Cinque anni fa, il 30 settembre del 2015, cominciava l’intervento militare russo in Siria a sostegno del presidente Bashar al-Assad. Sono stati cinque anni pesantissimi. Sul campo di battaglia, in Siria, dove il Cremlino ha fatto un grande investimento politico. In nome di una più ampia esigenza strategica, e fresca dello smacco subito in Ucraina (mai del tutto riparato, né con la riannessione della Crimea né con le Repubbliche filorusse nel Donbass), ha scelto di sostenere quello che gran parte degli altri Paesi giudica uno “Stato canaglia” e di farsi coinvolgere in una guerra brutale, con un numero enorme di vittime civili spesso causate proprio dai bombardamenti russi. Ma questi anni sono stati cruciali per la Russia anche fuori dal teatro bellico. La corsa al riarmo con gli Usa, le tensioni con la Nato, le relazioni pericolose con la Turchia, il difficile equilibrio tra Cina ed Europa… Alla fin fine, anche l’odierna guerra tra Armenia e Azerbaigian entra nello stesso conto. Che è salato, come si vede, non solo per la Russia. L.d.M
CINQUE ANNI FA, LA RUSSIA COMINCIAVA A COMBATTERE IN SIRIA
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