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Posts tagged as “putin”

BIDEN E L’ANIMA DI VLADIMIR PUTIN

Il presidente eletto degli Stati Uniti, Joseph Biden, ha visitato più volte l’URSS e la Russia nel corso della sua carriera politica, durata ormai quasi mezzo secolo. Le sue valutazioni sulla politica sovietica e russa sono cambiate con il tempo: se alla fine degli anni Settanta sosteneva la necessità di stringere contatti con Mosca, negli ultimi anni al contrario ha chiesto sanzioni e azioni assai dure contro il Cremlino. Il servizio russo della BBC ha raccolto le dichiarazioni più sorprendenti di Joe Biden sulla Russia negli ultimi quarant’anni.

LUKJANOV: “DA TRUMP A BIDEN? DI MALE IN PEGGIO PER MOSCA”

di Fulvio Scaglione – Fyodor Lukjanov? Uno che conta! La risposta degli amici di Mosca è quasi automatica. D’altra parte, come dar loro torto? Laureatosi nel 1991 presso l’Università Lomonosov di Mosca come germanista, ha lavorato nel settore esteri di radio, televisioni e giornali. Nel 2002 è diventato direttore di Russia in Global Affairs, il più prestigioso periodico russo sulle questioni geopolitiche. E’ anche membro del Consiglio per la Politica Estera e di Difesa, un’organizzazione indipendente che raduna intellettuali, imprenditori, politici e militari, e del Russian International Affairs Council. Scrittore, ha dedicato libri e pubblicazioni, in russo e in inglese, ai rapporti tra Europa e Russia, alle relazioni transatlantiche e al ruolo internazionale della Russia dopo l’avvento alla presidenza di Vladimir Putin. A Lukjanov, quindi, ho chiesto di guardare alla sfida tra Donald Trump e Joe Biden con gli occhi di Mosca, e di raccontarci quel che si vede.

VISTO DA MOSCA: SE IL CATTIVO È LA CINA

Nelle elezioni presidenziali americane del 2016, la Russia fu scelta come capro espiatorio per giustificare la sconfitta subita dal candidato del Partito Democratico. Mosca fu accusata di aver interferito nell’esito del voto attraverso la diffusione di false informazioni. Dopo le elezioni fu anche avviata un’indagine giudiziaria che peraltro si concluse senza portare prove della manipolazioneNonostante ciò, nel 2017 e nel 2018 gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni economiche contro entità russe. Ciò ha portato all’ulteriore inasprimento di rapporti già minati dalla crisi ucraina nel 2014. Come atto di rappresaglia per la presunta ingerenza di Mosca, il Congresso degli Stati Uniti ha varato nuove sanzioni economiche. La Russia era così diventata il cattivo per eccellenza, quello da rimproverare per qualunque disgrazia, che fosse l’avvelenamento dell’ex spia Sergei Skripal nel 2018 o i presunti bombardamenti russi sui civili innocenti nella parte Est di Aleppo. La Russia era colpevole di tutto, anche quando mancavano le prove.

NAVALNYJ VUOL DIRE FIDUCIA

Un sondaggio di Romir, società russa d’indagine dell’opinione pubblica, ha censito i personaggi pubblici ai quali i russi sono più disposti a dare fiducia. Al primo posto Vladimir Putin, ovvio. Al secondo Sergej Lavrov, il ministro degli Esteri che scavalca il leader nazionalista Vladimir Zhirinovskij, scivolato così al terzo posto. Al quarto, sorpresa sorpresa, il blogger e oppositore Aleksej Navalnyj, fresco reduce di un tentativo di avvelenamento di cui accusa direttamente Putin.

IL GRANDE GIOCO SUL PICCOLO KARABAKH

di Marco Bordoni

Vista dall’Italia, la guerra armeno-azera sembra un affare abbastanza semplice. C’è il perfido sultano, nostalgico della gloria che fu, che stende i suoi tentacoli da Tripoli al Golfo Persico. Ci sono le orde infedeli che assaltano la ridotta cristiana fino a sommergerla. Il corollario è chiaro:  come può Putin, paladino cristiano della terza Roma, assistere impassibile? Come può tollerare l’ insolenza del Turco?

