebbe circa il 20% del territorio dell’Ucraina ma porrebbe fine alla guerra. Entrambi i Paesi hanno rifiutato. L’Ucraina non vuole territori, mentre la Russia crede che alla lunga riuscirà a vincere la guerra e magari ad occupare ancora più territori.

SIRIA, UN ROMPICAPO PER IL CREMLINO

di Giuseppe Gagliano       L’offerta della Siria di ripristinare le relazioni diplomatiche con i Paesi vicini ha subito un duro colpo a fine gennaio, quando la sua riammissione alla Lega Araba è stata nuovamente rinviata dal segretario generale dell’organizzazione Ahmed Aboul Gheit. Sia il Qatar sia l’Arabia Saudita sono contrari al fatto che la Siria sia autorizzata a tornare, nonostante Alexander Lavrentiev, inviato speciale del presidente russo Vladimir Putin per la Siria, abbia visitato Riyadh il 20 gennaio per difendere la causa del presidente siriano Bashar Al Assad.

MOSCA, QUANTO FIDARSI DEI TALEBANI?

di Kirill Krivosheev      Gli eventi che si stanno svolgendo in Afghanistan somigliano poco ai piani fatti prima del ritiro degli Stati Uniti. Il Governo afghano guidato dal presidente Ashraf Ghani inizialmente avrebbe dovuto resistere per altri sei mesi. Dopo che i talebani hanno iniziato a conquistare una dopo l’altra le città del Paese, almeno tre mesi. Queste erano le previsioni che si facevano non solo a Washington, ma anche a Mosca. Pochi giorni prima che i talebani entrassero a Kabul, l’inviato presidenziale russo in Afghanistan, Zamir Kabulov, insisteva sul fatto che l’occupazione della città di Kandahar non indicava che i talebani avrebbero potuto prendere il controllo della capitale in tempi brevi.

LA TERZA ETA’ DEL SISTEMA PUTIN

di Amedeo Maddaluno     Di solito la nostra stampa liquida quanto avviene dalle parti di Mosca con arrogante semplicismo: la Russia appartiene a Putin (egli stesso a propria volta dipinto come una sorta di Pinochet senza uniforme) e non c’è altro da dire. Chi si occupa di Europa Orientale sente la mancanza dei vecchi cremlinologi di un tempo, giornalisti e studiosi abituati a viaggiare o risiedere nel Paese – e magari a conoscerne la lingua, la storia, la cultura e il sistema, il che può essere di un certo aiuto quando si vuole parlare di una qualsiasi area geografica situata oltre Tarvisio.

VACCINAZIONE: NIENTE OBBLIGO, SIAMO RUSSI

di Marco Bordoni – In principio lo slogan era: si alla vaccinazione, no all’obbligo. Ovvero (parola del Capo): abbiamo un vaccino ottimo (anzi, tre!), la gente dovrebbe usarlo (come ho fatto io!), anzi è molto importante che lo faccia, ma l’obbligo no, grazie. Il 22 marzo  (ipse dixit): “La vaccinazione è, ovviamente, una scelta volontaria di ciascuno, una decisione personale”. Il 26 maggio: “Vorrei ribadire la mia posizione. A mio parere, è impossibile introdurre la vaccinazione obbligatoria.  I cittadini devono comprendere da soli questa necessità, rendersi conto da soli che se non si vaccinano possono affrontare un pericolo grave e persino fatale.”. Com’è andata, in Russia, l’idea di lasciare la decisione alla gente? Se stiamo ai dati, molto male.  I sondaggi mostrano che i russi disposti a vaccinarsi sono stati la maggioranza solo nel breve periodo febbraio – giugno 2020. Poi (quando il vaccino è arrivato veramente!), sono precipitati a poco più di un quarto del totale. Del resto, che bisogno c’era, visto che la gran parte dichiarava di condurre una vita assolutamente normale o di aspettarsi la normalità entro brevissimo? A fine marzo Putin si lanciava in previsioni ottimistiche (entro l’estate 70% della popolazione vaccinata e fine dell’epidemia) basate su stime elaborate dal produttore di Sputnik all’inizio della campagna vaccinale e confermate, in seguito, dal Governo.

Corruzione. E l’Occidente non c’entra

E poi si dice la corruzione. Oggi è toccata a Ivan Beloserdzev, governatore dell’oblast’ di Penza, che avrebbe intascato 30 milioni di rubli (350 mila euro circa) per favore un’azienda farmaceutica in cui, guarda caso, lavora come dirigente sua moglie. Ieri il comune di Mosca ha chiesto il risarcimento danni (200 milioni di rubli) alla signora Angela Azmina, che un tempo era una poliziotta decorata, anzi insignita della menzione d’onore per la difesa della legalità. Purtroppo qualcuno, nel 2011, ebbe la brutta idea di trasferire la Azmina al reparto che si occupa delle frodi edilizie. Come mettere la volpe a guardia del pollaio: in breve tempo, con l’aiuto di alcuni complici, l’ex investigatrice riuscì ad appropriarsi, lei sì in modo fraudolento, dei titoli di proprietà di 44 appartamenti. Beccata nel 2016, sta scontando una condanna a 11 anni di galera.