LA BIELORUSSIA ABBANDONATA DA TUTTI

di Fulvio Scaglione
Per la sesta domenica consecutiva le strade di Minsk, capitale della Bielorussia, hanno assistito alle manifestazioni pacifiche degli oppositori e all’intervento, spesso brutale, delle forze di sicurezza che il presidente Lukashenko lancia contro i cortei che inalberano la bandiera bianco-rosso-bianca. Le letture che in Occidente si danno di questa crisi sono quasi sempre inutilmente arzigogolate. E lo sono sia quelle di chi segue le proteste con simpatia sia quelle di chi, invece, le osteggia. Non è vero che la crisi della Bielorussia ricorda quella della Polonia degli anni Ottanta o quella dell’Ucraina dell’Euromaidan del 2014. Per una ragione molto semplice: non c’è, nelle proteste di Minsk, quel marcato tono anti-sovietico o anti-russo che ha caratterizzato gli eventi di Danzica e di Kiev.

QUEL CHE LUKASHENKO CI DICE DI PUTIN

di Marco Bordoni

Non sarebbe giusto giudicare Lukashenko per quel che appare oggi: un guitto, un cavallo spompato, un dinosauro, senza riconoscere i suoi meriti di ieri, facilmente reperibili a un clik di distanza, sul sito della Banca Mondiale:  tasso di povertà crollato dal 41% del 2000 al 5% di oggi, aspettativa di vita passata da 68 a 74 anni, reddito pro capite passato da 1.000 a 14.000 dollari l’anno, indice Gini (quello che misura l’ ineguaglianza sociale) fra i più bassi d’ Europa. Il tutto guidando non una superpotenza che galleggia su di un mare di petrolio e di gas (capaci tutti, vero Vova?), ma un’ anfora di coccio che può sostenere una bilancia commerciale da incubo con il poco che ha: trattori e chimica lasciate in eredità dall’ Urss e una montagna di patate.

KIRILL, L’EDILIZIA NON BASTA

Per farsi un’idea di che cosa sia la Chiesa ortodossa russa oggi, appena entrati nel settimo anno dall’elezione del patriarca Kirill (per il mondo Vladimir Mikhailovic Gundyayev), basta dare un’occhiata al programma “200 chiese”. Lanciato da Kirill subito dopo l’elezione, esso prevede la costruzione di 200 nuove chiese nel territorio di Mosca, per avvicinare l’obiettivo di un tempio ogni 11.200 abitanti della capitale. Avvicinare, nulla più, perché Mosca ha oggi 950 chiese ortodosse e per arrivare a quella percentuale per abitante bisognerebbe edificarne altre 591.

DEPARDIEU L’ORTODOSSO

All’età di 71 anni il famoso attore francese Gérard Depardieu ha scelto la strada dell’ortodossia. Nella cattedrale dedicata a Sant’Aleksandr Nevskij, a Parigi, il divo si è presentato a piedi nudi, coperto dal rituale camice bianco, e ha seguito passo passo la liturgia ortodossa. A cominciare dalla preghiera esorcista contro Satana (con lo sputo contro il demonio), per proseguire con l’aspersione di acqua benedetta (essendo palesemente impossibile immergere il battezzando nel fonte) e l’unione con l’olio santo.

CALO DEMOGRAFICO, L’INCUBO DELLA RUSSIA

In pochissimo tempo, non più di una ventina di giorni, il Parlamento russo (prima la Duma, all’unanimità, poi il Consiglio della Federazione) ha approvato un progetto di legge del Governo e l’ha inviato al Cremlino per la firma del presidente Putin. Misure contro il Coronavirus? Crisi del petrolio? Nulla di tutto questo. La legge affronta un problema con cui la Russia fa i conti da molto tempo e che, finora, non è riuscita a risolvere: il calo demografico.